10 regole per un look perfetto al colloquio di lavoro

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Mi pare già di sentirvi, replicare in coro come tante volte abbiamo già fatto, che “prima bisogna procurarselo un colloquio!” in questi tempi di magra boia e stitichezza imprenditoriale… ebbene, siccome non tutti tutti siamo messi con le pezze al c… e io voglio esser ottimista, proviamo, dico solo proviamo, a immaginare di avere un colloquio di lavoro da affrontare.

E di aver già finito di leggere l’ebook sul come affrontare brillantemente le 30 domande che ti faranno al colloquio di lavoro.

Ci si pone ora l’arduo compito di ficcare la testa in armadio e decidere come diamine presentarsi vestiti al benedetto colloquio di lavoro.

Il problema è che non bisogna solo essere, miei cari, ma anche apparire. E lasciamo perdere tutte le discussioni filosofiche, politiche, sociali, democratizzanti, protestanti, deliranti, sulla questione “io valgo non devo dimostrare niente a nessuno” oppure “il mio cv parla per me perché dovrei vestirmi anche bene” o peggio ancora “mi rifiuto di mostrare la scollatura solo per avere più punti al colloquio”. Siamo già ben oltre e ci siamo rassegnati: siamo affamanti, belli pronti e carichi a spaccare il mondo.. e persino a barare un po’, se ci può aiutare a portare a casa un lavoro.

(E se non lo siete: diventa telo subito prima che siate troppo affamati!)

I selezionatori infatti sono brutte bestie: a metà fra la checca isterica (isterizzata dalle lunghissime file di questuanti che arrivano alla loro porta o dalla pocaggine dei cv a cui hanno dato appena una frettolosa scorsa – sono tutti uguali, ripetitivi e noiosi -!) e il bambino capriccioso: devono essere ingolositi con qualche vaga promessa di future leccornie, la loro attenzione va conquistata materialmente.

In questo il guru dei colloqui di lavoro ha ragione: ce ne sono 1000 come noi, qualcuno è anche onestamente messo meglio, quindi dobbiamo giocarci tutte le armi possibili.. una delle quali, a parte l’arte affabulatoria, è quella di saper incantare lo sguardo (e magari l’olfatto: ecco perché consiglio l’igiene e la cura del corpo – pur sconsigliando i litri di profumo o di colonia-).

Ecco quindi spiegata l’isteria che ci prende a volte quando ci chiediamo: e dunque, domani cosa mi metto? (o peggio ancora: avevo deciso cosa mettermi ma il tempo è cambiato, e adesso che faccio??)

  1. Anzitutto: i maschietti, maledizione, sono ampiamente favoriti su questo punto. Anche a quelli che si presentano a colloquio per i lavori più umili e non di concetto, consiglio caldamente una certa cura nel vestire. Non dico di arrivare alla giacca e cravatta da matrimonio o funerale, se non ci siete abituati, ma neanche di arrivare in maglietta da tamarro, magari con tatuaggi e piercing in bella vista. Sembrano nozioni di base, ma vi stupireste di cosa si vede in giro al giorno d’oggi.

E fatevene una ragione: le brutte bestie sono anche parruccone, quindi è meglio se immaginiate, mentre vi vestite, di andare a colloquio da vostra nonna ultranovantenne… o con il buon vecchio Marrabbio.

Per le donne la questione si fa più delicata, ma anche più intrigante, come dimostra questo articolo che – letto dopo aver scritto le mie considerazioni- mi ha davvero divertita.

