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Zinedine Zidane: la “macchina perfetta” (by Bruce Wayne)

Creato il 08 agosto 2013 da Simo785

Zinedine Zidane: la “macchina perfetta” (by Bruce Wayne)

Zinedine Zidane: la “macchina perfetta”

Se mi si chiede cosa perdonerei più facilmente, tra la sua testata sul petto di Materazzi e la “mano de Dios” di Maradona, non ho dubbi. Nel gesto del “pibe de oro” c’era il gusto della truffa – il gesto guascone, il piacere della bravata – che, purtroppo, spesso caratterizza noi latini. Nella sua craniata al difensore dell’Inter c’era la rabbia di chi sa che la sua carriera si chiude lì, e lì tutto si gioca. Uno scatto di nervi che può risultare comprensibile, insomma: non l’esibizione della furfanteria. D’altronde Zinedine Zidane tutto era meno che un furfante. Grande coordinatore di gioco, eccellente fromboliere ed ottimo finalizzatore, è stato con tutta probabilità il calciatore più forte del suo tempo, e senz’altro il più affidabile e continuo nelle prestazioni.

Zinedine Zidane: la “macchina perfetta” (by Bruce Wayne)

Francese di origini algerine, arrivò alla Juventus dopo aver mostrato che le sue doti di atleta erano decisamente troppo sopraffine per esprimersi solo nel pur rispettabilissimo campionato d’Oltralpe con la maglia del Bordeaux. E tra i bianconeri risultò da subito – e continuativamente – un punto di riferimento insostituibile, di quelli senza i quali nemmeno campioni come Alessandro Del Piero o astuti goleador come Filippo Inzaghi avrebbero potuto brillare come poi hanno effettivamente fatto. Né, d’altra parte, potrebbero essere pensabili i successi della Nazionale francese ai Mondiali del ’98 e agli Europei del 2000 – successi che, specie nel secondo caso, noi italiani ricordiamo con un po’ d’amaro in bocca – senza la sua presenza in campo.

Zinedine Zidane: la “macchina perfetta” (by Bruce Wayne)

Dovendo trovare un precedente “illustre” a cui paragonare Zidane, molto probabilmente, occorrerebbe tornare con la mente alle imprese del grande Real Madrid degli anni Cinquanta, nel quale giocava un fuoriclasse come Alfredo Di Stefano. È alla “macchina perfetta” (come veniva soprannominato il campione argentino dai suoi tifosi) che, infatti, Zinedine Zidane sembra assomigliare di più, in virtù delle sue poliedriche virtù di atleta completo, dotato di notevole forza fisica e di grandissime qualità tecniche.


Purtroppo quella testata rifilata a Materazzi ha fatto sì che la sua carriera si chiudesse con un cartellino rosso durante la finale dei Mondiali del 2006. Ma, come ho detto all’inizio, quell’episodio può essere considerato come uno scatto di nervi. Uno di quelli che prendono il sopravvento in quei campioni veri che, dopo aver mantenuto il dominio di se stessi e del gioco per una carriera intera, perdono il controllo a causa delle sciocchezze di un provocatore.

 


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