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Zoopornografia un mercato in aumento

Creato il 10 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Zoopornografia un mercato in aumentoIn questi giorni ha fatto molto scalpore la notizia che campeggiava nelle prime pagine dei giornali sardi di un pastore di Vilaperuccio (C-I) che ha rubato una cagnetta ad un suo vicino ed è stato sorpreso mentre la violentava. Questo fatto riporta alla mente gli immortali luoghi comuni – anche se in realtà il loro fondamento di verità lo hanno – sui sardi e in particolare sui pastori sardi che li vorrebbero spesso e volentieri in atteggiamenti intimi con i loro animali.

Seppur l’increscioso avvenimento può sembrare un caso isolato, frutto di una situazione di vita e psicologica disastrata (e in questo caso sicuramente lo è), in realtà non è così.

E’ un argomento tabù o semplicemente poco conosciuto che meriterebbe più attenzione e controlli visti i livelli allarmanti che si stanno raggiungendo, sia in Italia sia nel resto del mondo.

La pratica dell’accoppiarsi con gli animali, di provare sentimenti o desiderio nei loro confronti è detta zoofilia (dal greco Ζῴoν, animale e φιλία, amore) o zooerastia. Questa è definita una devianza e una perversione sessuale ma non rientra, se non in casi estremi, nella sfera psichiatrica e psicopatologica.

La zoofilia nella storia

La storia e in particolare la mitologia non si sottraggono dal raccontarci precedenti inerenti questa pratica, soprattutto il mito greco ci racconta di Pasifae che si unì con un toro e generò il minotauro oppure delle tante vicende di Zeus che si trasformò in cigno e in toro per avere rapporti carnali con altrettante donne. “Il sesso con gli animali potrebbe essere antico quanto il sesso stesso. Da tempo immemorabile, questa abitudine è stata descritta nella musica folk, in teatro, nelle barzellette e nelle tradizioni orali. In alcune antiche civiltà vi erano templi o rituali designati appositamente per le pratiche di zoofilia” è la dichiarazione rilasciata proprio ieri da Stênio de Cássio Zequi, un urologo di San Paolo del Brasile che ha portato avanti un importante studio medico su questa pratica visto l’elevato numero di zoofili presenti nella sua terra d’origine.

L’urologo ci tiene a precisare che “non è un comportamento sessuale limitato alle popolazioni rurali povere”.

In Europa

Pare proprio che il dr.Zequi abbia ragione, difatti questa pratica è in grande aumento nei paesi europei dove grazie all’inesistenza di leggi ma soprattutto a internet c’è un giro di affari per oltre 70 milioni di euro. Esistono decine di migliaia di siti a carattere zoopornografico con video e film gratuiti e a pagamento con annunci e richieste di appuntamenti con animali. Cani, cavalli, asini e galline sono gli animali più richiesti e utilizzati.

I Paesi Bassi sono l’unico paese che ha approvato una legge ad hoc contro la zoo pornografia, vietando in ogni caso la riproduzione e la diffusione di materiale video.

In tutto il resto d’Europa non ci sono delle leggi apposite poiché ufficialmente non può essere definito maltrattamento animale. La Spagna, già tristemente famosa per le corride e le perreras, e i paesi scandinavi paiono essere i più tolleranti. Come si apprende dalle pagine internet di Libero in Danimarca esisterebbero dei bordelli animali che attraggono clienti dai più vari paesi d’Europa creando così un abominevole turismo sessuale animale.

In Italia

Secondo l’Aidaa (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente), l’associazione animalista italiana più attiva contro la zoofilia, nel nostro paese esistono 8.810 siti a tematica porno animale con video e foto dove inoltre si possono ‘noleggiare’ a pagamento gli animali. Si stima un giro di affari di venti milioni d’euro l’anno che coinvolge circa 60 mila persone. Il dato più spaventoso è che “in Italia una persona su mille è stata coinvolta in atti sessuali con animali”, ma sulla veridicità di quest’ultimo il sottoscritto rimane molto scettico.

Per far capire l’ampiezza del fenomeno si può andare nel sito della Camera dei Deputati, nella documentazione della Commissione Antimafia, dove si parla delle principali illiceità delle ecomafie e si può leggere che tra queste rientra il commercio illegale di specie animali protette: corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazione clandestina, traffico di fauna esotica o protetta, racket degli animali e loro derivati (es. avorio, pellame), doping, bracconaggio e zoopornografia: sono queste le voci più significative dei profitti criminali a danno degli animali.

Conclusioni

Non possiamo sapere con certezza se il subire un abuso sessuale per gli animali sia un maltrattamento e provochi solo dolore – anche se le conseguenze quali le cure riabilitative o molto spesso la morte non lasciano spazio ai dubbi – di certo a volte per loro è meno doloroso del subire le innaturali pratiche della vivisezione o dell’internamento negli allevamenti intensivi dove trascorrono una vita-non vita sfruttati dai propri aguzzini per poi essere sgozzati, macellati, ingeriti o fatti a veste.

Non possiamo neanche condannare e bollare a priori come criminali le persone attratte dagli animali che sicuramente hanno instabilità mentali e per questo devono essere aiutate e non represse.

Una riflessione va fatta sul mercato che non conosce limiti, non guarda in faccia a nessuno e sfrutta le situazioni di disagio perché si può fare profitto ed è quello che conta. Il mercato chiaramente è portato avanti da delle persone, le quali di certo non sono guidate dal poco raziocinio quanto dalla poca etica.

Se si pensa che il mercato zoo pornografico e quello pedopornografico viaggiano assieme non ci son dubbi su chi sia il vero criminale.

Marco Contu 


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