Nafplio by night
Sono le 6.30 del mattino quando suona la sveglia, ma non per partire….bensì per concederci un ultimo bagno a Monemvasia col sole che fa capolino dalle acque. L’acqua è freschissima e ci da la carica per il nuovo viaggio che ci porterà a Nafplio. Prima di partire la signora della domatia ci ha dato la sua benedizione in greco, ovviamente, e da quello che abbiamo intuito dev’essere un augurio per un buon viaggio sereno, sia esso su strada, sia nella vita.
Rinfrancati da bagno e benedizione, siamo partiti. Ci siamo persi un paio di volte fino a che siamo giunti a Leonidio, tappa intermedia di passaggio visto anche la fatica fatta per arrivarci: la strada è un continuo di tornanti a gomito fra le montagne su stradine a volte strettissime. Leonidio è una cittadina semplice e al tempo stesso complicata; peccato non avere tempo per visitarla.
Ad un certo punto abbiamo deciso di fermarci per mangiare la frutta e approfittare del fatto che stiamo costeggiando il mare. Ci siamo così fermati a, quella che crediamo sia, Pera Melana… lo crediamo perché di cartelli non ce ne sono e noi non abbiamo chiesto. Ma cosa importa? Il sole scotta e qui l’acqua è divina (come d’altronde ovunque qui in Grecia).
Le vie antiche di Nafplio
Dopo la breve ma ristoratrice sosta, ci siamo rimessi in marcia senza più fermarci fino a Nafplio. Durante gli ultimi km di marcia leggo, sulla guida, che Nafplio ha un centro storico particolarmente bello, vista la dominazione veneziana e che è tappa di molti visitatori perciò sarebbe meglio aver prenotato… cosa che non abbiamo fatto. Speriamo bene.
Giungendo da ovest, però, l’impatto non è dei migliori: un forte vento soffia sulla costa rendendo il mare molto sporco e decisamente non balenabile; solo alcuni intrepidi con il kitesurf si danno battaglia sulle onde.
Inoltre, arrivando dalla statale, entriamo nella città dal porto e la cosa ci scoraggia un po’ visto che abbiamo lasciato Monemvasia per venire qui. Dov’è la Nafplio tanto decantata nella guida? David è molto scoraggiato ma infondo non abbiamo ancora girato la città e chissà che non abbia il famoso “lato B”.
Dopo aver girato parecchi hotel e pensioni, senza aver trovato stanze disponibili o prezzi sostenibili, finalmente troviamo una stanza all’hotel Epidauro (50€, area condizionata, no colazione). In due minuti abbiamo già portato su le valigie e io crollo sul letto addormentandomi all’istante. Infondo sono già le 17.00
Eh già! Tanto c’è voluto per fare 195 km e trovare un posto per dormire in centro storico, con un parcheggio a pochi passi.
Dopo il riposino ci prepariamo per la sera…abbiamo già capito che questa città vive di notte. Ci inoltriamo così nelle viuzze della parte vecchia, dove per altro alloggiamo anche noi, e subito veniamo folgorati dalla bellezza del luogo. Le stradine strette sono piene di tavolini dei ristoranti, adornate di piante con fiori coloratissimi, muri bianchi da cui spiccano le insegne dei negozi dipinte a mano (ci sono molti pittori in città) e lampioncini che illuminano appena… il che non è un problema poiché la luce principale proviene dai negozi di artigianato che riempiono ogni angolo. Il tutto ha un’aria molto romantica e retrò.
Nonostante i numerosi ristoranti, taverne e bistrò, facciamo fatica a trovare posto. Poi, al Dionysos (20€ in due), ci mettono in attesa fornendoci due sedie per aspettare, due bicchieri e una bottiglia di acqua, il tutto rigorosamente in strada. D’altronde non c’è un solo locale che abbia avventori al proprio interno: tutti vogliono stare fuori! E come dal loro torto?
Questo posto è stupendo. Persino la piazza, che di giorno appare piatta e scialba, di notte sembra una pista da ballo. Insomma una specie di Dottor Jekyll e Mr. Hide della Grecia.