Everyday look – black and white classic outfit di nonnaso contenente michael kors handbags
  1. NO al tailleur: fa vecchia, anche se in alcuni casi è doveroso (specie se si lavora in certi ambienti che normalmente richiedono la divisa – in quel caso, se vogliono che la indossiate, dovrebbero fornirla loro… ma ad ogni modo fa sempre bene dimostrare di essere già nell’ottica).
  2. Un tailleur gonna potrebbe essere la soluzione, ma solo se siete abituate ad indossarlo, avete una certa età, e un fisico che ancora si presti. Non c’è niente che tolga più la libido da assunzione ad un selezionatore di vedere caviglie o gambe cicciotte, o gente che arranca sui tacchi di varia altezza come se camminasse con… le ginocchia ingessate (anche se non è propriamente lì immagine che ci viene in mente, sappia telo), e che si agita sulla sedia come se fosse stata ricoperta di spilli.
  3. Dovrebbero essere fuori questione anche la minigonna e i jeans. Ma nel primo caso qualcuno fa un’eccezione, per i motivi di cui sopra (la libido da assunzione): diciamo che questo punto lo lascio decidere fra voi e il vostro confessore.
  4. Un buon pantalone elegante con una maglia o camicia, o un top e giacca, è quello che fa al caso nostro, allora, purché si riesca a rispettare l’equilibrio fra le idee: seria ma non troppo (specie nel caso dello “spezzato”), casual ma con gusto, smart ma non sbragata, giovanile ma non da centro sociale, elegante ma non zoccola.
  5. No al lino e ai materiali che gualcisono, che sembra che siate andati a letto già vestiti per il colloquio o abbiate iniziato una rissa con un altro senzatetto.
  6. Poco trucco, giusto un filo, per dare l’idea di chi si tiene curato ma non esagera mai (bon ton soft) e limitiamo la dimensione e il numero degli accessori: fanno bazaar e distraggono l’attenzione del selezionatore, e fino a prova contraria vogliamo che si focalizzi su di noi, su quanto valiamo, e sulla splendida idea di assumerci!
  7. per lo stesso motivo No alle esagerazioni: pizzi, merletti, frizzi e lazzi, sono segno generale, se abusati, di mancanza di gusto. Anche se firmati Dolce & Gabbana. Fidatevi.
  8. Evitate i contrasti troppo forti (checché ne dica la moda del momento): c’è infatti anche una filosofia della scelta dei colori, nel caso vi interessasse.
  9. Fate soprattutto attenzione a due dettagli fondamentali, che di solito aiutano a farsi più o meno l’idea di chi siamo: la borsa e le scarpe. La borsa: se è troppo piccola o “modaiola” significa che noi stessesiamo modaiole, ma che probabilmente non siamo molto abituate ad “organizzarci la giornata” o ad essere “sempre pronte a tutto” (infatti nella nostra borsa non avremo il prontosoccorso di base, un pasto completo di 3 portate da scaldare al microonde, il cavo del telefono -che dovremo chiedere ai colleghi, scocciandoli a morte- e così via). Per contro una borsa troppo grande e caotica dimostra poca cura in quello che facciamo, soprattutto se passiamo un quarto d’ora a frugarci dentro per estrarre ciò che ci serve: una penna per gli appunti, il nostro cv che si è ficcato chissà dove, il telefono che squilla perchè non lo abbiamo trovato prima per spegnerlo… un modello stile Birkin di quelli che vanno di moda questa stagione sarebbe perfetto (con l’utilità che ne troviamo anche delle graziose rivisitazioni a 20€ sulle bancarelle del mercato.. perchè diciamocelo: chi di noi disoccupate, pur sognandolo, ha mai potuto comprarsi la Birkin vera??)
  10. Le scarpe parlano ancora più di noi, e posto che alte e con il tacco pochissime di noi comuni mortali le potranno indossare per un colloquio (Ci ho provato, ma ci può riuscire solo: chi abita accanto al luogo del colloquio e non deve scarpinare per mezza città o prendere i mezzi; chi è abbastanza facciatosta da partire con le scarpe da ginnastica, arrivare ad un bar accanto al luogo del colloquio, entrare e cambiare le scarpe; chi può pagarsi il taxi), dobbiamo optare per il modello “comodo”. In tal caso, sconsiglierei vivissimamente le ballerine (a meno di non possedere e quindi indossare qualche modello “Gioiello” da grandi firme, che giustificherebbe la vostra bassezza (di altezza e di opzione). per chi è negato per le decolletè si può sempre optare per un buon sandalo dal tacco medio, oppure una parigina/tronchetto (no con la gonna però!). Lo stivale da utilizzare con cautela, perchè volgarizza anche la gonna più chic.. purtroppo.

