Puntuale come la Morte, nel pomeriggio mi sono vista comparire sul telefunken il prevedibile ma inaspettato messaggio del giorno dopo.
Leggo.
“Ciao! Come va? Ti sei annoiata, ieri? Mi ha fatto molto piacere conoscerti e mi piacerebbe risentirti e rivederti! E te, invece?”
Pànico.
No, ma perché la gente mi chiede sempre se mi sono annoiata? Cioè, di solito si chiede Ti sei divertito, ieri?, non ti sei annoiato?.
Avrò dato l’impressione di annoiarmi?
Solo perché ogni tanto la conversazione languiva e io mi guardavo intorno con interesse per vedere cosa bevevano di buono gli altri?
Solo perché gli ho chiesto l’ora un paio di volte e ho trattenuto a stento un po’ di sbadigli?
Solo perché non ho pagato la mia parte di conto col vecchio trucco della banconota intera (Ah, che disdetta…ho solo cinquanta euro interi…non ce l’ho spiccioli)?
Comunque sia, io non ho risposto.
Hofinitoilcredito, mihannorubatoiltelefunken, acasamianonprende, iltuomessaggiomièarrivatoconunasettimanadiritardo…eeeh…questaTim…,
scusileichiè?hopersolamemoria..
O gli dico “Senti, sei stato carino, gentile, simpatico, gioviale, di compagnia, brillante, divertente, sagace, cordiale, amichevole, sincero, spensierato, irriverente, piacevole, solare, adorabile, ironico, una persona che si vorrebbe avere intorno ventiquattr’ore su ventiquattro,
MA
i miei genitori, assai severi, mi hanno messo in punizione per essere rincasata con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario che avevo comunicato,
e quindi non potrò più uscire finché non mi sarò laureata.
Eh, sai, i miei genitori sono inflessibili: quando dicono una cosa, è quella. Mi dispiace, ma mi sa che non ci vedremo per un po’… credimi, mi dispiace tantisssssimo!”.
Oppure gli dico che mi hanno rapito gli aglieni.