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WE3 di Morrison e Quitely, la Disney che mostra le zanne

Creato il 17 gennaio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Le cose nuove in uscita quest’estate”, dice Morrison ai microfoni di Popimage [1] , nel 2004, “sono state pesantemente influenzate dal tempo che ho trascorso a Hollywood e in Giappone, WE3 di Morrison e Quitely, la Disney che mostra le zanne> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="257" width="223" alt="WE3 di Morrison e Quitely, la Disney che mostra le zanne >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-20157" />dalle fiabe, da Miyazaki, dalla Pixar e da Dennis Potter [2] ”.

WE3, uscito prima in albetti nel 2004 e raccolto in trade paperback l’anno successivo, è probabilmente l’esempio più felice di questo connubio di influenze e, forse, l’opera autocontenuta più compiuta del Grant Morrison degli anni Zero. Il team responsabile di questo piccolo gioiello, un “all-Scots-star” che vede Frank Quitely alle matite e Jamie Grant agli inchiostri digitali e ai colori, offre la prova generale (e, per molti versi, forse superiore, vista e considerata anche la mole di pagine meno numerosa di questo volume) del successivo All Star Superman.

Le prime idee per WE3 risalgono al 1999, quando a Morrison viene sottoposta da Shelly Roeberg (oggi nota come Shelly Bond, dopo il matrimonio con Philip, disegnatore di Kill Your Boyfriend), editor Vertigo fin dalla nascita dell’etichetta, un’illustrazione che mostrava tre assassini ipertecnologici, interamente coperti da tute e da elmetti, mentre effettuano un colpo. “Per quanto gli assassini in quelle pagine fossero umani”, dice Morrison [3] , “per qualche motivo rimasi colpito da una potente immagine dei killer che si tolgono gli elmetti per rivelare tre animaletti nervosi e preoccupati. Non ho proprio idea da dove venisse tutto questo e perché lo trovassi così avvincente e coinvolgente da tornarci sopra di continuo, ma questa è la genesi della storia, e l’eco dell’idea originale si ritrova nelle prime 13 pagine del numero 1”.

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La storia è un rimaneggiamento del topos disneyano (e non solo) degli animali in fuga [4] condito con una patina horror e sci-fi e un forte sentimento animalista e antimilitarista. Il punto di vista è quello degli animali, soluzione narrativa piuttosto nuova e interessante, e affrontata da Morrison con passione e precisione. Si tratta, di fatto, di un Animal Man 2.0,

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Al di là infatti della sovrastruttura fantascientifica (e fantapolitica, per certi versi), la storia è caratterizzata da un realismo estremo nell’azione e nella psicologia degli animali protagonisti. Morrison si documenta a fondo sul modo di pensare degli animali [5] , e la cosa si riflette in maniera netta nel linguaggio degli animali stessi. Ben cinque anni prima dell’Up della Pixar, infatti, Morrison intuisce le potenzialità di dotare i tre animali di apparecchi in grado di “proiettare” una sorta di voce elettronica (“un po’ come Stephen Hawking, ma più spaventosa”, dice Morrison a Newsarama) [6] che dia luogo ai semplici pensieri dei protagonisti. Cane, gatto e coniglio esprimono concetti e istinti primari attraverso le parole, tradotte in un inedito linguaggio stile SMS, in modo sostanzialmente differente l’uno dall’altro. A tal proposito Morrison dice infatti che “i cani sono ‘migliori’ nella comunicazione, e gli uomini li comprendono meglio dei gatti e dei conigli, quindi il cane è quello che ovviamente prova a forzare i concetti umani esprimendoli con un linguaggio semplice. La gatta è interessata solo alla sua visione del mondo, che vede lei al centro dell’universo, e generalmente prova a esprimere un’unica, semplice idea: ‘Non ti avvicinare!’”.

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Ma ciò che rende WE3 un gioiello, senza dubbio, è lo storytelling. Con Frank Quitely più in forma che mai, il disegno stesso diventa l’effetto speciale. La narrazione grafica è “frattale”, si frammenta in centinaia di piccoli pannelli, di close-up, di dettagli estremi; le vignette assumono forme inedite e sempre più irregolari, rendono la lettura frenetica, veloce e mozzafiato, mostrando infine in concreto quell’effetto di “manga all’occidentale” che Morrison sta da tempo provando a ottenere. Grosso contributo è offerto anche dai colori di Jamie Grant, che Morrison definisce colorazione a là Toy Story, che contribuiscono a creare nel lettore la sensazione di stare assistendo ad un vero e proprio blockbuster della Pixar o dello Studio Ghibli (i riferimenti a Miyazaki, a partire dal Dottor Trendle, modellato sull’aspetto del Maestro giapponese, non si contano), ma in chiave dark e oscura.

