100 giorni

Creato il 09 marzo 2015 da Povna @povna

Oggi la ‘povna è andata a scuola alle 9, come al solito, ma non ha trovato i Merry Men. Loro, infatti, così come tutti i loro coetanei maturandi, erano pronti per i 100 giorni (quelli che mancano all’inizio dell’esame, e sono spiccioli) e, riuniti in banda (e come fu tre lunghissimi anni fa per l’Onda), andavano a buttare il sale in mare.
Così, quando è planata nella città della scuola, sapeva che la aspettava una mattinata insolita. Poi ha svoltato l’angolo della strada, e un clacson l’ha richiamata perentorio: era Rebecca. Perché – lo sceneggiatore può essere sottile, ma mai malizioso, è un fatto – alla fine era destino che (come sempre in tutte le loro cose topiche) pure oggi lei e i suoi uomini del bosco si dovessero incontrare. Le hanno mostrato i pacchi di sale, si sono sbracciati in segni apotropaici, e poi si sono salutati, dandosi un appuntamento telematico sul gruppo, a sera.
Così la ‘povna, il viso ancora sorridente per l’incontro inaspettato e insieme ovvio, è entrata, ha fatto per due ore Mr. Wolf risolvendo la qualunque, poi lezione e infine il CineScuola. Quando è tornata a casa era di già parecchio tardi (ma non buio buio, ed è un miglioramento). E la aspettava, ancora intatto, un bel gruppetto di incombenze. Ma intanto – mentre nuotava, riparava la bicicletta, preparava l’ultima manche della gara di dibattito coi Marmottini (sempre sul canale telematico), limava il progetto ambientale degli Extraterrestri, preparava le domande di recupero per Storia della terza prova (domani, coi Merry Men, perché i 100 giorni sono sacrosanti, ma lei resta comunque un gran stronza), compilava scartoffie per la gita in Appennino (e pure quelle per il pellegrinaggio ai campi) – pensava. Pensava a tre anni fa meno tre giorni, al tempo che è passato, ai cambiamenti (una casa, una vita, una morte). E ribadiva a se stessa che – a leggere bene i segni (“sceneggiatore, guai se menti”) – così come era scritto, è arrivato quel tempo per cambiare. La ‘povna si è scolpita un countdown dentro la testa che data a oggi e arriva al 17 giugno – e ripete quello, cartaceo e autoprodotto, che Rebecca ha appeso sulla casa sull’albero. Poi ci sarà l’esame di stato (con la formazione migliore possibile). E poi, il sipario.
A quel punto la ‘povna, quasi quasi, prova un brivido. Ma poi apre il computer, e vede questo. E sorride, a piene mani di barattolo. Perché quel film, quel monito non mente. E lei è pronta, come sempre, a godersi soprattutto il viaggio. E poi la fine, lo sa, finirà bene.