Nella prima stesura della storia io non mi preoccupo troppo dei dialoghi e li butto giù così come vengono. Quando poi rileggo, mi accorgo delle mille cose che non vanno e devo fare moltissimi cambiamenti, tagli, aggiunte e così via. Tra queste mille cose che non vanno ne ho scelte dieci alle quali secondo me andrebbe prestata attenzione...
Cosa andrebbe evitato quando scriviamo un dialogo?
1) Banalità, convenevoli, scambi di battute prevedibili e inutili. Questo tipo di frasi ha un valore solo se contiene un sottotesto, altrimenti non c'è bisogno che i personaggi si salutino ogni volta che si incontrano. Il dialogo ideale deve sembrare spontaneo ma non esserlo davvero.
2) Appiattimento della voce, con personaggi che usano tutti lo stesso modo di parlare, tutti copie probabilmente di come parliamo noi, con espressioni che si ripetono e passano da persona a persona. Al contrario, è importante rendere riconoscibili gli interlocutori con modi di esprimersi distinti e coerenti con la personalità.
3) Prolissità, ripetizioni di cose già dette. Un dialogo in un romanzo deve essere un condensato di quella che sarebbe una conversazione normale nella vita reale. Per me il dialogo più bello è quello che trasuda intensità.
Allo stesso modo andrebbe evitato un tono pontificante e didascalico (a meno che non sia tipico di chi parla). Il dialogo deve scorrere, dovrebbe essere la parte più fluida e brillante della narrazione, non assomigliare a una predica o a una lezione.
4) Troppe informazioni e spiegazioni. Avete presente i dialoghi riassuntivi che si vedono nelle serie tv, quelli destinati unicamente a ragguagliare il lettore su qualcosa? Io li detesto. E' vero che una conversazione tra personaggi è il mezzo migliore per informare il lettore di qualcosa, ma non va fatto in modo troppo palese. Quando ci si accorge che l'autore usa il dialogo per ricordarci fatti accaduti e così via, è parecchio antipatico. Inoltre, le persone mentono e non dicono quasi mai quello che pensano davvero, non stanno sempre a giustificare le loro azioni e a spiegare tutto per filo e per segno...
5) Eccesso di mistero, allusioni a cose che il lettore non conosce, frasi criptiche e incomprensibili. D'accordo che un dialogo è una conversazione spiata dal lettore, ma se risulta troppo ermetica l'interesse viene meno rapidamente. Non capire cosa sta succedendo è fastidioso tanto quanto assistere a troppe spiegazioni.
6) Linguaggio troppo colloquiale, pieno di intercalari, frasi fatte, parolacce. Per essere credibile un dialogo non necessita di queste cose, al limite possono essere dosate. A questo proposito cercate di non copiare troppo i dialoghi di film e telefilm: sullo schermo l'effetto di certe battute è molto diverso che nella narrazione scritta.
Per inciso, mi è capitato di leggere certi scambi di battute terrificanti, pieni di mugugni, "naaa", "epperò" e così via. No comment!
Allo stesso modo andrebbe evitato il dialetto. Ci sono eccezioni, è vero, ma è meglio pensarci bene prima di usare qualcosa di non comprensibile a tutti.
7) Nessun movimento di scena, nessun accenno alla situazione e al luogo in cui si svolge il dialogo, nessuna gestualità o azione vera e propria. L'effetto sospensione nel nulla, da quello che noto in giro, è l'errore più comune nei dialoghi.
8) Ignorare le convenzioni in uso. E' sufficiente attenersi all'esempio di un qualsiasi libro stampato per capire come usare virgolette, trattini, ecc. A proposito di questo tipo di errori, ho visto mettere un segno di paragrafo nelle frasi di attribuzione: oltre che sgradevole, confonde parecchio chi legge. La regola è mandare a capo dopo che qualcuno finisce di parlare e nel paragrafo vanno incluse le azioni legate al personaggio.
9) Eccessivo uso di frasi di attribuzione. All'inizio di un dialogo è bene chiarire chi dice cosa, ma non è necessario (anzi è un po’ pesante) precisare ogni volta chi parla. Ne ho parlato anche qui: Dialoghi: a proposito del verbo "dire" e simili.
10) Troppi avverbi di modo, precisazioni sul tono di voce usato dai personaggi. Può essere importante chiarire al lettore il "come" viene detta una determinata frase, ma l'abuso è sicuramente da evitare. Sono aspetti che idealmente si dovrebbero intuire dal contenuto stesso della frase, anche se non è sempre immediato e a volte un avverbio è proprio necessario.
C'è poi chi usa a questo fine molti puntini di sospensione e punti esclamativi, ma anche di questi va fatto un uso saggio: metterli a pioggia, più che dare l'effetto voluto, fa sembrare il testo infantile.
In definitiva, secondo me un buon dialogo è il risultato di molti compromessi, tra realismo e finzione, cose dette e non dette, e così via.
E secondo voi, cos'è che andrebbe evitato?
Anima di carta