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Zombie Hospital – cose zozze tra dottori e infermiere

Creato il 07 ottobre 2010 da Soloparolesparse

Curioso prodotto questo Zombie Hospital, horror sui generis firmato da Elza Kephart nel 2003 e che pian piano sta facendo il giro del mondo nei formati più disparati.

Zombie Hospital – cose zozze tra dottori e infermiere

Patsy è infermiera in un ospedale un po’ ambiguo, dove l’occupazione principale delle sue colleghe è quella di ben figurare agli occhi del dottor Dox per finirci a letto.
Patsy però è bruttina, impacciata e molto timida, e diventa così oggetto di scherno da parte delle altre infermiere.
Un giorno però si presenta al pronto soccorso un taglialegna con un’ascia pianata in testa, in condizioni apparentemente buone.
In realtà l’umo è diventato uno zombie e mordendo ad una mano Patsy trasforma anche lei.

Solo che la trasformazione, che è molto lenta, cambia il modo di vivere ed il fascino della ragazza. Ora Patsy è la più bella delle infermiere, conquista il dottor Dox (e tutti gli uomini dell’ospedale) ed è invidiata da tutti.
Certo il fatto di perdere brandelli di carne ed essere costretta a far sparire cadaveri per cibarsi è un problema non da poco.
Goodie scoprirà il suo segreto e proverà a sconfiggerla.

Zombie Hospital è una specie di ironica parodia di se stesso.
Il bianco e nero che brilla per tutto il film lo rende decisamente elegante, ma sminuisce decisamente gli aspetti splatter che non mancherebbero (per capirci, non siamo dalle parti di La notte dei morti viventi e la cosa è evidente).

Zombie Hospital – cose zozze tra dottori e infermiere

Le caricature dei personaggi sono però talmente eccessive da diventare funzionali e divertenti.
Karl Gerhardt, la bionda e scosciata Samantha Slan e la stessa protagonista Anne Day-Jones (che in tutto il film dirà si e non un paio di battute) sono bravi a prendersi in giro e a reggere per tutto il film.

Nell’insieme però il risultato non è sufficientemente divertente per meritarsi un buon voto, sebbene non manchino l’ironia ed alcune situazioni ottimamente create.
Splendido – per esempio – lo zombie innamorato con cui la vicenda prende il via.
Così come è decisamente ironica la sequenza in cui l’infermiera spolpa un cadavere letteralmente fino all’osso.
E buoni sono anche i sogni di Patsy, i momenti in cui si godono i migliori momenti horror.

La novità è che per la prima volta (diciamo “una delle” prime volte) gli zombie non sono schiere di comprimari ma i veri protagonisti del film.
Ed in più la trasformazione in zombie non è vista come un crollo ed un imbruttimento ma come un passaggio ad uno stato decisamente più fascinoso e desiderabile, al punto che la protagonista diventa strafiga e gli infermieri sbavano (letteralmente) al suo passaggio.

Giudizio sintetico: nuovo e divertente, ma non abbastanza.


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