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Writers #0, le nostre impressioni

Creato il 26 novembre 2012 da Temperamente

Writers #0, le nostre impressioniIeri si è conclusa l’edizione 0 del Writers Festival a Milano, ideato da Valentina Aponte e Isabella Di Nolfo, rispettivamente agente letterario di Nicolai Lilin e Media relations per l’editoria, e noi di Temperamente.it eravamo lì per raccontarvelo.

Sono stati due giorni molto intensi, ricchissimi di eventi dislocati nella bellissima location dei Frigoriferi Milanesi, vecchia fabbrica di produzione del ghiaccio nonché anche vero e proprio frigorifero/deposito di cibo, ora luogo votato al mondo della cultura, della promozione e recupero di beni artistici, nonché sede di mostre, realtà editoriali (Marcos y Marcos), concerti, proiezioni, e molto altro.

L’idea di utilizzare questo grande spazio (circa 1200 metri quadrati) e animarlo per un Festival letterario è stata sicuramente azzeccata. Difatti, proprio il grande spazio a disposizione ha permesso di organizzare quasi 70 eventi in soli due giorni, con un’alternanza di nomi e un’offerta culturale davvero vasta, oltre che valida. Inoltre, pregio e caratteristica di Writers è stato quello di aver cercato di accorciare le distanze tra scrittori e pubblico, creando delle occasioni di dibattito molto raccolte e particolari al suo interno – un esempio su tutti i “Sequestri d’autore”, tre incontri ravvicinati con tre diversi scrittori all’interno del caveau più grande di Europa, riservati a massimo 50 persone, per poter parlare intimamente del romanzo protagnonista del sequestro (da Dentro di Sandro Bonvissuto, I primi tornarono a nuoto di Giacomo Papi a Parole e numeri intorno a un quadro di Boetti con Stefano Bartezzaghi).

Uno spazio molto stimolante e sempre attivo del Festival era sicuramente la chiocciola dei bloggers, dove erano ospiti diversi progetti online legati al mondo della scrittura: da Reader’s Bench, sorta di romanzo collettivo completamente libero, a Zelda was a Writer (il cui ebook è uscito proprio il lunedì dopo il festival), a Generazione Rivista, a Metroreaders, che manderà tante cartoline a Stefano Boeri per esortare l’amministrazione comunale a puntare sempre e sempre più sui progetti culturali e sulla preservazione dei libri.

Il sabato sera è esploso grazie alla musica cantautorale – geniale liason tra musica e letteratura – dei Favonio, gruppo foggiano candidato al Premio Tenco quest’anno, che hanno riproposto canzoni di Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Enzo Jannacci, mentre Pietro Cheli e Enrico De Angekis conversavano della nostra canzone d’autore.

Un buon festival letterario deve dedicare anche una certa attenzione e, in un certo qual modo, spingere e promuovere, volti poco noti ed esordienti. Book Up, l’ora dell’esordiente, ha fatto scoprire le nuances e le difficoltà (spesso anche soltanto di raccontarsi davanti a un microfono) di molti autori al primo libro, intervistati di volta in volta a due da un giornalista (l’elenco è qui).

L’impressione sul Festival è stata di una generale festa dei libri e della letteratura di qualità e di nicchia, proprio perché molta voce è stata data a un certo tipo di scrittura, quella intima, sentita, quella che nasce da una vera urgenza dell’essere e non da ragioni commerciali; diversamente da altri festival letterari, Writers ha permesso di ascoltare approfonditamente persone dalla vivacità inarrestabile come Stefano Bartezzaghi, o di scoprire l’arte del tatuaggio siberiano (e non solo) con Nicolai Lilin, nonché di vedere il simpaticissimo Sandro Bonvissuto in totale scioltezza che girava per il luoghi del Festival entrambi i giorni, e di poter parlare con Francesco Cataluccio, vero luminare dell’editoria, di qualunque argomento più e più volte, elemento onnipresente (e per fortuna!) del festival.

Chiunque si interessi di scrittura e libri avrebbe dovuto farci un salto; per chi non ha potuto partecipare e si è perso l’evento, consigliamo comunque di fare un giro ai Frigoriferi Milanesi e attendere la ventura edizione.


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