Magazine

0033 [A-B USO] Marco Dezzi Bardeschi | L’architettura vive solo una volta

Creato il 02 dicembre 2012 da Wilfingarchitettura @wilfing
di Marco Dezzi Bardeschi10033 [A-B USO] Marco Dezzi Bardeschi  | L’architettura vive solo una volta
   Sulla «Lettura» Luigi Prestinenza Puglisi2  ha voluto ricordare che il terremoto ci pone di fronte all’alternativa di massimizzare la permanenza dei beni architettonici colpiti e accettando un dialogo creativo tra antico e nuovo o – al contrario – inseguire l’impossibile, inattuale «effetto mummia» del ripristino, con l’ingenua illusione di rimuovere l’accaduto. Trovo sorprendente che alcuni ancora sostengono questa seconda posizione, persino coloro che dovrebbero conoscere a memoria l’articolo 29 del Codice del 2004 dove si definisce il restauro come  «l’intervento diretto sul bene, finalizzato alla conversazione della sua integrità materiale». Altri che regressivi ritorni allo stato quo ante! La grande cultura del restauro di Boito (1883) e quelle che le sono succedute, da Giovannoni (1931) a Gazzola/Pane (Venezia, 1964) per contrastare, nelle intenzioni e negli esiti i tragicomici pastiches delle ricostruzioni analogiche in stile a scapito dell’originale perduto. Questa cultura si è sempre mostrata critica contro il tradimento della Storia e della Memoria dello slogan «com’era, dov’era», coniato da Corrado Ricci a favore dell’equivoca ricostruzione à l’identique del campanile di san Marco a Venezia (1911).
   Perché un critico d’arte come Vittorio Sgarbi, invece di compiacersi di aver convalidato la ricostruzione in immagine delle parti perdute della cupola del duomo di Noto (ormai indistinguibili dai resti sopravvissuti), non si ricorda di una ben diversa scelta da lui adottata per la ricostruzione (evitata) delle teste dei Buddha di Bamiyan? Il restauro – questo insegniamo ai giovani – non è la passiva «riproduzione delle linee originali» perdute. E l’architettura non è riproducibile, proprio come pittura e scultura. Il restauro è conservazione della materia esistente, non la riproduzione in effigie di un’astratta «memoria» metaforica. Neppure il più idealista dei teorici potrebbe oggi sostenere che i materiali nell’architettura sono ininfluenti perché l’architettura è disegno idea, feticcio. L’architettura non è solo disegno di un presunto unico autore, ma opera collettiva, che prende corpo attraverso il lavoro febbrile a creativo di tanti maestri e maestranze che gli danno quella unicità e singolarità destinata a crescere nella vita quotidiana delle generazioni che quell’architettura vivono e nei segni identitari che si accumulano su suoi muri…
   Stento a capire questa totale disattenzione ai valori autografi dell’architettura, alla (peribile ed irriproducibile) autenticità materiale del suo corpo fisico. Che porta ad anacronismi distinguo e a prefigurare una Bella Italia di cartapesta. E stento a capire l’irritata intolleranza verso il progetto del nuovo. Non si può demonizzare il nuovo a favore di un rinunziatario e più consolatorio ritorno feticistico alle maschere del passato, come autoppagante rievocazione in immagine da operetta. «A ogni secolo la sua Arte» era scritto a caratteri capitali sull’edificio della Secession a Vienna. Il patrimonio gravemente ferito dell’Emilia merita rispetto di un ingannevole e sbrigativo slogan inattuale. Basta con tutti i falsi centri storici come improbabili presepi per turisti da shopping. Il cuore storico della nostre città non è un outlet commerciale falso-antico, né un immateriale Paese dei Balocchi della nostra fantasia.

2 luglio 2012 Intersezioni ---> A-B USO COMMENTA_________________________________________Note:  Marco Dezzi Bardeschi: Ingegnere e architetto fiorentino è docente di Restauro al Politecnico di Milano, dove ha fondato il dipartimento di «Storia e Conservazione dei Beni architettonici». È direttore della rivista «Ananke». 1 Marco Dezzi Bardeschi, Il restauro è recupero: l’architettura vive solo una volta, Corriere della Sera – La Lettura, 1 luglio 2012, p. 42 Luigi Prestinenza Puglisi, Sgarbi e Italia Nostra, non ‘salvate’ l’Emilia in stile Disneyland, Corriere della Sera – La Lettura,  17 giugno 2012. Link

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog