Passione rosso sanguedi Anna GriecoCreatura: Demone
Alastair entrò nel locale a mezzanotte in punto. Si guardò brevemente intorno, immobile come una statua e inalando l’aroma speziato di perdizione che lì dentro era particolarmente penetrante, poi si mosse.A passi lenti e misurati, quasi distratti, andò a sedersi su uno dei divani di pelle in un angolino appartato, da dove poteva godere di un’ottima visuale dei palchetti dove si esibivano le ragazze.Non fece caso alle occhiatine ammirate di cui era oggetto, erano secoli che c’era abituato. L’aspetto era molto importante nella sua missione, e lui la svolgeva alla grande, curandone ogni minimo dettaglio.Era un demone di millecinquecento anni ma che ne dimostrava trenta al resto del mondo. Alto, fisico possente e bicipiti gonfi, aveva capelli neri tagliati a spazzola, occhi grigi con pagliuzze dorate e una bocca che invitava ai più sordidi peccati. “Il bacio di Venere” era affollato quella sera. C’era un vasto assortimento di umani: cocainomani, papponi, escortdi alto bordo o semplicemente idioti desiderosi di provare quel brivido in più che mancava alle loro vite piatte.Di brividi ne avrebbero trovati in abbondanza perché quel night era il ritrovo della feccia più feccia della Grande Mela. Poco gli importava, era in missione solo per lei.Era la femmina più conturbante su cui gli fosse capitato di posare gli occhi da almeno un decennio a quella parte, il suo infallibile istinto gli diceva che sarebbe stata un’ottima procacciatrice di anime.Con il corpo sexy, quell’aura ammaliante, e la grinta che trasudava dalla sua persona, avrebbe attratto uomini e donne come una calamita.La rete era pronta, l’aveva intessuta alla perfezione. Questione di poco e la preda sarebbe caduta nella trappola. Sarebbe stata la sua trasformazione più riuscita, ne era sicuro. Sorrideva, pregustando già il momento, quando la protagonista di quei pensieri emerse dalla porticina laterale che doveva condurre ai camerini delle ballerine.Era stupenda, il top aderente metteva in mostra un seno da urlo, la mini mozzafiato esaltava due gambe fasciate nelle calze a rete, e le scarpe, dal tacco vertiginoso, slanciavano la leggiadra figura in maniera così divina che faceva venir voglia di saltarle addosso seduta stante, ma si trattenne. Sarebbe stata lei a fare la prima mossa, era sempre così.Si limitò a fissarla e fu ripagato quando lo sguardo della donna corse a cercare il suo. Erano due settimane che le faceva la posta, occupando lo stesso identico divano. Le rivolse un’occhiata ammirata, indugiando sulle forme prorompenti, quasi la stesse accarezzando. Da quella distanza e con le luci soffuse poté scorgere le sue guance avvampare, non certo di timidezza.Lei rispose con un sorriso smagliante, consapevole, e stavolta non si limitò solo a quello. Con movenze da pantera andò dritta verso di lui e nel procedere prelevò dal vassoio di una cameriera due bicchieri di vodka con ghiaccio.«Ciao, posso offrirti da bere?» disse l’umana.«Con piacere» accettò lui, un luccichio rossastro negli occhi grigi mentre afferrava il bicchiere e lo alzava verso di lei, che ricambiò la cortesia prima di sorseggiarlo.«Per giorni mi sono chiesta quando ti saresti deciso a farti avanti, sai?» esordì la giovane.«Davvero?» ribatté il demone.«Sì, poi visto che non ti decideviho deciso di prendere l’iniziativa. Spero non ti dispiaccia!».«Nemmeno un po’» la rassicurò lui.«Bene, ne sono felice. Io sono Cassie, tu come ti chiami?» tornò a interrogarlo lei, curiosa.«Alastair MacCormick, per servirti!» dichiarò il demone inclinando brevemente il capo.«Devo lasciarti Alastair, mi devo esibire. Se ti va però, dopo lo spettacolo potremmo passare un po’ di tempo insieme, che ne dici?» gli propose.«Non c’è problema, possiamo andare in giro a divertirci per tutta la notte» replicò l’immortale regalandole uno dei suoi abbacinanti sorrisi, che ovviamente non mancò di fare colpo.«Veramente io avrei in mente un divertimento di tipo più orizzontale, tesoro…» ammiccò Cassie avvicinando le labbra a quelle dell’uomo e posandovi sopra un bacio.Lui non rispose. Si limitò ad afferrarla per la nuca e a infilarle la lingua in bocca, esplorandola fino a farla gemere.Quando mise fine al bacio, gli occhi della ragazza brillavano di eccitazione.«Non ti muovere, torno subito!» mormorò la femmina, la voce roca per il desiderio.«Contaci, piccola» assentì lui, guardandola mentre si alzava e scompariva dietro una porta.Qualche minuto dopo lo speaker annunciò lo spettacolo più atteso e sulle note di una musica sensuale Cassie, illuminata dalla luce dei riflettori, salì sul palco al cui centro spiccava un palo d’acciaio.Il suo corpo cominciò a muoversi, accompagnando i movimenti al ritmo della canzone, ogni mossa era studiata per eccitare il suo pubblico, infiammandolo di desiderio.Nessuno riusciva a staccarle lo sguardo di dosso, nessuno voleva perdersi un solo momento dell’eccitante esibizione. Lei aveva occhi solo per lui mentre si muoveva su e giù lungo la pertica, liberandosi degli indumenti strato dopo strato.Quando rimase completamente nuda un boato serpeggiò nel night, poi Cassie s’inchinò e sparì sullo sfondo, seguita da una caterva di fischi.L’umana non ci mise