1, 2, 3, 20, 30, 60. Ed anche 26

Creato il 20 aprile 2011 da Zfrantziscu
di Atropa BelladonnaDedicato a Gigi Sanna
Uno dei modi più eleganti di esprimere il doppio divino - ma non solo - si trova, a mio parere, nell'alfabeto-mese di Ugarit (ca. XV-XIII sec. a.C.), precisamente alla lettera nr. 30 normalmente indicata con S2 (samekh2). La caratteristica forma a “pilastro djed” (v. figura) compare relativamente tardi nei repertori semitici, e non è attestata nel proto-sinaitico (S. Wimmer, comunicazione personale). Nell'area siro-palestinese si fa viva durante il cosiddetto alfabeto di transizione, battezzato dal Cross old canaanite/early phoenician (XII-X sec. a.C.). Sulla daga di Lachish, il più antico documento in proto-cananaico conosciuto (1725  +/- 25 a.C.), la lettera in precedenza identificata come samekh, è ora vista preferenzialmente come una forma molto arcaica di T, direttamente derivata dallo ieratico egizio  (rimane tuttavia discussa).Leggi tutto