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Zeitgeist fessologia dello spirito

Creato il 24 dicembre 2011 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

Zeitgeist fessologia dello spirito
 Post-fazione a scoppio anticipato
Hegel scrisse una prefazione alla sua fenomenologia dello spirito che era in realtà una post-fazione, in quanto scritta posteriormente alla redazione dell’opera stessa. Opera monumentale, alla quale aveva lavorato alacremente. Evidentemente si era reso conto di dover aggiungere qualcosa di non poco conto su quello che era l’intento della fenomenologia e, al tempo stesso, sentiva l’esigenza di aggiornare il suo punto di vista sulla visione romantica dell’assoluto. Troppi autori secondo Hegel si erano pasciuti beatamente dell’idea di un’ universalità astratta, di quell’assoluto del cosiddetto “colpo di pistola”. L’assoluto doveva essere un processo di scissione e riunificazione per elevarsi a determinatezza.
Cosa c’entra tutto questo con quello che sto per fare? Ma è chiaro: anche io ho scritto questa prefazione posteriormente a tutto il mammatrone di roba che vi sciropperete nei prossimi sei articoli. Quindi anche io, come Hegel (il paragone, ça va sans dire, mi sembra più che calzante) ho scritto una post-fazione che è ora diventata una prefazione. E come se non bastassero i paralleli aggiungerò che c’azzecca anche lo spirito. Non quello della fenomenologia, ma quello del tempo, cioè Zeitgeist (spirito del tempo), nel senso della serie di documentari che il regista Peter Joseph ha girato fra il 2007 e il 2010.
L’aggiunta è doverosa, perché avendo appena finito di vedere l’ultimo episodio della serie, Zeitgeist Moving Forward, e avendo visto ieri alcuni filmati dal sito di Zeitgeist Italia, devo fare alcune considerazioni e pormi alcune domande.
Cominciamo con le domande: come mai i primi due episodi della serie sciorinano tutti i luoghi comuni del complottismo da terzo millennio, mentre questo Zeitgeist Moving Forward si tiene alla larga da tutto ciò? Perché nel primo episodio si paventa l’ascesa di un nuovo ordine mondiale, controllato dai soliti banchieri infami con tanto di nomi e cognomi, e in questo caso ci si limita a parlare blandamente di inflazione? Come mai nel 2010 Joseph e soci ci tengono a dire che non esiste “ una qualche congiura segreta che controlla il mondo”, mentre appena tre anni prima sostenevano che c’era una cospirazione che tesseva i fili della storia dal complotto cristiano\massonico fino all’11 settembre? Questi e altri sono gli interrogativi che mi sono posto e che rimangono per il momento senza risposta. Certo che guardando il video sulla conferenza dei ragazzi di Zeitgeist Italia, e in special modo l’intervento di Federico Pistono, qualche dubbio che una vena complottista ancora serpeggi mi sorge. Infatti il giovane ex grillino, genietto dell’informatica, ma un po’ impacciato nell’approccio comunicativo, fra un discorso sulla sostenibilità, e uno sul rilancio delle risorse contro il Dio denaro (tutti temi cari a quest’ultima versione di Zeitgeist), si lascia scappare la vecchia storia del microchip sottocutaneo. Niente di strano: alla fine del primo documentario, Zeitgeist the movie del 2007, si vede Aaron Russo (personaggio noto solo ai super aggiornati sui complotti del NWO) che riporta alcuni stralci di una sua conversazione con Nick Rockfeller, il quale gli avrebbe rivelato (chissà perché proprio a lui) il piano per la progettazione di una serie di microchip da impiantare sotto la pelle dei cittadini ignari (chissà in che modo) per controllarne i movimenti. Tutto questo ovviamente in nome del NWO, ovvero del nuovo ordine mondiale.
