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10 modi per farsi odiare dalle Agenzie Letterarie

Creato il 01 giugno 2013 da Sulromanzo

10 modi per farsi odiare dalle Agenzie LetterarieLe agenzie letterarie e le case editrici sono concordi su un fenomeno: il numero degli aspiranti scrittori sta vertiginosamente aumentando. Parimenti aumenta la quantità di persone che cerca un contatto diretto con gli addetti ai lavori. L’editoria è costituita di relazioni che possono determinare la fortuna o l’oblio di un inedito. Mi confronto con colleghi dall’inizio della mia attività lavorativa, in particolare con altri cinque agenti letterari lo scambio di opinioni è frequente. Così negli ultimi mesi ho provato a osservare con attenzione i comportamenti degli aspiranti scrittori e a confrontarmi su questo. Ho individuato dieci voragini che le agenzie letterarie temono, perché, che si creda o meno, finiscono sempre per complicare la serenità di un agente letterario.

L’aspirante scrittore, eccetto rari casi, è impaziente o ansioso o soffre di egotismo o un ibrido fra le tre forme.

 

1- Far diventare l’inedito consegnato a un agente letterario questione di vita o di morte

I tempi editoriali sono sovente biblici e lo sono sempre più. Dal momento in cui si consegna un inedito a un agente letterario e si percepiscono i primi soldi sui diritti d’autore possono passare tre/quattro anni. I conti sono presto fatti. I tentativi di un agente letterario per convincere un editore si sviluppano nel tempo, si bussa a una porta e poi magari si chiude per tanti motivi, così si prova con altre porte. Talvolta trascorrono solo pochi mesi, altre volte alcuni anni, poi tra la firma del contratto e la pubblicazione può servire anche un anno di tempo (lavoro sulle bozze, grafica, impaginazione, verifica finale di redazione, ecc). Infine il conteggio economico sui diritti d’autore avviene almeno un anno dopo la pubblicazione da parte della casa editrice.

Traduzione: la vita di un agente letterario non può e non deve dipendere da uno svitato.  

 

2- Tempestare di telefonate l’agenzia letteraria per avere aggiornamenti

Se vi sono aggiornamenti ufficiali, l’agente letterario ha tutto l’interesse di comunicarli. Se invece i passi in avanti sono modesti o precari, forse non è il caso di sapere tutto, perché l’aspirante scrittore si fa inutili illusioni. Pochi mesi fa avevo avuto un quasi sì da una nota casa editrice per un inedito e ho spiegato il fatto al mio cliente con tutte le precauzioni del caso. Non c’è stato nulla da fare, mi telefonava e scriveva ogni giorno (ogni giorno!) per sapere se ci fossero novità, sempre più ansioso, sempre più isterico (“Loro devono”, riferito alla casa editrice; “Non capiscono il mio talento”, mi diceva). L’esasperazione ha portato alla rottura del contratto di rappresentanza e ho comunicato alla casa editrice di interrompere la trattativa.  

Traduzione: un’agenzia letteraria non ha solo il vostro inedito da considerare e se continua a rispondere alle vostre telefonate o alle vostre mail rallenta anche il lavoro che vi riguarda.

 

3- Impietosire l’agente letterario per ottenere più attenzione

Purtroppo in ogni famiglia vi sono situazioni difficili: malattie gravi, morti, licenziamenti, divorzi, ecc. Raccontare nella mail di presentazione tutte le vostre disgrazie serve soltanto a indisporre da subito un agente letterario, a lui/lei serve un TESTO, di fronte a un editor le vicissitudini delle vostre vite non hanno alcun valore.

Traduzione: non è cinismo, è professionalità, comportatevi da persone serie e pensate al motivo per il quale state contattando un’agenzia letteraria.

 

4- Parlare male delle altre agenzie letterarie

Il mondo è piccolo. Fra colleghi ci si parla. Un aspirante scrittore che passa di agenzia in agenzia senza ottenere risultati è sempre riferibile all’incompetenza di un agente? A volte sì, ma nella maggior parte dei casi no.

Traduzione: se vi relazionate con le agenzie letterarie e combinate di continuo guai, state certi che si verrà a sapere.

