09/04/2015 - Che prezzo paga l'ambiente per gli sversamenti di petrolio?

Creato il 09 aprile 2015 da Orizzontenergia

Presentati due nuovi modelli per quantificare l’impatto economico degli sversamenti di petroliopetrolio
Combustibile di colore da bruno chiaro a nero, costituito essenzialmente da una miscela di idrocarburi. Si è formato per azioni chimiche, fisiche e microbiologiche da resti di microorganismi (alghe, plancton, batteri) che vivevano in ambiente marino addirittura prima della comparsa dei dinosauri sulla terra. I principali composti costituenti del petrolio appartengono alle classi delle paraffine, dei nafteni e degli aromatici, che sono composti organici formati da carbonio e idrogeno e le cui molecole sono disposte secondo legami di varia natura.
e valutare la validità degli interventi di emergenza nei diversi contesti.

Qual è il prezzo degli sversamenti di petrolio? Come gestire un’emergenza nel Mare di Norvegia in estate? e in inverno?
A queste domande ha dato risposta DNV GL – OIL & GAS, che in occasione dell’Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, ha presentato due nuovi modelli per quantificare l'impatto economico degli sversamenti di petrolio e valutare l'effettiva validità degli interventi di emergenza.

Anche grazie alla pubblicazione della nuova direttiva UE (2013/30/EU) sulla sicurezza delle operazioni offshore, cresce l’attenzione alla tutela ambientale.

Gli operatori, oltre a dover applicare i più alti standard di sicurezza, devono dimostrare di poter garantire interventi di risposta alle emergenze per limitare i danni ambientali in caso di incidenti e di poter far fronte, anche economicamente, alle conseguenze degli stessi.

Il cambiamento di approccio, richiesto dalla nuova direttiva offshore, è forse il più significativo degli ultimi decenni. A fianco della sicurezza e della tutela delle persone - da sempre in cima all’elenco delle preoccupazioni di compagnie e stakeholder - la tutela dell’ambiente acquisisce una nuova centralità.


VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ECONOMICO

L’impatto di una fuoriuscita di petrolio dipende dalla sua natura, dalla quantità, dalla durata, dal luogo, dalle condizioni metereologiche e dagli interventi di emergenza effettuati. Il modello sviluppato da DNV GL – OIL & GAS permette di tenere conto di tutte queste variabili e delle loro combinazioni.

Riuscire a quantificare monetariamente l’impatto socio-ambientale di un eventuale incidente è utile sia per le autorità, sia per le aziende. Da un lato le autorità possono contare su informazioni specifiche nel valutare il costo opportunità dell’installazione di un’operazione offshore; dall’altro, le aziende, hanno un quadro chiaro della validità (anche) economica degli investimenti in materia di prevenzione.

VALIDITÀ DEGLI INTERVENTI DI EMERGENZA NEI DIVERSI CONTESTI

L’industria petrolifera sta spostando sempre più le proprie operazioni nelle acque artiche con notevoli preoccupazioni sui rischi ambientali, per via delle difficoltà insite nell’operare in climi freddi e acque remote, spesso infestate dai ghiacci. L’incidente nel Golfo del Messico del 2011 ha dimostrato quanto un intervento di emergenza sia difficile anche a fronte di buone condizioni metereologiche e dell’impiego di ingenti risorse di prevenzione.

I tecnici di DNV GL – OIL & GAS hanno sviluppato una mappa della validità delle tecniche di intervento di emergenza tenendo conto dei fattori ambientali/stagionali (altezza delle onde, velocità del vento, gelo, luce ecc.) e dei limiti operativi.

L’esperimento è stato condotto nel Mare di Barents e nel Mar di Norvegia evidenziando differenze interessanti. Alcuni esempi: come illustrato nella mappa, nel mese di maggio, il recupero meccanico di una fuoriuscita nella regione di Lofoten nel Mar di Norvegia ha una probabilità di riuscita del 90% mentre solo del 10% nell’area a Est di Svalbard nel Mare di Barents.

Per maggiori dettagli circa i due modelli si rimanda al sito ufficiale.

Fonte: DNV GL – OIL & GAS