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Whale-watching nella baia di Samanà

Creato il 15 marzo 2012 da Compagniadeiviaggiatori @comviaggiatori

E’ il grande giorno del whale-watching! L’appuntamento è all’imbarcadero di Samanà da cui salpano i battelli dei safari marini. Al largo, la baia è affollata di barche e barchette che nemmeno all’ora di punta. Invece, calma piatta. Tutti a scrutare le acque immobili con macchine fotografiche e videocamere a portata di mano, ma di balene nemmeno l’ombra. Ma ecco, improvviso, uno spruzzo in lontananza, su cui puntano veloci i battelli più vicini. Poi gli spruzzi si moltiplicano, in ogni direzione, e iniziano gli avvistamenti delle balene che tra sbuffi, fugaci affioramenti e colpi di pinna si esibiscono in quelle che altro non sono che romantiche danze di corteggiamento. Già, perché per questi giganti del mare è la stagione degli amori, durante la quale i maschi si contendono i favori delle femmine senza esclusione di colpi.

Whale-watching nella baia di Samanà

Ballena jorobada (balena con la gobba)!” urla la guida indicando il punto in cui, a qualche decina di metri di distanza, sta affiorando il dorso scuro di un enorme cetaceo. Che in realtà non ha alcuna gobba, “ballena jorobada” è semplicemente l’espressione usata dai dominicani per indicare la caratteristica curvatura che assume il dorso dei cetacei in fase di immersione. Trattengo l’emozione e inizio a scattare foto, cercando di ignorare il caos che si scatena a bordo ogni volta che la scena si ripete. Il tempo vola, letteralmente, ed è già ora di rientrare a Samanà. Ma sulla via del ritorno, la guida ci sorprende con una deviazione fuori programma a Cayo Levantado, materializzazione della perfetta isoletta tropicale, con corredo d’ordinanza di palme, spiaggia di sabbia candida e un mare cristallino dalle mille sfumature d’azzurro (c’è anche un albergo di lusso, che però ci sforziamo di ignorare). Giusto il tempo di un bagno, che mi godo fino in fondo, anche perché credo proprio sia l’ultimo, almeno per questo viaggio.


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