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Voto, non voto, chi voto? Molletta e antiemetico d'ordinanza.

Creato il 19 febbraio 2013 da Laperonza

 

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Nelle mie sofferte peregrinazioni di elettore smarrito di fronte ad un panorama elettorale che definire sconfortante è puramente eufemistico, mi sono fermato a soppesare le varie opportunità di voto avvicinandomi di volta in volta alle varie proposte e soluzioni per l’Italia futura. Chi mi conosce sa che sono sempre stato un elettore di sinistra estremamente indipendente, culturalmente proveniente dallo scomparso (ahimè) Partito Repubblicano (quello vero, non quello di Nucara), che ha sempre dato il voto da quelle parti. Così naturalmente ho osservato con attenzione l’opera del PD e ne sono rimasto shockato, poi ho seguito le proposte del Movimento Cinque Stelle rimanendone deluso per finire nella speranza di trovare qualcosa di buono in Rivoluzione Civile senza ottenere risultato. Ovviamente ipotesi di voto a destra non mi hanno nemmeno accarezzato la corteccia cerebrale.

Grillo è davvero pericoloso come dicono. Non solo non ha cultura di governo ma non ne ha neanche la volontà. Si pone come forza nuova ma si limita a cavalcare la protesta senza proporre nulla di concreto se non un coacervo di propositi strampalati e privi di copertura non solo finanziaria ma soprattutto logica. L’idea che dà e quella di un movimento che si muove sulla base di principi giusti e condivisibili ma viene abilmente manipolato dall’alto da qualcuno che travalica lo stesso Grillo e i cui disegni non sono affatto chiari. È spaventoso, però, l’uso strumentale che fa della cosiddetta controinformazione pur nella giusta critica dell’informazione ufficiale, la totale mancanza di dialettica, il rifiuto del confronto. Grillo dice che non ha bisogno della televisione, ma magari gli Italiani avrebbero bisogno di lui in televisione per capire qualcosa di più. Ma chi ha paura di non saper rispondere alle domande non concordate non può confrontarsi con gli altri.

Rivoluzione Civile sulla carta è molto interessante perché si pone come interprete ultimo delle idee cosiddette di sinistra. La sinistra però, a quanto pare, rifiuta di modernizzarsi. Ingroia si porta dietro tutta quella nomenclatura da PCUS de noantri che sembra la caricatura di se stessa. Si allea con Di Pietro che si è perso tutta la sua credibilità tra un congiuntivo sbagliato e una casa acquistata a nome del partito. Non si modernizza la sinistra di Ingroia, parla un linguaggio arcaico e, seppure propone principi condivisibili, nei fatti non è credibile per la sua politica geriatrica e per la pressappochezza delle strategie. Infine, quando ho letto per strada un manifesto con scritto “I Comunisti votano Rivoluzione Civile” ho capito che io avrei votato qualcosaltro.

Il PD sta diventando la nuova Democrazia Cristiana, un partito-non-partito che può essere l’unico ad interpretare l’animo ignavo e pecoresco degli Italiani. L’Italiano o è fascista (e ce ne sono tanti di fascisti, che magari neanche sanno di esserlo) o è abulico e vota al centro per non prendere decisioni. Il PD si propone di interpretare questo stato d’animo e lo fa abbandonando perentoriamente ogni velleità di sinistra. Dovremo rassegnarci. Così come credo che dovremo rassegnarci ad avere a che fare ancora con Monti anche votando PD. La speranza è che il peso politico di quest’ultimo sia tale da ridurre l’influsso malefico del professore. Pia speranza ma l’unica che abbiamo.

Armiamoci di pinza per il naso e antiemetici e andiamo a votare, almeno noi che al voto non sappiamo rinunciare, che siamo nati e cresciuti nella convinzione che esso sia non solo un diritto ma un dovere, nei confronti del Paese e di chi ha lottato per darcelo, questo diritto. Votiamo sperando che non ci gravi sulle spalle una responsabilità troppo grande e che si giunga almeno ad una riforma elettorale che porti il nostro voto a valere qualcosa. E speriamo soprattutto che non vinca Berlusconi, altrimenti tutto questo ragionare sarà stato una pura masturbazione cerebrale, come si diceva un tempo a sinistra.

Luca Craia


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