molto a cambiarsi, cinque minuti più tardi lo raggiunse e lo afferrò per una mano, conducendolo fuori.Non percorsero molta strada, lei abitava in un piccolo appartamentino a un isolato dal night-club. Cassie non fece in tempo a richiudere la porta che lui le fu subito addosso, sbattendola vicino al muro e spalmando il corpo su quello di lei. La ragazza rispose in maniera altrettanto febbrile, appropriandosi della bocca del suo amante e cominciando a spogliarlo mentre lui faceva altrettanto, strappandole i vestiti di dosso.Alastair rimase sorpreso, in tutta la sua esistenza non aveva mai provato quel trasporto per un essere umano, si era sempre limitato a godere del rapporto sessuale che preludeva alla trasformazione, ma quella femmina lo eccitava fino a fargli perdere la ragione.La prese lì, su quella parete, perdendosi in quel calore che bruciava più delle fiamme dell’inferno e lei arse insieme a lui. Godettero l’uno del corpo dell’altra per tutto ciò che restava della notte. Fu estremamente piacevole per entrambi, ma era tempo di compiere il proprio dovere, stava per sorgere l’alba.Cassie si era assopita, era bellissima abbandonata al sonno. Alastair la svegliò con un bacio e lei aprì immediatamente gli occhi, allacciandogli le braccia intorno al collo, poi con un movimento repentino si mise a cavalcioni su di lui, splendida nella sua nudità. Lui le accarezzò le natiche, muovendo le mani sulla schiena in movimenti circolari che la fecero rabbrividire, ma stavolta il demone non si lasciò catturare dalla lussuria, aveva i minuti contati.«Cassie, devo dirti una cosa…» proferì senza smettere di accarezzarla.«Tutto quello che vuoi, amore» ribatté lei chinandosi a baciarlo sul collo.«Voglio che noi due stiamo insieme, ma…»«Ma?» lo interruppe la ragazza, mettendosi dritta e guardandolo fisso. «Anch’io non chiedo altro, Alastair, credo di essermi innamorata di te sin dal primo momento che ti ho visto. Sono disposta a qualunque cosa pur di averti» dichiarò, convinta.«Ne sei sicura? Qualunque cosa?» tergiversò il demone in maniera studiata.«Sì!» assentì l’umana.«Bene, allora ti dirò la verità. Io non sono umano, sono un demone, e l’unica maniera per stare insieme è che tu diventi come me!» confessò.La ragazza non proferì verbo per diversi istanti ma non sembrava sorpresa, né impressionata. Lui aggrottò la fronte, perplesso. «Strana reazione la tua, mi aspettavo incredulità o almeno un po’ di paura. Cosa ti passa per la testa?» le domandò.Lei sorrise, maliziosa. «Sto pensando a tutto quello che potremo fare insieme, noi due, con poteri illimitati e un’esistenza da immortali. Alastair non aspettava altro. La sua bocca si allargò in un sorriso trionfante, poi davanti agli occhi attenti della ragazza le sue unghie si allungarono fino a diventare degli artigli. Con uno di essi s’incise il petto, aprendo un piccolo squarcio.Dalla ferita sgorgò del sangue blu intenso, con sfumature argentate. Era compatto alla vista, non fluido come ci sarebbe aspettato dal plasma.Cassie guardò quel liquido quasi con reverenza. «Cosa devo fare?» sollecitò istruzioni.«Bevi!» ordinò Alastair.La donna si abbassò sul torace del demone, mettendo le mani ai lati del cuscino, poi avvicinò la bocca alla ferita. Lui chiuse gli occhi, in attesa di assaporare il magico momento in cui lei avrebbe succhiato da lui quella linfa che l’avrebbe risvegliata a nuova vita, ma non fu il dolce movimento delle labbra che avvertì su di sé, ma un dolore talmente devastante da farlo urlare, preda di sofferenze atroci.Aprì di scatto gli occhi, dal suo petto spuntava l’elsa di un pugnale dall’impugnatura cesellata.«Ti presento “Luce nelle tenebre”, coglione!» sibilò la donna, l’espressione dura. Ogni traccia di passione era sparita dal suo sguardo.«Cassandra? La cacciatrice?» annaspò il demone con voce sofferente.«In persona, bello» annuì l’altra.«Sei stata maledettamente in gamba, brava» si complimentò.«Ti ringrazio, detto da un demone millenario è un gran complimento» lo schernì. Facendo scattare la mano, afferrò l’elsa del pugnale e tirò, disincastrando l’arma e pulendola con il lenzuolo.Lo lasciò lì, tempo qualche minuto e del demone non sarebbe rimasto che cenere. Si rivestì con calma, sciacquandosi persino il viso e pettinandosi i capelli, poi recuperò il borsone, già pronto con i suoi vestiti, dal fondo dell’armadio, e si avviò alla porta.«Ciao stronzo, ci si rivede all’inferno!» dichiarò senza nemmeno voltarsi. Nell’attimo stesso in cui il battente si richiuse sui cardini, si udì un sonoro plop.
Cassandra Rowling s’incamminò nell’alba, il prezioso pugnale, appartenuto a suo padre, assicurato in un fodero sotto la giacca di pelle. Un altro demone era stato rispedito al mittente, ma la strada da fare era ancora lunga, c’erano pesci più grossi da catturare.La prossima tappa sarebbe stato il Texas, uno dei suoi contatti le aveva detto che c’era un covo di vampiri particolarmente assetati di sangue da quelle parti.Ghignò, soddisfatta, ogni missione portata a termine l’avvicinava all’assassino di suo padre. Non aveva dubbi che prima o poi si sarebbero ritrovati faccia a faccia. Quando fosse avvenuto lei sarebbe stata pronta a mettere fine alla sua lunga vita una volta per tutte.