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Votazioni federali in Svizzera

Creato il 25 ottobre 2011 da Exodus, Di Luca Lovisolo @LucaLovisolo

Nella generale indifferenza internazionale si sono chiuse in Svizzera, domenica 23 ottobre, le votazioni federali. Per i 200 posti del Consiglio nazionale (la camera che raccoglie i rappresentanti del popolo svizzero proporzionalmente alla popolazione dei singoli Cantoni) si sono dati battaglia alcuni nuovi partiti, nati dalle costole di formazioni storiche. Ciò a contribuito a riscaldare le attese verso i risultati della consultazione, preceduta da una campagna elettorale non particolarmente brillante.

Senza entrare nel dettaglio dei singoli esiti, si registra il regresso del partito UDC, sigla di Unione democratica di centro, corrispondente in realtà a una formazione di destra. Nella stessa ala del Parlamento hanno però guadagnato voti altre formazioni più moderate.

Hanno sensibilmente perso consensi i Verdi, che non hanno approfittato dell’ondata di rifiuto contro l’energia nucleare seguita alla catastrofe di Fukushima. Hanno invece ottenuto un successo inatteso i Verdi liberali, che si propongono di sostenere istanze ecologiche con un occhio rivolto alle esigenze dell’economia. In crescita ovunque i partiti localisti, generalmente a danno dei partiti di sinistra: la Lega dei Ticinesi e il Movimento dei cittadini ginevrini, che sostengono istanze legate alla popolazione e al territorio.

Si è avuto, nel complesso, un rafforzamento del centro. A differenza di quanto accaduto a livello nazionale, il Canton Ticino ha fatto registrare um maggior orientamento a destra, con l’ascesa dell’UDC cantonale, che manda per la prima volta in novant’anni un parlamentare a Berna. In crescita la Lega e i Verdi cantonali, in forte calo i socialisti. Da registrare un caso curioso, mai verificatosi nella storia: due candidati del PPD (Partito popolare democratico) hanno raccolto esattamente lo stesso numero di voti. Si deciderà ora se procedere a un riconteggio delle schede o all’estrazione a sorte del vincitore, secondo il dettato della legge elettorale.

Ancora da chiudere i giochi nel Consiglio degli Stati (la camera di 46 seggi che accoglie i rappresentanti dei singoli Cantoni). I ballottaggi si protrarranno sino a dicembre.

Rispetto alle abitudini italiane, in Svizzera è interessante notare che molti politici, anche di rilievo, scelgono periodicamente di ritirarsi dalla vita pubblica o di non ricandidarsi, per cedere il passo a forze nuove. Ha suscitato attenzione, poche settimane fa, l’annuncio della Consigliera federale Micheline Calmy-Rey, attualmente al Dipartimento federale degli affari esteri (funzione analoga a quella di un ministro degli esteri) e Presidente della Confederazione per il 2011, che non si ricandiderà più al Governo. Nelle votazioni appena concluse non si sono volontariamente ricandidati alcuni personaggi di spicco, tra i quali la ticinese Chiara Simoneschi-Cortesi, già Presidente del Consiglio nazionale. L’età media dei parlamentari svizzeri supera di poco i cinquant’anni.

La campagna elettorale si è svolta principalmente su temi economici e sui rapporti con l’Unione europea. In Canton Ticino hanno tenuto banco i temi dei lavoratori frontalieri e delle relazioni, attualmente non facili, con la vicina Italia. La partecipazione al voto è stata intorno al 48%, lievemente superiore alle precedenti votazioni del 2007. | ©2011 Luca Lovisolo


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