Venezia-sirena è un'identificazione che mi piace: è calzante di mistero e di malìe, è un labirinto ipnotico in cui si finisce per desiderare di perdersi, è un richiamo seduttivo appollaiato in mezzo al mare a cui non riesci a sottrarti, e che ti porta in un incredibile parentesi fuori dal tempo.
Ma Venezia non è una sirena che inganna: è come una nobile dama che molto ha vissuto e che non ha timore di mostrare le proprie rughe - ne fa anzi un motivo di bellezza.
I suoi canali sono come vene bluastre che l'incarnato pallido lascia intravedere, la cipria con cui si cosparge ancora abbondantemente le gote non copre le crepe, e le stecche del suo bustino sono ormai incrinate - eppure c'è qualcosa di ancora maliziosamente seduttivo in tutto questo: vengono in mente gli ammiccamenti sotto le maschere del Carnevale, e i fasti di Casanova.
Di Venezia amo il fatto che si sia obbligati a girarla a piedi: anche quando ti sembra di conoscerla già, riesce sempre a farti perdere facendoti trovare qualcosa che non avevi ancora visto, come accade in quei racconti dell'assurdo in cui qualche divinità capricciosa si diverte a cambiare le carte in tavola.
C'è bisogno di #10buonimotivi per visitare Venezia?
Forse no.
Forse Venezia è già di per sé un motivo sufficiente.
Ma, se volete qualche spunto, questo è ciò che vado a ricercare ogni volta che la incontro...
[1] Piazza San Marco e Riva degli Schiavoni
Partiamo con l'ovvio - ma nell'ovvio sono spesso racchiuse grandi verità, e questo pezzo di Venezia è indubbiamente il suo cuore, quello che palpita ancora della ricchezza e del potere dei tempi d'oro della Serenissima.
E poi Napoleone in persona l'aveva definita "il più bel salotto d'Europa" - per cui, se persino un imperatore francese lo ammette, chi sono io per negarlo?
Essere una celebrità però ha anche i suoi contro, e il difetto principale di Piazza San Marco è che è sempre più pigiata di folla che un concerto rock. I turisti, soprattutto quelli che arrivano con le navi da crociera e che hanno il tempo contato, si concentrano principalmente qui e al Ponte di Rialto. Un tempo avevano anche i piccioni a far loro compagnia, ma adesso ne sono rimasti pochi a Venezia in generale.
Il trucco consiste nel tentare di ignorare la folla (possibilmente evitando di andare a sbattere contro qualcuno mentre ci si prova) e concentrarsi su tutta la bellezza che c'è intorno - ma ammetto che io per prima non sono molto brava nel metterlo in atto: ho un po' di intolleranza nei confronti del sovraffollamento, anche se ammetto che quello di Piazza San Marco è indubbiamente più gradevole della metropolitana di Milano all'ora di punta.
In ogni caso, di bellezza qua ce n'è tanta, ed è quel tipo di bellezza che incanta da ormai talmente tanti anni che è diventata iconica: c'è il campanile di San Marco con il suo angelo dorato sulla punta, il Museo Correr dove si racconta la storia della città, leoni alati pressoché ovunque e, ovviamente, la meravigliosa Basilica - un'icona fra le icone.
Per seminare un po' la folla, ci si può spostare verso l'acqua e percorrere la Riva degli Schiavoni, che costeggia la riva ed offre la visione di qualche altra celebrità veneziana: il Palazzo Ducale, che è stato la residenza dei Dogi di Venezia, il Ponte dei Sospiri, che collega il palazzo con le prigioni e, da lontano, l'isola di San Giorgio Maggiore.
Un incanto al tramonto...
[2] Strada Nova
Un'arteria ce la si immagina trafficatissima e con diverse corsie per le auto; ma ovviamente a Venezia un'arteria si limita ad assolvere il ruolo di collegamento.
Strada Nova può essere considerata l'arteria principale di Venezia, anche perché, forse, è la strada più larga ed ariosa fra quelle che solcano le sue isole.
Inizia dalla chiesa dei SS. Apostoli e ti porta senza margine di errore dritto dritto fino alla stazione ferroviaria.
Certo, Venezia è uno di quei posti in cui è bello perdersi, gettando le cartine e scordandosi i punti di riferimento; ma, quando invece si ha bisogno di arrivare in fretta alla propria destinazione, può servire da valido punto d'orientamento.
[3] Vecchio Ghetto Ebreo
Ho scoperto questa zona una volta che io & Ginger Cat avevamo prenotato un albergo al suo interno, e ne sono rimasta davvero affascinata.
E' come uno scrigno in cui è racchiusa una Venezia antica e misteriosa, poco turistica ma ricca di storie.
Ci sono ancora le mura che, nei secoli addietro, impedivano agli Ebrei di uscire durante le ore della notte (eccetto i medici), e ci sono cinque sinagoghe, di cui due sono tuttora in uso.
