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Zero Zero Zero: l’Oro Bianco del Mondo

Creato il 30 aprile 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Cristian Sciacca 30 aprile 2013 Zero Zero Zero: l’Oro Bianco del Mondo

Semplice constatazione: Roberto Saviano è ormai diventato un fenomeno culturale e sociale. Fra fugaci ma incisivi passaggi in TV e collaborazioni con periodici di tutta Europa, si è guadagnato la qualifica di guru di qualità. In molti avevano però dimenticato cosa facesse Saviano prima di diventare Saviano. La sua ultima fatica, Zero Zero Zero (edito da Feltrinelli) ci ricorda che siamo di fronte, prima di tutto, ad uno scrittore, e pure bravo: sì, perché per poter accompagnare il lettore fino alla fine del viaggio, lungo quattrocentocinquanta pagine piene di nomi e fredde cifre, ci vuole un talento letterario e comunicativo fuori dal comune. Una scrittura chiara e scorrevole, che rende il tour de force coinvolgente e sostenibile, catapultandoci sin dal principio in un universo di nomi, luoghi e date, tutti elementi al servizio della star indiscussa dell’opera: la cocaina, il primo motore dell’economia globale, secondo Saviano. Un lavoro di ricerche durato sette anni, iniziato subito dopo la pubblicazione di Gomorra, con cui Zero Zero Zero condivide diversi elementi: se Gomorra, descrivendo il “Sistema” dall’interno, rappresentava un prodotto, un pianeta criminale, quello di Zero Zero Zero è il punto d’origine di tutto, il “big bang”. Saviano ci mostra i luoghi in cui vengono prese le decisioni, ci fa fare il giro del mondo del narcotraffico, passando per il riciclaggio, le faide, la struttura delle diverse organizzazioni criminali. Ogni cosa al servizio di due divinità: potere e denaro. È un libro-inchiesta dunque, non privo di approccio romanzato (alle volte sembra di sentir parlare Carlo Lucarelli, ma non è un punto a sfavore) e ricco di riferimenti alla situazione personale dell’autore: la lontananza dalla sua terra, il peso delle responsabilità, l’amarezza per il proseguire senza sosta della “macchina del fango”. Si evita però il rischio di scadere nel patetico o nell’autocommiserazione. Inoltre, nella miriade di personaggi che Saviano ci presenta, quando incontriamo situazioni simili alla sua, l’immedesimazione è inevitabile. È così che leggiamo del giornalista Christian Poveda, ucciso a El Salvador nel 2009 dalla gang Mara Salvatrucha e pensiamo alle paure di Saviano. Ma la mente va anche a Giancarlo Siani, Anna Politkovskaja e tutti gli altri assassinati in passato per aver detto o scritto troppo. Non per nulla, il capitolo in questione è intitolato Chi racconta muore.

Zero Zero Zero: l’Oro Bianco del Mondo

Fra narcos latinoamericani (ognuno di loro presentato con nome, cognome e nomignolo) e la potente Mafija russa, fra la guerra dei cartelli messicani e l’ascesa della ‘Ndrangheta grazie alla polvere bianca, l’obiettivo di Saviano è quello di farci considerare la coca non tanto come qualcosa da evitare ma come l’elemento che più di ogni altro genera guadagno, e di conseguenza viene a costituire un punto cardine dell’economia non solo del più turbolento paese sudamericano ma addirittura della nazione forte per antonomasia, gli Stati Uniti. Si delinea quindi un enorme ed impressionante circolo vizioso, in cui confluiscono gli interessi del signorotto di quartiere e dei funzionari pubblici e, su scala più vasta, quelli dei capi del narcotraffico e dei vertici della finanza. Il tutto viene descritto senza censure: vengono fatti nomi di banche coinvolte o “broker della droga” che ancora spadroneggiano. Senza eccessi: nessun accenno di didascalismo o paternalismo della serie “non drogatevi che fa male”. E soprattutto, forse la cosa più apprezzabile, mettendo al bando qualsiasi tipo di complottismo: la crisi economica globale ha più di un responsabile, ma uno dei principali, quello che gonfia i profitti dei grandi e strangola i piccoli, è appunto la coca. Il primo responsabile non è un membro del NWO o di una potente lobby, ma chi alimenta questo enorme cancro, ovvero chi la coca la consuma, chi si rende schiavo della “droga performante”, «chi è seduto accanto a te adesso, oppure proprio tu stesso». Lucidità, passione, spirito critico e d’analisi: Saviano azzarda anche un’utopica proposta per debellare il fenomeno. Alla fine del viaggio, oltre al peso di un mondo guasto sulle spalle, rimane anche la consapevolezza di aver letto le parole di un uomo dal senso civico esemplare: non tanto per il coraggio che mostra, quanto per la sua voglia di emancipare chi legge. Raccontando.

Zero Zero Zero: l’Oro Bianco del Mondo

 


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