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Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà

Creato il 24 marzo 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Ales­san­dro Tota è nato a Bari nel 1982. I suoi fumetti sono stati pub­bli­cati nelle rivi­ste Inter­na­zio­nale [1] , Cani­cola (di cui è stato co-fondatore nel 2005), Kuti Kuti Tabloid, Zare­vue [2] , Black, Stri­p­bur­ger e ANI­MAls. Ha par­te­ci­pato alle anto­lo­gie Sven­tu­rata la Terra che ha biso­gno di (super) eroi e Intrusi, con il suo primo fumetto lungo inti­to­lato Fra­telli, e ha dise­gnato due pub­bli­cità a fumetti per la Dia­dora. Nel 2010 è uscito Yeti, il suo primo volume a fumetti pub­bli­cato in Ita­lia da Coco­nino Press. Inol­tre molti fumetti di Tota sono apparsi in rete nei blog Pupaz­zetti e Diari.

Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="235" width="247" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27841" />Tappa deci­siva per com­pren­dere la prima fase della car­riera di fumet­ti­sta di Ales­san­dro Tota è la deci­sione di tra­sfe­rirsi a Parigi, matu­rata dopo avere con­se­guito il diploma all’Accademia di belle arti di Bolo­gna. Il dato bio­gra­fico è impor­tante per­ché l’esperienza di immi­grato sui gene­ris in Fran­cia è il tema del suo secondo fumetto lungo inti­to­lato Yeti, di un dia­rio per­so­nale com­po­sto da brevi fumetti pub­bli­cati in rete e delle car­to­line a fumetti rea­liz­zate per Inter­na­zio­nale.
Sia il dia­rio on line che le car­to­line pos­sono essere visti come una sorta di cano­vac­cio dal quale l’autore ha rica­vato Yeti.

Nell’autobiografia com­pa­iono Cate­rina [3] , l’aspirante fumet­ti­sta amata da Yeti, e Vol­ker, il tede­sco che nel fumetto è uno dei co-protagonisti prin­ci­pali; la sequenza ambien­tata nel cimi­tero di Bagneux è nar­rata anche in una pagina del dia­rio [4] ; lo stesso vale per l’esperienza lavo­ra­tiva nel call cen­ter, che in una car­to­lina [5] è descritta da un’angolatura diversa rispetto a que­sto volume; un altro punto di con­tatto è la festa dei bour­geois bohé­miens, che da diver­tente reso­conto degli incon­tri nel piscia­toio [6] diventa uno snodo dram­ma­tico in Yeti [7] .

Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="188" width="218" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-27843" />Forse anche lo stesso Yeti è già pre­sente in maniera embrio­nale nei fumetti pub­bli­cati in rete [8] . In un’intervista rila­sciata al sito fran­cese BoDoi [9] l’autore ha rac­con­tato che il per­so­nag­gio è nato nel 2007 quando lavo­rava in un call cen­ter.
Per distrarsi aveva dise­gnato lo Yeti, chia­mato al tempo “puz­zetto” (parola inven­tata che nasce dall’unione di puzza e pupaz­zetto), da mostrare alla ragazza seduta di fianco a lui.

Yeti però non è un rifa­ci­mento del dia­rio pari­gino. Va notato che l’autore passa dall’autobiografia del dia­rio alla fusione fra bio­gra­fia e favola di Yeti, non­ché dal bianco e nero al colore.

Quello che Tota vuole fare con Yeti è raccontare:

la vita che fanno i ragazzi tra i 20 e i 30 anni che si spo­stano, per inquie­tu­dine e per curio­sità, nella comu­nità euro­pea. In pra­tica la vita mia e dei miei amici in una città come Parigi. Solo che invece di pro­ce­dere con­ti­nuando sulla strada dell’autobiografia, ho scelto una porta late­rale, quella di un per­so­nag­gio che fosse una meta­fora visiva: che fosse asso­lu­ta­mente “sba­gliato” nel con­te­sto della grande città. Per gli altri per­so­naggi ho con­ti­nuato a usare, come nei diari, le fisio­no­mie delle per­sone che mi cir­con­dano, ma ne ho stra­volto la psi­co­lo­gia. Reci­tano come attori in un film, e il copione cor­ri­sponde solo a tratti alla loro vita.

