Delusione. Disillusione. Alcuna prospettiva per il domani. Arrivare all'alba del quarto di secolo e sentirsi senza un futuro, è come sentirsi con le ali tarpate e impossibilitati a prendere il volo per allontanarsi dal nido e finalmente trovare la propria libertà ed autonomia.
Ogni giorno che si va avanti i motivi per lasciare un paese che diventa sempre meno casa nostra, aumentano.Una politica che gioca a Risiko con le nostre vite, una povertà che avanza facendoci scivolare nei paesi del terzo mondo, un lavoro che diminuisce e scappa verso mercati emergenti e meno costosi.Non c'è spazio per la ricerca, non c'è spazio per i giovani, non c'è spazio per i disoccupati, ogni settore diventa una catacomba di emozioni, sensazioni e prospettive.Non passa giorno che mi senta sempre più abbattuta, infelice e incapace di sentirmi bene. Di sentirmi realizzata. Trovare lavoro sembra essere diventata un'utopia riservata a pochi eletti, tra i quali ovviamente le capacità e l'intelligenza non sono tra i requisiti richiesti.Quando ci immaginiamo la vita, non possiamo non vederla completamente vuota, fatta di lavori precari e di un futuro che non arriva, arranca lasciandoci briciole che appena servono per i bisogni primari, ma che annulla tutte quegli sfizi e piaceri che comunque fanno parte di una vita piacevole e spensierata.
Il paese dell'arte, della cultura... il salotto bene d'Europa, la culla della civiltà... si sta trasformando in un limbo popolato da anime in pena. Anime che cercano ogni modo possibile per sfuggirne e finalmente realizzare il proprio essere per vivere una vita degna di essere vissuta, con dignità e rispetto.
Un luogo da chiamare casa c'è, esiste per me, peccato che non sia quello dove sto adesso...Cristina