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11/04/2014 - Certificati Bianchi: tra complessità, revisioni ed aspettative il meccanismo cresce e promuove la competitività del Sistema Paese

Creato il 11 aprile 2014 da Orizzontenergia
Certificati Bianchi: tra complessità, revisioni ed aspettative il meccanismo cresce e promuove la competitività del Sistema Paese

Un meccanismo consolidato, capace nei dieci anni di funzionamento di supportare la realizzazione oltre il 50% dei risparmi energetici conseguiti a livello paese, con il migliore rapporto costo-efficacia fra gli incentivi erogati.

Il risparmio annuo di circa 5 Mln di tonnellate equivalenti di petrolio garantito dallo schema (circa 50 miliardi di kWh) costerà in tariffa circa 2.500 Mln di euro in cinque anni, per un costo cumulato equivalente di circa 0,05 euro/kWh risparmiato, da confrontare con il costo dell’elettricità e del gas per le famiglie (rispettivamente 0,19 euro/kWh e 0,9 euro/kWh risparmiato).

Terza Conferenza FIRE Certificati Bianchi_10 11 aprile 2014

Questo uno degli aspetti emersi dalla mattinata convegnistica esclusivamente dedicata ai certificati bianchi, aperta dall’Ing. Di Santo il quale ha evidenziato che “in questi anni la complessità legata al meccanismo si è fatta sentire sia nella fase di partenza, sia a livello normativo, sia per la complessità propria dell’efficienza energetica. Nonostante questo il meccanismo funziona e ha raggiunto livelli di eccellenza, anche grazie agli interventi puntuali cui è stato sottoposto e alla collaborazione fra le sei istituzioni coinvolte”.

In dieci anni sono stati emessi circa 26 Mln di TEE (6 dei quali nell’ultimo anno, ossia da quando il GSE è diventato il gestore del sistema).

Dato rilevante è che dei progetti presentati circa l’80% è di natura industriale, proposti con schede a consuntivo; ciò indica, come ha sottolineato Mauro Mallone del MSE, che il mercato dell’efficienza energetica è passato dalla fase embrionale ad uno stadio maturo e per certi versi consolidato. Questo fa del meccanismo italiano un’eccellenza a livello internazionale.

Davide Valenzano del GSE ha evidenziato come nel periodo giugno 2013-marzo 2014 (anno d’obbligo 2013) il Gestore ha rilasciato 4.852 TEE, pari all’88% dell’obiettivo 2013.

Infografica FIRE TEE

Alcune novità importanti descritte: da gennaio 2014 sono ammissibili al meccanismo solo progetti “ancora da realizzarsi” o “in corso di realizzazione”.
Altra novità riguarda i soggetti ammessi, ossia, imprese ed enti pubblici con un sistema di gestione dell’energia in conformità alla certificazione ISO 50001 o che abbiano nominato volontariamente un Energy Manager. La crescita del meccanismo è evidenziata anche dal numero degli operatori ammessi che, afferma Anna Autore del GME, è in aumento (sul mercato siamo a 661 operatori). La domanda è espressa prevalentemente da distributori obbligati, mentre per il lato offerta è espressa prevalentemente da ESCO.

Cambiamenti ci sono anche nel campo del contributo tariffario. De Min dell’AEEG ha descritto come il nuovo contributo sia definito in due tempi – a preventivo e a conguaglio dopo un anno – per essere più vicina alle esigenze dei distributori e del mercato.
Inoltre per i “grandi progetti” – che in virtù delle caratteristiche dimensionali, energetiche e ambientali possono richiedere il ritiro dei TEE a un prezzo costante – il regolatore ha definito le regole per individuare tale prezzo, legato all’andamento del mercato dei TEE nei tre anni precedenti.

Spunti interessanti sono emersi dalla tavola rotonda delle associazioni (cui hanno partecipato Anie, AIDI, Federazione Confindustria Ceramica e Laterizi, ANIE Energia, ANIMA, Assoesco, Federchimica, Federutility). L’elemento fondamentale emerso è che i certificati bianchi stanno aiutando le imprese a fare investimenti in efficienza energetica che altrimenti non sarebbero possibili e in questo modo offrono un importante aiuto in termini di competitività. Lo strumento non è stato ancora sfruttato adeguatamente ed è importante investire di più nella comunicazione e nell’informazione.

In linea generale il terziario è rimasto fuori dal meccanismo, si auspica pertanto che siano introdotti dei correttivi che consentano una maggiore partecipazione e il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2020 per questo comparto.

