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Vuvuzela, la voce dell'Africa

Creato il 16 giugno 2010 da Dragor

Vuvuimages  La vostra squadra vince? Bzzzzzz! La vostra squadra perde? Bzzzzz! Si suona l’inno nazionale? Bzzzzzz! L’abitro fischia un rigore? Bzzzzzzz! Il coach grida ordini? Bzzzzzz! I giocatori si scambiano istruzioni? Bzzzzzzz! Il cronista fa un commento? Bzzzzzzz! Finiti gli urli, le ovazioni, i muggiti,  i ruggiti, i canti, i boati, gli applausi, i fischi, l’incoraggiamento, lo scherno, le proteste, le lodi, gli insulti, tutta la gamma di suoni che forma il linguaggio della folla. Simile a un gigantesco sciame di calabroni, lo stadio si esprime  in un solo modo: bzzzzz!

 

  

   “Basta!”, implorano i giocatori. “Non ne possiamo più!”, protestano gli spettatori. I centralini delle TV sono bombardati di telefonate di poveracci convinti che il terribile ronzio dipenda da un problema tecnico.Ogni sforzo per attenuarlo fallisce. Microfoni speciali, filtri miracolosi, tamponi nelle orecchie, niente da fare. Bzzzzzz!

 

 

   La vuvuzela, detta anche lepetata in lingua setswana, è una tromba lunga un metro che nei negozi costa 14 euro e nei mercati 3. In origine era di stagno, ma la sua versione commerciale è di plastica. Il suo nome significa “per fare rumore” e infatti mantiene la promessa. Ben utilizzata può sparare 130 decibel. Moltiplicate per 50.000 e avrete un’idea del baccano. Qualcuno cerca di proibirla ma la gente si ribella, perché questo strumento è un  puro prodotto della cultura zulù. Simile al rombo di una carica di elefanti, il suo suono ci ricorda che la savana è a 2 passi dagli skyline americaneggianti delle metropoli sudafricane. Il suo agghiacciante barrito porta l’ADN dell’Africa. E’  un urlo che livella ogni rumore, eterno e immutabile come l’Africa profonda. E’ una sirena che dalla notte dei tempi ci ricorda la brevità della vita e la caducità delle cose.  E’ la voce di Lucy, la mamma di tutti noi. Quando del calcio si sarà persa perfino la memoria, quando l’umanità avrà colonizzato spazio, quando l’homo sapiens sarà soppiantato da una nuova specie, la voce della vuvuzela sarà ancora là: bzzzzzz!

 

Dragor


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