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0030 [A-B USO] Mario Monicelli: ricostruire dov’era ma con nuovi architetti e nuovi materiali

Creato il 07 giugno 2012 da Wilfingarchitettura @wilfing
di Salvatore D'Agostino 
   Mario Monicelli, dieci giorni prima di scegliere la morte, intervistato alla radio da Roberto Silvestri1 a proposito della sua partecipazione nel film documentario di Francesco Paolucci Crepati dentro. Voci per uscire dal silenzio dedicato al dopo terremoto dell’Aquila, con la grinta di un novantacinquenne, lancia un monito, che in questi giorni di nuove città che crollano echeggia attuale. Ho estrapolato l’intervento perché, da non tecnico, le sue osservazioni conservano lo spirito di chi non cristallizza il tempo ma lo respira

   Roberto Silvestri Volevo sapere il suo intervento sull'Aquila.
   Mario Monicelli Il mio intervento sull'Aquila è che gli aquilani, gli abruzzesi, gente dura con le idee chiare e tosta. Devono essere loro i promotori della rinascita dell’Aquila. E la rinascita dell’Aquila, a mio avviso, non può essere quella di ricostruire e stare lì a rimettere in sesto tutte le bellezze, le antichità, la città com'era, cioè un restauro. Un restauro è roba che non si può fare all'Aquila. Se si potesse fare, diventerebbe una città morta, una città fantasma.

   Gli aquilani devono prendere in mano loro (ndr la situazione) per ricostruire la città con nuovi architetti, nuovi materiali, ormai ci sono delle cose strepitose che si possono fare. Ricostruire la città, perché devono essere loro che si riprendono l’anima. Gli è stata stappata l’anima agli aquilani. Mandandoli ad abitare fuori, altrove, a Pescara in case anche decenti ma fuori. Invece devono essere loro a ricostruire, a costringere lo stato, a costruire la città lì dov'era, anche se devono farlo con una certo rispetto dell’urbanistica, dove c’era il portico di rifare il portico eccetera, ma nuovi architetti, nuovi materiali. E devono essere loro stessi che devono ricostruire questa città per ravvivarla anche lì.   Se faranno questo intanto daranno una spinta a questa Italia che va in disfacimento e che non vuole vedere più nulla e si rassegna. Per dire che tutto deve essere rifatto con le nuove forze. Ci sono forze nuove e gli aquilani lo sono, sono aquilani e devono prendere in mano la situazione.   Sicuramente l’hanno interpretato perché già hanno cominciato a fare delle belle manifestazioni. E quindi la ringrazio e credo che questo sarà la nuova Aquila. Una città non è palazzi ma sono energie collettive.  


7 giugno 2012 
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Note: 1 Hollywood party, puntata andata in onda il 19 novembre 2010, radio tre, per riascoltarla qui, inizio minuto 42.25- 44.25.


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