Ecco le considerazioni. Zeitgeist nel complesso mi sembra un’operazione mediatica piuttosto furba, messa in atto da gente che ne capisce di manipolazione comunicativa. Direi che i tre episodi potrebbero essere paragonati ad una sorta di passaggio iniziatico, visto che a mio avviso quelli di Zeitgeist  hanno anche l’ambizione di fondare una nuova religione: inferno, purgatorio, paradiso. Infatti il primo episodio della serie ci va con la motosega: insulti e sberleffi per la religione cristiana; teorie sul complotto trite e ritrite sull’11 settembre e infine la solita solfa sul controllo globale. Il tutto condito con un linguaggio volgare ed un approccio comunicativo aggressivo e populista: questo è l’inferno. Le anime sono pronte per traghettare verso il Purgatorio, cioè Zeitgeist Addendum; molto più soft nei contenuti e nella forma. Eliminati gli attacchi alla religione, ma tenuta alta la retorica sull’usura del monetarismo bancario; comincia a fare capolino il volto vecchio e saggio di Jacque Fresco che attacca un pippone tremendo sulle risorse, la liberazione dal denaro, le tecnologie ecc. Ed ecco che le anime sono definitivamente pronte per il paradiso: Zeitgeist Moving Forward. Qui i toni sono quelli che ho descritto poco sopra: profilo basso, molta meno retorica e la presenza di personalità qualificate che portano il loro contributo. Se non fosse per i soliti filmatini dimostrativi per bambini scemi si potrebbe quasi definire un documentario.
Zeitgeist fessologia dello spirito
 Quindi prima si usa la motosega e si fanno imbufalire i cattolici creazionisti attaccandoli in modo dozzinale. Poi si usa la sciabola e quindi il fioretto. Complimenti, bella trappola. Sarò malfidato, ma continuo a credere che Quelli di Zeitgeist stiano preparando l’offensiva finale della new age alla cultura dominante.Ma forse la new age è già cultura dominante e non ce ne siamo accorti.
Per il resto ho poco da aggiungere. Il documentario Zeitgeist Moving Forward  tratta temi quali la sostenibilità, l’economia basata sulle risorse e non sul denaro, l’open source, e quello che Zeitgeist insieme ad un equipe di dotti, medici e sapienti chiamano stress psicosociale, che poi sarebbe lo scazzo da vittima del capitalismo. Già, perché in un intervista del 74’, Jacque Fresco, eminenza grigia dell’iniziativa mediatica Zeitgeist nonché ideatore del Venus Project, dichiarava “ né comunismo, nè fascismo, né destra, né sinistra, dico solo che se il capitalismo 35 anni fa funzionava, oggi è finito”. Va anche detto che se all’inizio il Venus Project è stato quasi un tutt’uno con lo Zeitgeist movement, poi nell’aprile del 2011 è avvenuta la scissione. Può essere questa una delle cause del ripensamento ideologico e soprattutto metodologico nelle scelte dei documentaristi? Altra domanda irrisolta. Fatto sta che guardando questo Zeitgeist Moving Forward, indipendentemente se ci piacciano o meno le idee che vengono proposte, come dicevo prima,  si può quasi parlare di documentario, mentre nei due casi precedenti no. Qui non si cerca di screditare un qualsivoglia avversario a colpi di machete, qui non si rimediano fonti inattendibili selezionate alla bene e meglio; qui si evitano toni scurrili, battutacce da taverna e qualsiasi altra cosa che possa togliere credibilità ad un evento mediatico. Qui intervengono studiosi che hanno un credito magari solo in America, visto che basta cercare Sapolsky, Mate, Wilkinson e Gilligan sulla wikipedia italiana o francese e non ci sono, sempre che questo non dipenda, come è ben probabile da un ritardo europeo,  ma quanto meno, se anche Zeitgeist è riuscita a raggiungere credibilità verso un certo tipo di establishment esclusivamente U.S.A. è già un fatto rilevante, perché i personaggi di cui si era servito fino al 2007 erano di dubbia fama, oppure non godevano di alcun credito presso gli ambienti accademici che contano.
Dopo queste sviolinate accompagnate da qualche legittimo dubbio, do appuntamento all’articolo successivo, cioè alla prefazione vera e propria. Chiarisco sin da subito che a partire da questo momento chiuderò i ponti con la “semifelice” esperienza Moving Forward, per scagliarmi senza fare sconti contro le pietosa operazione inclusa all’interno del primo documentario Zeitgeist the movie del 2007, e per la precisione la I parte: “la più grande storia mai raccontata”.  Inauguro così la mia Fessologia dello spirito. E fesso io per primo che gli ho dedicato ben 7 articoli.
Qui il seguito http://caffescorretto.blogspot.com/2011/12/zeitgeist-fessologia-dello-spirito-ii.html

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