11 Maggio 2516, White Sheets

Da Genux

Fournier e Debussy, in sottofondo.
Forse sono semplicemente dentro la mia testa, ma non importa: ho scelto io di sentirle. Ho scelto io di vedere il suo volto, ancora, di chinare la testa su un tavolino sudicio, di abbandonarmi all’oblio. Ho scelto io di aprire la mente ad universi simultanei, ho scelto io di avvelenarmi nella maniera più dolce che conoscessi.
« Non lascerò che qualcun altro, oltre me, ti annichilisca. »
« Non ce n’è bisogno. Oltre te, c’è solo lei. »
Il mio personale surrogato di felicità sintetica brilla al buio. Cattura tutta la luce, la concentra su di sè: ed è egoista, non la rimanda indietro. Si confonde con le pillole – credo sia Rhenazol - sparse tra le pagine di un libro aperto, macchiato di caffè – o sangue, non ricordo. Le pareti si chiudono su di me, ed un cielo che non posso vedere incombe, minaccioso, come una cappa. Soffocante ed invisibile.
Volevo farlo per lei, perché quello schiaffo era stato più doloroso di tutti i graffi, i pugni, le urla. Perché era delusione, rabbia, amarezza, ed io non potevo sopportarlo.  Non da lei, non potrò mai.
Volevo abbandonare il buio, censurare il silenzio: volevo dare la forza a queste dita sottili per aggrapparsi a qualcosa di solido un uomo - una donna. Qualcuno.
Mi dispiace, Melanie Bishop, ma non credo che riuscirai ad uccidermi.
Non credo che ci riuscirà qualcun altro.
Ho le dita abbastanza forti per farlo da sola.
« Sembri un angelo. »« Avrei delle ali. E saremmo già scappati da qui. »
Il concetto di Amore rimane sempre tale, anche quando è totalmente distorto. Anche quando i soggetti si confondono, quando i contorni sono tracciati con l'ausilio del vento. Quando la carne sotto ai denti non è la sua, quando le labbra, il respiro, gli occhi, sono altri. Altrettanto meravigliosi. Ma non i suoi.
Yahn Fharsen è steso al mio fianco, e mi stringe ancora la mano.
Sa chi sono, adesso. Ho gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri. Ma non sono sua, e lui non è mio.
Ho cercato il suo corpo fra le lenzuola, bianche: gli ho donato il mio senza riserve, con tutto l'amore che conservavo tra le braccia. Ho sentito la sua mano nella mia, l'ho sentito amarmi come se io fossi Lei.Ed io l'ho amato, come se fosse Lui.
Gli ho graffiato la schiena perchè volevo lasciargli un segno: come un animale, ho avuto paura che dimenticasse che ero stata sua, anche se solo per poche ore.
Avrei voluto farlo anche sul cuore, ma non sarei stata sincera.