1) Danneggi te stesso. Pubblicare a pagamento è il modo migliore per condizionare negativamente il tuo curriculum artistico.
2) Danneggi gli altri. Più si pubblica (a pagamento) e meno il mercato è in grado di metabolizzare l’offerta di libri, anche di autori meritevoli e selezionati.
3) Avvantaggi i soliti noti. Gli unici in grado di emergere da questo marasma sono gli autori che pubblicano con le grandi società editoriali, perché hanno alle spalle un impianto promozionale più efficace.
4) Nessuna garanzia di qualità. Quando andrai in libreria e scuoterai la testa davanti a tanti libri mediocri, sarai vittima di quello stesso meccanismo che hai contribuito a rafforzare.
5) E’ illogico. Il preventivo sulla pubblicazione delle case editrici a pagamento è, se ti va bene, il 200% più alto del prezzo di una qualsiasi tipografia. Allora vai in tipografia!
6) È deprimente. Nessuna soddisfazione per te stesso e, quando parenti e amici ai quali venderlo saranno finiti, ti troverai con un pugno di sabbia e in bocca il sapore amaro della disillusione.
7) E’ grottesco. Una casa editrice non crede in te e nel tuo progetto editoriale (altrimenti avrebbe investito) ma tu vuoi pagarla per rendere pubblico questo fallimento. Ho capito bene?
8) E’ carta sprecata. Inutile sottolineare la mole di carta che ogni giorno finisce al macero e quanta di questa proviene da case editrici non a pagamento.
9) Non è etico. Se pago per pubblicare un manoscritto, in prospettiva, chi non ha soldi da spendere non sarà mai uno scrittore.
10) Non porta guadagno. Paghi per la pubblicazione, paghi per le presentazioni, paghi per l’ufficio stampa e paghi per la tua promozione. Spendi meno se ti apri una casa editrice.