"Grandi Banchetti"
Ricevimento al castello feudatale XII sec.
La grande sala era abbellita con tovaglie e cuscini ricamati e al riverbero delle fiamme del cammino, gli ospiti incoronati di fiori sedevano intorno a lunghi tavoli.
Dalle cucine, posti in edifici separati dall'aula comitis per evitare gli incendi, arrivavano sulla mensa signorili cinghiali, cervi, il pollame, i montoni misti a verdure, cotti allo spiedo dopo una rapida bollitura e trionfanti su enormi piatti d'argento che testimoniavano la ricchezza del casato; la vivanda più apprezzata erano i piccioni il cui allevamento era appannaggio dei signori. A fine pasto si sgranocchiavano pasticcini al miele e frutta secca importata da paesi lontani che incideva pesantemente sul bilancio. L'altra spesa considerevole della tavola feudale erano le spezie mutuate dalla tradizione romana: zenzero, cannella, zafferano e grandi quantità di pepe che davano risalto ai sapori altrimenti piuttosto monotoni.
La panetteria del castello cuoceva pane di frumento solo per la tavola del Signore.
da A tavola con la storia di M. L. Minarelli