 

5- Ottenere la rappresentanza e contattare poi direttamente la casa editrice

“Un passo in avanti lo abbiamo fatto, l’editor di X sta leggendo il tuo romanzo”, dice l’agente letterario all’aspirante scrittore. “Ottimo! Sono felice”. Dopo poco tempo l’editor di X chiama l’agente letterario: “Senti, Morgan, mi ha chiamato un tuo cliente…”

Non c’è nulla di più detestabile, si saltano i ruoli, si creano disequilibri, si mette in difficoltà l’agente letterario, con la conseguenza che l’editor odora già puzza di bruciato e spesso boccia l’inedito.

Traduzione: la prudenza non è mai troppa, se confondete già i ruoli e le responsabilità all’inizio del percorso, come possono l’agente letterario e la casa editrice fidarsi di voi per una collaborazione futura?

 

6- Non rispettare le condizioni poste dall’agenzia letteraria

Capisco la fantasia, ma se un’agenzia letteraria pone delle condizioni precise per l’invio di un inedito è perché reputa che tale modalità sia efficace per gestire meglio il lavoro, perché volete fare di testa vostra? L’anarchia non aiuta mai. Se la Rappresentanza di Sul Romanzo Agenzia Letteraria vi chiede di titolare il file in una certa maniera, perché mettete una frase a effetto tratta dallo Zibaldone di Leopardi?

Traduzione: avrete modo in seguito di dimostrare la vostra creatività, ora contano le condizioni richieste.

 

7- Ribadire in ogni scambio di mail o telefonico il vostro talento

Il talento è un argomento complesso nella letteratura e quasi sempre chi parla del proprio talento non lo possiede. Un agente letterario è del tutto disinteressato al vostro talento, perché? Perché non è un argomento che serve in sede di discussione con un editor di una casa editrice, sono altri i temi che portano alla pubblicazione. E, per chiarezza, il talento assume forme a volte nascoste in una prima fase, nascoste all’agente, alla casa editrice e allo scrittore esordiente stesso.

Traduzione: dimenticate parole come “talento”, “genialità” o amenità simili, siate umili.

 

8- Vantarsi di tutti i premi letterari che avete già vinto con la vostra scrittura

I premi letterari in Italia sono tanti, il 99% di questi non vale nulla perché non incide sulle vendite e perché i filtri di selezione sono poco trasparenti o tenuti da finti competenti. Se avete vinto il Premio Letterario Mozzarella 2012 o il Premio Letterario IO Scrivo Che TU Scrivi 2011, pensate davvero di impressionare un’agenzia letteraria? Chiedetevelo con serietà.

Traduzione: parlate dei premi soltanto se vi viene chiesto un cv letterario, soltanto se l’agente si interessa ai contorni oltre il testo che avete consegnato.

 

9- Fare gli spacconi e/o gli arroganti dopo averlo nascosto in una prima fase

Quando gli scrittori esordienti si presentano troppo umili, troppo accondiscendenti, troppo prudenti, l’agenzia letteraria già sa che arriveranno dopo i problemi. Un classico. Iniziare un rapporto professionale con tutte le tecniche di comunicazione (lo specchio del PNL, soltanto per citare un esempio), per poi diventare esattamente ciò che siete: spacconi e/o arroganti. Il carattere delle persone rovina tanti rapporti, anche con le agenzie letterarie, le quali desiderano relazionarsi con gli scrittori esordienti in un clima di serenità lavorativa, oltre che nutrito di buona educazione.

Traduzione: se siete spacconi e/o arroganti lo potete nascondere per un po’, ma emergerà, questo è sicuro.

 

10- Ostentare ironia e autoironia con insistenza

Fra i peggiori clienti delle agenzie letterarie, sono quelli che in un secondo momento diventano più polemici. A volte non c’è nulla da ridere, ci sono cose serie di cui parlare: editor, contratti, diritti d’autore, tempi biblici editoriali, strategie. Basterebbe capire che a un funerale non si ride o che di fronte alla situazione di un licenziamento non si ride, c’è sempre un momento per ridere e un altro per non ridere, anche con gli agenti letterari ridere è bello, ma non sempre. Se pensate che Striscia La Notizia sia il vostro mito, cioè risatine e risate di continuo, pensate anche che magari un’agenzia letteraria potrebbe avere un approccio differente.

Traduzione: sapere ridere nei momenti opportuni è sinonimo di intelligenza.

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