La scelta di met­tere da parte la nar­ra­zione dell’esperienza per­so­nale per rac­con­tare una situa­zione che riguarda molti ragazzi che per neces­sità o per scelta si recano all’estero viene messa in pra­tica attra­verso la crea­zione di un per­so­nag­gio che, nella sua man­canza di forma, potrebbe essere chiun­que. A un inter­vi­sta­tore che ha notato una certa somi­glianza tra Tota e l’Alessandro del fumetto, l’autore risponde:

Que­sta cosa del per­so­nag­gio non deve trarre in inganno: non fac­cio più auto­bio­gra­fia. Ho lavo­rato così per un paio d’anni, ma adesso, qua­lora mi si rico­no­scesse, biso­gna inten­derla allo stesso modo di un regi­sta che sta inter­pre­tando un cam­meo nel suo film.((Giuseppe Frac­cal­vieri, Yeti, esor­dio a fumetti per Ales­san­dro Tota, in www.linkredulo.it/spettacoli-e-cultura/1285-yeti-esordio-a-fumetti-di-alessandro-tota.html, 2010.))

Come scrive Fran­ce­sco Boille su Internazionale:

Die­tro l’apparenza da fiaba con­tem­po­ra­nea si celano con­te­nuti cupi e disin­can­tati, inter­ro­ga­zioni pro­fonde. L’alienazione più comune, il lavoro di tanti gio­vani con­fi­nati nel pre­ca­riato (i call cen­ter), la noia con­su­mi­stica, l’indifferenza verso i nuovi poveri – sem­pre più nume­rosi – rac­con­tati come una cro­naca della quo­ti­dia­nità dal sapore auto­bio­gra­fico. [10]

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L’utilizzo di un per­so­nag­gio del genere – rosa, puro, informe – com­porta un ine­vi­ta­bile allon­ta­na­mento da una nar­ra­zione rea­li­stica, che in Yeti rimane comun­que pre­do­mi­nante ma viene con­ta­mi­nata con l’elemento della favola. Con un approc­cio del genere è impos­si­bile per l’autore con­ti­nuare sulla strada del bianco e nero tra­san­dato uti­liz­zato per il dia­rio: l’uso del colore è d’obbligo e il tratto diventa più rigo­roso.
E’ nella dire­zione della favola che va l’autore quando decide di creare un inci­pit com­po­sto da testi dat­ti­lo­scritti affian­cati da illu­stra­zioni nelle quali com­pa­iono per­so­naggi antro­po­morfi, ed è anti-realistico il modo in cui parla Yeti e in cui gli altri per­so­naggi rispon­dono ai suoi “gnù”. L’autore ha par­lato delle pagine ini­ziali di Yeti in un’intervista rila­sciata a Linus:

le prime dieci pagine, in realtà, sono un falso! Un falso Tomi Unge­rer, uno dei miei dise­gna­tori pre­fe­riti, anche se oggi non lo cono­sce quasi nes­suno. Quelle tavole sono cita­zione inte­grale di un suo libro… e penso che ci sia anche molto di Robert Crumb. Nel modo di dise­gnare gli ani­mali, non ho altri rife­ri­menti oltre a Fritz il Gatto. [11]

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La verità/menzogna è col­lo­cata in un punto cru­ciale di Yeti. Durante una festa Ales­san­dro mette lo Yeti di fronte alla realtà:

Lei… Cate­rina… Non è che si stia com­por­tando tanto bene con te, sai? Per­ché… Tu sei tutto preso, no? E quello che lei ti dà ti sem­bra oro. A ogni minimo segnale tu sco­din­zoli e fai le capriole come un cagno­lino… Ma lei ti dà le bri­ciole, capi­sci? (…) Ma li vedi o no, gli altri? Hanno bei vestiti, sono ben pagati, sono a loro agio nel Mondo, sco­pano! Insomma que­sta è la società del benes­sere! Tu non puoi essere come loro!

