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Will God save the made in Italy?

Creato il 08 marzo 2011 da Hermes
Hy guys! Sorry for the absence and this, but you'd better not to have any French... eh, sorry, any foreign translation!
Ciao ragazzi, scusate l' assenza!
Oggi parlo di creatività e moda italiane.
Tanto per cominciare la Francia. Cosa c' entra? Bhe, Bulgari, azienda romana, è stata comprata da LVMH. Un illustre sconosciuto? No, perchè LVMH sta per Louis Vuitton Moet Hennessy. Cioè Bertrand Arnault, ipercapo di Vuitton. La famiglia Bulgari ha ceduto le redini hai francesi, diventando, inoltre, il maggiore azionista di minoranza di LVMH.
Arnault non è nuovo a certe cose. Basti pensare, ma è l' esempio minore, che sta tentando, oramai da parecchio, di scalare Hermès, di cui possiede ora circa il 20%. Ma sia la famiglia che i dipendenti non gradiscono, il che potrebbe portare all' uscita della società dalla borsa.
E allora, direte voi? Bhe, il fatto è che trovo fastidiosa a pelle questa vendita, passaggio di un marchio italiano (fondato da un greco) oltralpe. E non è che l' ultima di una lunga serie: Fendi (indovina un po' a chi...), Gucci e Bottega Veneta (di PPR, francese), Prada che scenderà in borsa ad Honk Kong...
Questo è stato solo un piccolo sfogo. La riflessione di oggi è un' altra: c'è ancora creatività in Italia?
Noto, infatti, che le grandi griffes italiane sono molto poco innovative. Certo potrei smentirmi dicendo Prada, ma noto che ci sia più attenzione al marchio che altro. Gucci, ad esempio, baserà la stra maggioranza delle vendite su prodotti logati (GG), così come c' è Versace Jeans, Fendi, che è riuscita a ficcare FF anche sui cuscini...
Certo, in Francia hanno Vuitton, che ha inventato il logo per un' azienda di moda sui prodotti, ma quello è un caso isolato, o sbaglio?
Dior negli ultimi tempi ha prodotto la Lady Libertine, Hermès la Lindy, Celine quel mostro trapezioidale... in Italia abbiamo partorito solo la pee-ka-boo?
Non sono una di quelle persone che deve essere esterofila per partito preso, ma semplicemente vedo le marche italiane un po' ristagnanti in fatto di creatività.
E in fatto a nuovi talenti? Bhe, la moda non è più monopolio di singoli paesi, gli stilisti vengono da tutto il mondo. Certo che un contributo nostrano non sarebbe sgradito. Lì, però, abbiamo qualche segno: Brunello Cucinelli, se lo vogliamo considerare uno stilista (a proposito, ma chi gli disegna davvero gli abiti?), Antonio Marras (Kenzo), Pilati (YSL) sono buoni segnali. Ve ne vengono in mente altri, un po' più "emergenti", se si può dire così?
Io intanto stilo una lista di grandi aziende italiane "buone":
Gianbattista Valli (ma sfila a Parigi)
Albino d' Amato
Pucci (di LV)
Alberta Ferretti
Max Mara
Prada
Krizia
Scervino
Marras
Etro
Costume Nationale
Bottega Veneta
Brioni
Missoni
Marras
Loro Piana
Brunello Cucinelli
e Poi di sicuro altri che non conosco...

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