Ho deciso, per riempire i giorni che ci separano dalla fine di questo blog (magari tornerò a fare la pendolare ma, ahimé, la stagista è proprio impossibile. A meno che torni all'università... Il che vedo alquanto improbabile) allietandovi con dieci regolette utili per coloro che hanno o progettano un manoscritto nel cassetto.
Ovviamente si tratta di cose, all'apparenza anche banali, che ho imparato durante la mia esperienza sia in casa editrice che come editor e lettrice freelance. Per dare una mano a chi ci vuole provare, ma anche nella speranza che certe castronerie la gente inizi a evitarle.
È necessaria però una piccola premessa, lo svelamento di un segreto di pulcinella.
Molta gente pensa che nelle case editrici ci siano plotoni di persone assunte solo per leggere libri. Ebbene mi duole deludervi: non è così (tranne forse nella grande M, ma non sono sicura), almeno non in Italia. Ci sono professionisti, gli editor, che valutano i testi e con l'autore ci lavorano. Ma in molte case editrici medio-piccole sono anche redattori, quindi il tempo dedicato alla lettura è davvero esiguo.
Non solo: anche nelle case editrici piccole arrivano ogni giorno decine di titoli. Figuratevi quelle medio-grandi. E questi gli invii spontanei. Aggiungetevi gli invii da agenzie letterarie e, se la casa editrice pubblica stranieri, quelli da scout. Queste due categorie hanno ovvia priorità di solito, per un semplice fatto: qualcuno ha già effettuato una selezione. Ci sono dei lettori professionisti, certo. Ma poiché costano si danno di solito loro cose già scremate, ergo a cui si è potuto dedicare almeno un po' di tempo.
Questo per dirvi di evitare le lamentale tipiche di moltissimi aspiranti scrittori "ci mettono troppo, le case editrici sono cattive, non mi capiscono, etc etc etc".
E cercare piuttosto di seguire il buon senso, e questo piccolo decalogo che vi offro.
Ovviamente non posso offrirvi alcuna certezza, solo la speranza di avere qualche chance in più che qualcuno dia uno sguardo al vostro creaturo.