Storia, disegni e colori sono fusi in maniera magistrale e si bilanciano e si migliorano a vicenda, cementati dalle lunghe discussioni fra i tre autori, soprattutto in fase di progettazione. La sinergia dei tre scozzesi in questo volume rasenta la perfezione, tanto che è praticamente impossibile riuscire a stabilire chi abbia fatto cosa, anche a fronte di numerose letture. L’ambizione di Morrison per WE3, d’altronde, era fin dall’inizio elevatissima: “volevo fare ai fumetti con animali buffi come protagonisti quello che Alan Moore ha fatto ai fumetti di supereroi con Miracleman [7] .

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WE3 viene nominata a due Eisner Award nel 2005, “Best Limited Series” – vinto poi da DC The New Frontier di Darwyn Cooke – e “Best penciler/inker”, che Frank Quitely vincerà ad ex aequo con John Cassaday (Astonishing X-Men), e ottiene il plauso pressoché generale di pubblico e critica [8] , diventando forse l’esperimento meglio riuscito presso il grande pubblico di Morrison e Quitely, e dettando nuovi standard nella narrazione a fumetti.

Testo tratto per gentile concessione da:
Grant Morrison: All Star
di Giovanni Agozzino, Nicola Peruzzi e Antonio Solinas
Double Shot, 2010
16×24, 336pagine in b/n e colori, 20 euro
Copertina di Francesco Biagini
Blog ufficiale: gm-allstar.blogspot.com
Introduzione di Michele Foschini

Abbiamo parlato di:
WE3 – NOI3  (DC Absolute)
Grant Morrison, Frank Quitely
RW Edizioni, 2013 (ristampa)
144 pagine, cartonato, colori – 22,95€
ISBN: 9788866913429

Note:

  1. Cfr. www.popimage.com/content/grant20046.html. [↩]
  2. Drammaturgo inglese che ha lavorato per il teatro e per la televisione, celebre tra le altre cose per The Singing Detective, serie BBC del 1986 acclamata da pubblico e critica. [↩]
  3. Cfr. web.archive.org/web/20070814094707/http://www.newsarama.com/pages/DC/We3.htm. [↩]
  4. Alcuni esempi sono i live action L’Incredibile Avventura, del 1963, che vedeva due cani e un gatto protagonisti di un’avvincente fuga nella natura selvaggia, o Quattro Cuccioli da Salvare del 1987, ma anche cartoni animati come Gli Aristogatti del 1970. Morrison specifica, nell’ottima intervista del solito Matt Brady per Newsarama (Ibidem), che “l’impianto di base dell’odissea degli animali in cerca disperata di un rifugio sicuro è una tematica risonante e affascinante con la quale nessuno ha giocato molto di recente… di certo non nei fumetti. Ho sempre voluto scrivere una di quelle classiche storie di animali che fanno piangere la gente, ed eccola qui… la Disney con le zanne.” [↩]
  5. alcuni esempi di volumi utilizzati per le referenze sono The Character of Cats e The Truth About Dogs di Stephen Budiansky, Catwatching e Dogwatching di Desmond Morris, What Is My Cat Thinking? di Gwen Bailey e The Private Life of the Rabbit di R.M. Lockley. [↩]
  6. Ibidem. [↩]
  7. Ibidem. [↩]
  8. WE3 è stato anche opzionato dalla New Line Cinema nel 2006 per essere adattato in un lungometraggio in CGI; la sceneggiatura, riadattata da Morrison stesso, è completa da anni, ma la produzione (secondo IMDB, di Don Murphy, Susan Montford e Rick Benattar) si è bloccata da tempo. Nel 2008, il sito  Shock Till You Drop riporta una dichiarazione di Murphy secondo la quale il film sarà un live-action diretto da John Stevenson, regista di Kung Fu Panda della Dreamworks, e che la New Line non è più interessata a distribuire questo genere di film. Al 2013, l’adattamento di WE3 risulta essere ancora in stallo. [↩]

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