09/07/11 – nel bel mezzo

Da Zdora

ochei. ho fatto la navata con l’adiemus (per i curiosi: lo trovate qui), ho visto che lo zdoro c’è. ed ora.

  • papà che mi prende la mano, la consegna allo sposo (almeno così mi ricordo, giuro, è stato un momento di confusione), lo sposo che mi dà un bacino sulla fronte, mi fa accomodare di fianco a lui e mi dice dolcemente “ou, e che ci fai così tutta scollata?” (lui rinnega. la prova schiacciante ci sarà alla visione del video). iniziamo bene.
  • è tutto stupendo: i fiori sono strepitosi, a chiesetta ha il rosone giallo che proietta la luce del sole proprio su noi due, lo zdoro è esattamente come io speravo che fosse il mio sposo quando ero piccola, ma proprio sputato, è proprio figo, mi sento contornata dalle persone a cui voglio più bene…ma alt. cosa vedono i miei occhi. mesi e mesi a preparare qualsiasi dettaglio in modo che sia tutto impeccabile, discutendo sui se e sui ma di qualunque angolo di questa chiesa e…di fianco all’altare, in bella vista, nel posto del coro, non siede il sacrestano che si presenta come una via di mezzo tra il mago oronzo, michele misseri e vito catozzo? per tutta la funzione è stato lì seduto a gambe aperte con sguardo divertito, mancava solo lo stuzzicadenti in bocca ed era fatta.
  • temperatura esterna alla chiesetta: 38 gradi all’ombra. temperatura interna: 50.000 gradi. io, furbescamente, ho evitato il bolerino dalle maniche corte che mi faceva un braccio da scaricatrice di porto. ergo: indosso il bolerino con manica a tre quarti in micado reale. ergo: durante la predica mi sento svenire. poi, all’onta di vedere il mio video su paperissima con la musichetta fiuiuiu quando barcollo e poi cado, preferisco che mi dicano che son maleducata e inizio a sventolare violentemente il libricino della messa, rincuorando chi bene mi conosce e teme il peggio.
  • arriva il momento delle promesse. ora. eccoci alla prima (?) figuraccia della sottoscritta. vedo che, al momento di dire “zdora, prometto di amarti eccetera eccetera“, lui tergiversa e avvicina il libretto verso di me. oh cacchio. vuoi vedere che è il mio turno e credevo fosse il suo?!?! guardo velocemente e infatti eccola lì, la scritta “zdora” coi due punti che stanno a significare che devo parlare io. inizio a leggere. “zdoro…“, continuo a leggere ma c’è qualcosa che non mi convince. perchè c’è scritto “con quest’anello”? eccola. lui mi guarda divertito. guardavo la pagina a fianco, quella degli anelli. lui tergiversava per “rispettare i tempi scenici”. e nessuno ha capito il perchè del mio “zdoro” detto fuori luogo. mah.
  • arriva sto benedetto scambio degli anelli. il prete chiama la damigella che arriva tutta timida (lei?!?!?non ci credo) e ci porge la super borsetta con le fedi legate sopra. dobbiamo slegarle noi. facile a dirsi. credo che il testimone avesse una leggerissima paura che si sciogliesse il nodo dato che nè io nè lo sposo riusciamo a toglierle da lì. iniziamo a strattonare, allentare. pian piano lo zdoro ce la fa, io sono ancora lì che mi manca di usare i denti e ho fatto tutto. mentre lui, soddisfatto, si gira verso tutti e dice “io ho fatto, eh“. per la serie.
  • ed ora scambiatevi un segno di pace“. ecco le fatidiche parole che scatenano il putiferio. ma…ha ha! non ci fregate, il prete ci ha detto di stringere la mano solo a testimoni e genitori, quindi faremo presto. si, come no. prova ad entrarci te, in quel vortice di mani. lo zdoro rimane inglobato nei miei parenti, io sto ad aspettare quei tre minuti che il suocero si accorga che sono lì in mezzo all’orda di braccia solo per dare la mano a lui. insomma. missione fallita. di brutto.
  • nonna ultranovantenne che recita la preghiera dei fedeli (è il suo pezzo, inutile proporle altro. ricordiamoci che ogni giorno ha sempre sgomitato con le altre pie donne per leggere in chiesa). ma solo dopo aver cazziato il prete che si era dimenticato di leggere l’intro.
  • scena orribile: lo zdoro che fa per baciarmi, io che faccio “no!” e mi sposto, perchè non è ancora il momento. infatti il prete non ha ancora detto “bene siete sposati, un applauso, puoi baciare la sposa“o quelle altre robe lì che ti fanno capire che ti puoi baciare. evvove evvove. non lo dirà. giusto per rimpolpare le figuracce.
  • arriva il momento delle firme, con me che insisto per metterne una che il prete non mi vuol far mettere. ora. bisogna specificare il rapporto di profonda amicizia che c’è tra la mia famiglia e lui, fatto anche di scherzi goliardici e affettuose prese in giro. ecco. ci sono 4 spazi per la firma della sposa, perchè me ne fa mettere tre? insisto, lui mi dice di no. insisto ancora (non mi freghi, non mi chiamerai domani per dirmi che non siamo sposati a tutti gli effetti perchè manca una firma, no no). lui ad un certo punto si stufa e ad alta voce mi fa “ma perchè vuoi firmare sul riconoscimento dei figli??!“. con lo zdoro che incalza “c’è qualcosa che dobbiamo sapere?!?!“. uf. non è la giornata giusta per fare quella lucida.
  • all’uscita delle chiesetta, arriva il momento che preferisco: tanto tanto riso. bellissimo. non vedo l’ora. ecco. un consiglio a tutti voi, o non sposati che volete sposarvi, un giorno, e prevedete che ci siano bambini tra le prime file.  sorridete, ridete perfino, parlate, ma solo se protetti da qualcosa. se no..beh. se no vi ritroverete quei 100 grammi di riso in bocca, scaraventati alla velocità della luce con traiettoria improbabile, che vi tappano anche le narici. e gli occhi.
  • guardiamo giù dalla gradinata: la macchina più bella del mondo, ovvero la vecchia 500, piena di palloncini bianchi a forma di cuore che vanno verso l’alto e una valigia di cartone con appese le lattine che appena partiamo fanno sdeng sdeng sdeng (“zdora, devi dire a tuo papà che la macchina fa un rumore strano, è da controllare” ““). ce ne partiamo verso la villa, romanticamente in due con “un senso” di vasco a tutto volume.