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Zappa?

Da Alberto Murru @Albob_Mu

 

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La presentazione era stata patetica, avrei imparato di più da una conversazione in vigna con mio nonno. Eppure tutti erano entusiasti, alzavano la mano e intervenivano, ognuno diceva la sua, ognuno contribuiva al fermento generale raccontando esperienze o sogni inutili. Non mi aspettavo né tanta partecipazione attiva, né tanta partecipazione in generale; eravamo circa cinquanta, per lo più ragazzi sulla trentina, chi superava la soglia d’età aveva gli occhi chiusi e se la dormiva sulla poltrona.

Avrei voluto tenere a freno il mio carattere e riuscire ad ascoltare tutti gli interventi, ma fu proprio la parola “orto urbano” che mi fece drizzare sulla sedia e mi spinse ad alzare la mano. In quell’alzata di mano c’era un po’ di tutto, c’era rabbia repressa e voglia di sfida; c’era la voglia di cancellare la mia carriera universitaria e tornare da dove ero partito una volta uscito dalla scuola superiore, c’era la voglia di riprendere l’idea che mi aveva sempre rapito, fare l’agricoltore. Così nella foga troncai i discorsi e m’alzai in piedi, non presi neppure il microfono, ero dotato di buona voce e sapevo come farmi sentire:

- Scusate i modi ma purtroppo ne ho abbastanza!

- Ei, ma che modi sono!? – mi urlò un ragazzo con la barba da eremita che si trovava in mezzo alla sala, a poche sedie da me.

- Mi sono scusato proprio per questo, non riuscivo più ad ascoltare i vostri discorsi da sognatori, da avanguardisti .. quello di cui parlate esiste già, si chiama agricoltura, e si fa nelle campagne, non nelle aiuole di Piazza del Carmine o al secondo piano di un appartamento!

Tutti iniziarono a mormorare e iniziò a crescere la mia sensazione che di li a poco sarei stato linciato dalla platea; qualcuno faceva brutte facce e poi mi indicava con un dito, io continuai comunque:

- Non vorrei neppure sapere chi ha avuto l’idea di chiamare questa conferenza “il Bioagricoltore Moderno” perché mi verrebbe voglia di fargli seminare un ettaro di terreno a cavallo della sua bicicletta a scatto fisso! – continuai malgrado alcuni insulti che giungevano da lontano – Rispettando la descrizione della vostra figura lavorativa, della vostra nuova figura lavorativa, insomma “il Bioagricoltore Moderno” sarebbe proprio mio nonno!

Tutti scoppiarono a ridere rimbalzando sulla sedia. Il ragazzo che si trovava sul tavolo dell’organizzazione prese il microfono e mi chiese dopo qualche secondo di fragorosa risata:

- Si ma tuo nonno, come andava al lavoro in campagna?

- In bici! Portava una borsa, scarpe da lavoro, pantaloni rattoppati alla bene e meglio e maglione. Lasciava sempre un po’ di barba per domare il gelo dell’inverno, in testa un cappello.

Tutti rimasero in silenzio, il ragazzo con il microfono non disse più nulla per qualche minuto. Iniziò a crescere un brusio generale, interrotto poi da una nuova domanda

- Parlaci ancora di tuo nonno!

Tutti continuarono con nuovi interrogativi, osservazioni, tutti ascoltavano attentamente.

Dopo qualche minuto la sala si era svuotata, nessuno voleva più essere un Bioagricoltore.

Mio Nonno era Hipster?


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