Magazine Cinema
La trama (con parole mie): il primo dicembre appena trascorso si è tenuta a Milano la premiazione del concorso My Stories, patrocinato da Lancia e legato ad una collaborazione che ha visto Cinema e motori trovare l'ennesimo punto d'incontro.
Grazie agli organizzatori, Ford ha potuto assistere all'evento e scoprire un'altra piccola parte del mosaico che potrebbe aver visto passare dalle sue parti i registi di domani.
Una delle cose più interessanti di questi anni passati nella blogosfera è stata senza dubbio veder crescere quello che fu il parto di una sera gonfiata a Jagermeister che non pensavo avrebbe avuto gran futuro fino a diventare praticamente un secondo lavoro con riscontri pronti ad arricchire a livello culturale - la scoperta di nuovi titoli -, personale - aver conosciuto, per esempio, il mio fratellino Dembo e perfino la mia nemesi Cannibal Kid - ed in qualche modo professionale.
Proprio a seguito di uno di questi ultimi ho avuto la possibilità di assistere alla premiazione del concorso My Stories qui a Milano, rassegna legata a doppio filo al marchio Lancia, che prevedeva il confronto tra dieci cortometraggi girati in dieci città europee da altrettanti giovani registi valutati da una Giuria presieduta dal direttore della fotografia Luca Bigazzi e da Silvio Soldini.
In una location davvero molto affascinante nel pieno del rinato quartiere Isola, dopo aver assistito alla proiezione dei due corti premiati e prima di affrontare il buffet, si è trovato il tempo per un interessante dibattito legato al rapporto tra motori e settima arte, con Bigazzi e Soldini pronti a citare classici come Nel corso del tempo di Wenders e nuovi cult come Locke, passando per Il braccio violento della legge e Drive.
Senza dubbio uno spunto da rassegna vera e propria, quello del legame tra vetture e pellicola, dalle tamarrate come Fast&Furious o Transporter fino a pietre miliari come Bullit o Punto Zero, senza dimenticare momenti cult regalati da prodotti come Ronin o Death Proof.
Un viaggio tra passato e presente - condito dai ricordi dei due veterani della Giuria - pronto a condurre al futuro passando, chissà, dalle parole di un giovane regista spagnolo dall'inglese un pò stentato.
Il tutto con la speranza che l'esperienza possa ripetersi anche alla prossima edizione di My Stories, coltivando il desiderio che questo post funga da pulce nell'orecchio agli organizzatori in modo da sponsorizzare un ruolo da giurato anche per questo vecchio cowboy.
In fondo, non ci sono limiti se il piede è ben piantato sull'acceleratore.
O almeno così mi piace pensare.
MrFord
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