Prima della Seconda Guerra Mondiale nel Ghetto vivevano qualche migliaio di persone di religione ebraica, mentre oggi ce ne sono poco più che 300.
Un numero che dà i brividi...
Nelle sinagoghe si può entrare con una visita guidata che dura circa un'ora e che fornisce molte informazioni interessanti sulla storia del Ghetto e sulla religione ebraica.
Il biglietto include anche l'ingresso al Museo Ebraico, dentro cui sono anche presenti una fornitissima libreria ed una caffetteria kosher.
[4] Burano
A Burano torno praticamente ad ogni mia visita a Venezia.
Deve la sua fama alla produzione artigianale di merletti, ed alcuni di essi sono davvero dei capolavori, ma il motivo per cui mi è rimasta nel cuore sono i suoi colori e la sua atmosfera rilassata.
...oltre ovviamente ai suoi gatti!
Ma Burano ha già un post a lei completamente dedicato, per cui non aggiungo altro!
San Polo è il mio sestiere preferito di Venezia.
I sestieri a Venezia sono i quartieri - ma non chiedetemi come mai si chiamino diversamente: del resto tutta l'isola ha una nomenclatura topografica unica.
San Polo mi piace perché ha un'aria rilassata ed alla mano, è una versione di Venezia più "casalinga" se vogliamo - un po' come se dismettesse per un attimo le sue crinoline e si mettesse in tuta e pantofole sul divano.
Ma rimanendo sempre bella, ovviamente - e con tutta una serie di angoli segreti da svelare.
Nel suo campo (= piazza... ve l'ho detto che a Venezia tutto si chiama diversamente) a volte si ha quasi l'impressione di respirare un'atmosfera da paese, con i bambini che giocano e gli anziani seduti sulle panchine a chiacchierare.
[6] Torcello
Se non ci fosse Burano, sarebbe Torcello la mia isola preferita.
Rispetto alla sua vicina ha, se possibile, è ancora più tranquilla e rilassata.
Silenzio, natura e rovine del VII secolo...
Un incanto.
A Torcello c'è una cattedrale bizantina ed una sedia scolpita nella roccia chiamata il Trono di Attila.
In realtà probabilmente non centra nulla con il Re degli Unni, ma pare venisse utilizzato dai giudici che governavano l'isola. La leggenda dice che chiunque vi si sieda sopra si sposerà entro l'anno in corso - ma io sono qui per smentirla.
E poi c'è questa casa, che si nasconde dietro l'edera rampicante e che ospita un negozio d'antiquariato...
[7] Campo SS. Giovanni e Paolo
Forse la chiesa che si erge nella sua piazza ... ops! campo non sarà la più bella della città - ma sicuramente è la più imponente.
Tuttavia la ragione per cui mi piace tanto questo campo non centra con la chiesa: è ariosa ma intima al tempo stesso, e nasconde questo piccolo e colorato scorcio da cartolina.
Oh, e il lampione!
I lampioni sono una delle mie ossessioni fotografiche - e quelli di Venezia li trovo particolarmente fotogenici, con i loro vetri rosa.
[8] Libreria Acqua Alta
Il proprietario l'ha definita "la più bella libreria del mondo" - e di sicuro è una delle più indimenticabili.
L'acqua alta è ciò da cui la libreria cerca di difendersi, poiché tutti i volumi in essa contenuti ne vengono periodicamente minacciati, ma è anche una metafora, perché quando si mette piede lì dentro si viene letteralmente sommersi.
Non da acqua, ma da libri.
I libri sono ovunque - non solo negli scaffali, dove ci si può aspettare che siano, ma anche in una vasca da bagno, in una gondola, e c'è persino una scala di libri: esatto, una scala tutta fatta con libri legati insieme, su cui ci si può arrampicare per avere una vista dall'alto del canale.
Forse può essere un po' difficile riuscire a trovare qualche titolo specifico - ma la Libreria Acqua Alta è un po' come Venezia: in fin dei conti, la cosa più bella è perdersi, e trovare qualcosa di inaspettato.
(oh, e ovviamente ci sono anche un paio di gatti: potevano forse mancare?)
[9] Palazzo Contarini del Bovolo
Forse è il fatto che si nasconde (dietro Campo Manin), forse è la sua scala a forma di spirale, forse è il suo cortile con sette pozzi... ma trovo che questo palazzo abbia un fascino magnetico, da fiaba gotica.
Purtroppo non è visitabile, ma si può salire sulla scala.
Un'altra favola gotica, ma stavolta dall'atmosfera nobile e sapiente.
Oggi ospita l'università, ma in passato apparteneva alla famiglia di un Doge.
Cà Foscari contempla la laguna con aria malinconica, ed invoglia all'introspezione, alla riflessione...