Secondogenito, ebbe la “sfortuna” di doversi chiamare come il fratello maggiore, deceduto poco prima. Sicuramente sulla sua psiche, questa scelta ebbe grandi ripercussioni.
Entrato all’Accademia di Belle Arti, conosce coloro che saranno i mentori della sua vita: il regista Luis Buñuel e il poeta Federico Garcìa Lorca ( con il quale si dice vi fosse un rapporto di vero amore platonico, che il pittore non ha mai voluto trasportare sul piano fisico). L’anno successivo durante un viaggio a Parigi, incontro Pablo Picasso, e chissà per quale motivo, lo stesso anno viene espulso dall’Accademia.. Coincidenza? Chi lo sa, sta di fatto che Salvador è inarrestabile e inizia a produrre le sue famose e strambe opere.
Il vero momento clou nella vita di Dalì, avviene nell’agosto del 1929, quando incontra la sua futura musa, Gala – al secolo Elena Ivanovna Diakonova, nonché madre del suo unico figlio José Van Roy Dalí. Inizia un sodalizio erotico-amoroso-professionale, che segnerà tutta la vita dell’artista. E’ a lei infatti che Salvador dedica il saggio “Le femme visible“, nel quale l’artista evidenza il suo radicale distaccamento dall’arte surrealista, forgiandone una tutta sua personale, al limite del macabro.
Purtroppo nel 1980, Dalì subisce un danno neurologico, causato da un pericoloso cocktail di medicinali, somministrato da Gala, che purtroppo soffre di demenza senile. E così colei che è stata la fonte della sua vena artistica, è colei che la stronca irrimediabilmente. Come spesso si suol dire, l’amore spesso è l’Alfa e l’Omega per una persona, e così fu per Dalì.
SALVADOR DOME’NEC FELIP JACINT DALI’ I DOME’NECH, MARCHESE DI PU’BOL, NASCE A FIGUERES L’11 MAGGIO 1904, SOTTO IL PASSIONALE SEGNO DEL TORO