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Women – omen – nomen

Creato il 09 marzo 2016 da Nike

Women – omen – nomen

Ieri 8, oggi 9: il primo, numero 'divino'; il secondo, simbolo dello Spirito (ciò che rende divino il divino...). Ieri ho parlato di donne, oggi proseguo, femminile; ma in maniera più 'spirituale': in effetti, nelle donne la pneuma, neutro; 'materialità' ( mater) si coniuga in modo assai speciale con la 'spiritualità' ( maschile).

Ecco quindi, estratto dal mio precedente post e un ulteriore omaggio al 'femminino' (sacro), tratto, come al solito, dal mio "Gocce di pioggia di Jericoacoara".

"Cristo, sapienza di Dio: il primo nome, esplicito, di Cristo - Sapienza/ - è al femminile. E chi, se non delle donne, sono state i primi testimoni del risorto? Pensa, Lorenzo, questo avveniva in un tempo in cui la testimonianza femminile non valeva nulla. Tra parentesi, questa è una delle 'prove' della veridicità dei Vangeli: il fatto di aver riportato la 'voce delle donne'...

per essere più chic, e choc), all'energia che promana dallo Spirito, quasi un'ipostasi al femminile di Dio: lo Spirito Santo la della tanto declamata Di' alla Sapienza: tu sei mia sorella - così è scritto nei Proverbi: Gesù, tuo fratello, tua sorella... Per rimanere nell'ambito del parentado, la Dea Madre - risorta dalle ceneri tra l'undicesimo e il tredicesimo secolo - dà corpo, invece, sotto le sembianze di Maria (o Maddalena, altra non è che la dynamis divina; sullo stesso piano di Dio, e di Cristo, della stessa essenza, ousia ed exousia. Dolce come una colomba, ma più esplosiva - dynamis Kundalini. Sono circa cinquecento le cattedrali, i duomi, le chiese, di quel periodo, dedicate, involontariamente, allo Spirito Santo (il diavolo faceva le pentole, Dio i coperchi...).

E nelle prime chiese, chi trovavi? Donne. Profetesse nell'Antico Testamento: Myriam, Deborah, Hulda - la prima, capo-popolo; la seconda, giudice e condottiera; l'ultima, profetessa e riformatrice religiosa. Ministre, diacone, apostole, predicatrici, abbondano, nonostante quello che si pensi, nel Nuovo Testamento. A cominciare da Tabita e la sua diaconia, poi le quattro figlie di Filippo, profetesse. E non dimentichiamoci di Evodia e Sintiche, collaboratrici di Paolo nel divulgare l'evangelo, di Priscilla e Febe, responsabili di chiese. Tutto questo, come vedi, anche ai tempi di Paolo, e testimoniato proprio da lui, presunto misogino (e qualche volta lo era). E che dire dell'episcopa - vescova - Theodora, immortalata in antichi affreschi: hanno tentato di cambiarle sesso, trasformandola in Theodorus... Come, del resto, hanno fatto per secoli con Giunia, l'apostola compagna di prigione dello stesso San Paolo: solo ora il 'maschio' Giunio (così nelle vecchie versioni della lettera ai Romani - e ne troverai di donne di potere, 'dinamiche', finanche 'donne-pastore', in quest'epilogo epistolare 'femminista'!), solamente ora, dico, Giunia, costretta secula seculorum in abiti maschili, si è ripreso - ha strappato... - il suo vero sesso."

Gaia mimò platealmente l'ogiva femminista e chiosò:

"In ogni caso, le donne vanno ben oltre lo stereotipo Maria versus Maddalena, oppure: vergine, madre, fata, strega, principessa in cerca del pisello..."


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