Everyday look – business in the city di nonnaso contenente leather

Infine le regole del colore, son queste:

  • No al total look nero (a meno che non facciate colloqui per l’alberghiero o posizioni di management – ma anche in quel caso: sdrammatizzate perdio! – a meno che per avere il posto di lavoro non dobbiate ammazzare il vostro predecessore e portarne il lutto per 40 giorni-).
  • Ni al total look bianco (solo in primavera estate, ma attente alla trasparenza dei materiali).
  • Decisamente si ai colori pastello (purché non monocromatici: il total look lilla solo se andate a lavorare dalla Milka e volete dimostrare estremo attaccamento all’immagine e filosofia aziendale – ma poi dovete essere pronti ad un periodo di stage in sostituzione della marmotta in cristi di nervi per essere stata lanciata troppe volte in aria per far fare le bolle alle tavolette di cioccolato… -):
  • si al beige e ai toni soft del marron, ai verdi acqua, agli azzurri carta da zucchero, ai rosa (purché non esagerati, magari meglio se li usate per sdrammatizzare il nero).
  • Ricordate che il verde si usa nelle sale dei dentisti per indurre uno stato di assuefazione, sonnolenza e tranquillità che inebetisce i futuri torturati dal trapano. E noi vogliamo che ci si ricordi, di noi, in maniera positiva.
  • Per lo stesso motivo, evitate, assolutamente evitate il rosso e i suoi derivati: il selezionatore non è un toro e il vostro obiettivo non è di farvi rincorrere per le strade di Pamplona.
Eveeryday look – business comfort zone di nonnaso contenente valentino roma

E con questo credo di aver terminato le mie 10 regole per il look perfetto da colloquio… il resto è nelle vostre mani (e in quelle di..Voisapetechi).

Dio?

NO! Il selezionatore inacidito!


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :

  • "Alcuni libri usciti questo mese"

    Ciao a tutti :)Ho deciso di raggruppare in questo post alcuni libri usciti negli scorsi giorni.Vediamo se uno di loro attirerà la vostra attenzione :) Titolo:... Leggere il seguito

    Il 22 maggio 2015 da   Franci
    DIARIO PERSONALE, LIBRI
  • Il segnalibro di sommobuta (Maggio)

    Si dice che le brutte notizie vadano date immediatamente, quindi procediamo senza indugio: Buta’s Bookmark, come progetto, è sospeso a tempo indeterminato. Leggere il seguito

    Il 19 maggio 2015 da   Sommobuta
    CULTURA, DIARIO PERSONALE
  • Non rigirare la frittata! – origini del modo di dire

    Non rigirare la frittata! è un modo di dire che abbiamo assimilato da quando cominciavamo a scandire le prime parole, imparandone anche il significato... Leggere il seguito

    Il 13 maggio 2015 da   Bloody Ivy
    DIARIO PERSONALE, TALENTI
  • Come parlare al lettore?

    In un post precedente dal titolo “È davvero difficile scrivere?” mi ero domandato: come parlare al lettore? E non avevo dato una risposta. Leggere il seguito

    Il 11 maggio 2015 da   Marcofre
    CULTURA, EDITORIA E STAMPA, TALENTI
  • La matematica della maternità

    PER OGNI RIMORSO, OGNI RITARDO, OGNI RICORDO. OGNI PAROLA CHE COMINCIA IN RI: RI COME LO RIFARESTI. COME RINGRAZIO LA VITA. Per quelle volte che hai pensato son... Leggere il seguito

    Il 10 maggio 2015 da   Maddalena_pr
    DIARIO PERSONALE, MATERNITÀ, PER LEI
  • Zhuan falun

    Propongo a tutti la lettura di questo libro davvero buono Emoticon grinil libro è distribuito anche gratuitamente in pdf nella sezione libri e articoli in quest... Leggere il seguito

    Il 09 maggio 2015 da   Marta Saponaro
    CULTURA, DIARIO PERSONALE, PARI OPPORTUNITÀ, PER LEI