Yeti si sco­rag­gia e decide di andar­sene da Parigi. Ma è dav­vero la verità quella che Ales­san­dro ha detto allo Yeti? Dopo la scom­parsa dello strano essere rosa, Cate­rina si pre­oc­cupa e vuole chia­mare la poli­zia. Ales­san­dro le spiega che lo Yeti se ne è andato senza salu­tarli perché:Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="188" width="240" alt="Yeti di Alessandro Tota: tra favola e realtà >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27834" />

Que­sta è Parigi! Se non ce la fai a stare a galla, affondi! Non era il posto per lui! Gliel’ho anche detto! La verità! Io dico sem­pre la verità!

Cate­rina ribatte in modo secco:

Tu dici un muc­chio di stronzate!

Yeti, non a caso il primo libro a fumetti dell’autore, può quindi essere visto come un punto d’arrivo della prima fase della car­riera fumet­ti­stica di Ales­san­dro Tota, una sin­tesi gra­fica e con­te­nu­ti­stica di quanto ha rea­liz­zato negli ultimi cin­que anni.

Abbiamo par­lato di:
Yeti
Ales­san­dro Tota
Coco­nino–Fan­dango, 2010
112 pagine, bros­su­rato, colori — 15,00€
ISBN: 978−88−7618−155−9

Rife­ri­menti:
Coco­nino Press: www.coconinopress.com
Ales­san­dro Tota, il blog: pupazzetti.splinder.com
Ales­san­dro Tota, diari: totadiari.splinder.com

Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Parigi, in http://pupazzetti.splinder.com/post/19285662, 2008; Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Bari, in http://pupazzetti.splinder.com/post/21154886, 2009; Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Lon­dra, in http://pupazzetti.splinder.com/post/22252269, 2010.

Note:

  1. Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Parigi, in pupazzetti.splinder.com/post/19285662, 2008; Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Bari, in pupazzetti.splinder.com/post/21154886, 2009; Ales­san­dro Tota, Car­to­lina da Lon­dra, in pupazzetti.splinder.com/post/22252269, 2010. [↩]
  2. Ales­san­dro Tota, L’arte della fuga, in pupazzetti.splinder.com/post/4976830, 2005. [↩]
  3. per esem­pio in Ales­san­dro Tota, Les Ita­lien­nes, in pupazzetti.splinder.com/post/7234596, 2006. [↩]
  4. Ales­san­dro Tota, Les Jour­nes Zuzzù. Jour­nal avec Cate­rina, in pupazzetti.splinder.com/post/7313828, 2006. [↩]
  5. Ales­san­dro Tota, Non sor­ri­dere mai, in pupazzetti.splinder.com/post/17493013, 2008. [↩]
  6. Ales­san­dro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/7784150, 2006. [↩]
  7. Inol­tre la prima vignetta di Ales­san­dro Tota, Yeti, Coco­nino Press, Bolo­gna, 2010, pag. 93 è rica­vata da Ales­san­dro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/10112459, 2006. [↩]
  8. Il per­so­nag­gio che com­pare ad esem­pio in Ales­san­dro Tota, senza titolo, in pupazzetti.splinder.com/post/9059267, 2006. In pupazzetti.splinder.com/post/10067022 c’è una ver­sione a colori di quel per­so­nag­gio dise­gnata per la rivi­sta fin­lan­dese Kuti Kuti Tabloid. [↩]
  9. Lau­rence Le Saux, Ales­san­dro Tota des­sine sa “Terre d’accueil, in www.bodoi.info/magazine/2010–01-22/alessandro-tota-dessine-sa-terre-daccueil/28156, 2010. [↩]
  10. Fran­ce­sco Boille, Yeti, in www.internazionale.it/i-libri-della-settimana-20/, 2010. [↩]
  11. Michele R. Serra, Yeti in terra di Fran­cia, in linus.net/2010/08/yeti-in-terra-di-francia-di-michele-r-serra/, 2010. [↩]
  12. Ales­san­dro Tota, Fra­telli, in AA.VV., Gli intrusi, Coco­nino Press, 2007. [↩]

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