“007 Skyfall”: James Bond reloaded

Creato il 26 novembre 2012 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

007 anno zero. Sam Mendes resetta 50 anni di storia cinematografica dell’agente segreto più famoso al mondo e dà il via ad un nuovo corso. Skyfall: due ore e mezza tese, avvincenti, rudi, spettacolari (ma mai verso quel troppo iperbolico alla Mission Impossible) e un colpo di scena con scacco matto alla “regina” che lascia a bocca aperta e antenne dritte sul già annunciato sequel. James Bond/Daniel Craig piove, anzi cade dal cielo (e dalla ferrovia!) come un non-eroe che vuole rinascere a nuova vita, pur facendo tesoro del suo passato (vedi l’omaggio a Solo per i suoi occhi e l’Aston Martin col più classico “rimorchio musicale” bondiano).

La licenza di uccidere è sempre la stessa ed è più terrena che mai. Daniel Craig non ha lo charme simpaticamente sornione e mascalzone di Sean Connery né lo chiccoso e sensuale “spirito inglese” di Pierce Brosnan. E non è propriamente un hero impavido. Craig, ruvida barbetta corta, profilo greco e frozen (o golden?) eye, è un agente/uomo, che suda paura, con gli occhietti bordati di stanchezza, con i limiti del comune mortale che spara storto e affanna alla sbarra. Pur capacissimo d’atletici colpi di reni (e karate) e corse all’impazzata su due ruote (alcune sequenze action sarebbero favolose da vedere in 3D!), ha dei limiti che sono la sua marcia in più, il discriminante da un terminatoriano Jason Bourne.

Il ritorno al passato sta anche nei mezzi e nelle armi utilizzate. Questo Bond non è un Batman superdotato. In tasca una mini-radiolina d’indubbia potenza e una piccola calibro che sa di rivoltella da Cluedo. Il nuovo Q gli fornisce lo stretto indispensabile: l’automobile che si muove da sola è un lontano miraggio.

Fattore che poi sbilancia pesantemente Skyfall verso una promozione a pieni voti, è la scelta di un bel villain: un cotonato, corroso “dentro”, effemminato e spietato Javier Bardem interpreta un Raoul Silva che, pur non rimuovendo pomelli dalle porte con la pressione di una bombola a gas, ricorda assai da vicino l’Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.

Poche pulci che possiamo fare a questo film. Ma su una non possiamo tacere: il James Bond di Daniel Craig non ha l’appeal per pronunciare frasi ad effetto come “Sono stato a godermi la morte” o “Il mio hobby preferito? La resurrezione!”. Stonano, stridono, con fare quasi comico.

In conclusione, Skyfall convince e sorprende anche come action movie in sé, con un character in giacca e cravatta per il quale non solo la morte può attendere, ma la vita può essere vissuta più di due volte. Grande James Bond, grande Sam Mendes!

Ah dimenticavo… Daniel Craig sarà anche perfetto per qualsiasi spot da Chanel a Dior ad Armani, ma corre come un impalato pupo siciliano, un anti-estetico e impettito Forrest Gump…

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