Obiettivi Nazionali TEE_FIRE

Per Tomasselli di Assoesco l’importanza dei titoli per le ESCO è centrale, perché accorciano i tempi di ritorno degli investimenti ed abbassano quindi il livello dei rischio degli stessi, consentendo di attivare meccanismi come il finanziamento tramite terzi e i contratti di rendimento energetico. Emerge, tra l’altro, che le ESCO sono stremate dalla difficoltà di gestione del meccanismo, dove gli operatori si confrontano con leggi poco chiare e commissioni che emettono punti di vista a volte retroattivi.

Sul lato distribuzione Federutility propone la riapertura di un tavolo operatori/istituzioni per avere un momento di incontro e cooperare al superamento delle problematiche.

Durante la sessione pomeridiana del convegno l’attenzione è stata rivolta alla direttiva 2012/27 e a come l’Italia si prepara a recepirla. Mauro Mallone del MSE ha evidenziato che il decreto di recepimento impatta in modo sostanzioso sul tema dell’efficienza energetica e sui certificati bianchi. La bozza presentata, al momento al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti, tra l’altro, impone l’obbligo dal 2015 per le grandi imprese di realizzare diagnosi energetiche destinando dei fondi per il cofinanziamento con le regioni di diagnosi energetiche da realizzare presso le PMI. Si prevede che il 60% degli obiettivi vincolanti al 2020 verranno raggiunti con i certificati bianchi.

Altro aspetto importante della bozza di decreto riguarda la qualificazione degli operatori. Da giugno 2016 i soggetti che partecipano al meccanismo saranno solo quelli certificati come ESCO o esperti in gestione dell’energia (EGE). È prevista poi l’istituzione di un fondo di natura rotativa per la concessione di garanzie e finanziamenti per interventi di efficienza energetica realizzati dalla Pubblica Amministrazione, le ESCO e le imprese. La dotazione del fondo è di circa 70 Mln di euro l’anno per il periodo 2014-2020. Infine la bozza di decreto prevede fondi per l’informazione e la formazione (1 Meuro l’anno).


Dopo l’intervento di Domenico Santino dell’ENEA che ha sottolineato l’ormai consolidata presenza dell’industria nel meccanismo, sono stati presentati degli interessanti casi studio da parte di Gewiss, Turboden, ENEL Energia, Avvenia, Yousave e ENEL Distribuzione, che hanno mostrato la crescita degli operatori attivi in questo settore, capaci di offrire soluzioni tecnologiche di avanguardia, servizi energetici e finanziari in grado di sollevare gli utenti finali dagli investimenti e sistemi semplificati di accesso al meccanismo dei TEE.

A chiudere i lavori convegnistici sono stati i relatori della tavola rotonda politico-istituzionale (Laura Puppato del PD, Gianni Girotto di M5S, Mauro Mallone di MSE, Ignazio Abrignani di FI e Sebastiano Serra, MATTM) da cui è emersa la necessità di creare una continuità politica sia sul piano storico che dia risultato relativamente alle azioni intraprese nel settore energetico. Legare le scelte e gli indirizzi ad eventuali crisi politiche serve solo a destabilizzare il settore e renderlo poco competitivo e poco produttivo a livello italiano ed europeo.

Si è sottolineto come il tema della coerenza delle politiche è essenziale per la stabilità di chi investe in efficienza energetica, è necessario quindi adottare scelte politiche che riescano a lavorare nella logica del medio lungo periodo ed accanto a ciò puntare sulle smart grid, sulla ristrutturazione efficiente degli edifici e sulle azioni, che devono essere valide anche a livello occupazionale.

Altro tema emerso è quello della internalizzazione per le aziende dei costi, in particolare di quelli ambientali e sanitari derivanti dalla produzione di energia da fonti fossili e l’importanza di stabilizzare l’ecobonus ed introdurre l’ecoprestito per supportare lo sviluppo del mercato.  

Molte osservazioni sono state avanzate da Sebastiano Serra del MATTM su vari fronti, ma soprattutto sulla necessità di potenziare gli obiettivi ed indirizzare meglio le azioni che spesso si disperdono su troppe attività. Serra ha evidenziato come la Strategia Energetica Nazionale contenga obiettivi minimali che non permettono una reale spinta alla filiera del paese. Accanto a ciò si fa strada la necessità di creare reali e soprattutto fondi adeguati da cui attingere. Bisogna favorire lo sviluppo delle rinnovabili termiche e supportare quelle elettriche ed indirizzare gli interventi verso le famiglie, le industria e la PA.

Lo schema dei certificati bianchi ha prodotto ottimi risultati, e ancora meglio potrà fare in futuro se si continuerà a monitorarne l’andamento, intervenire sulle problematiche e favorire la partecipazione delle aziende e degli operatori di settore attraverso idonei programmi di informazione e momenti di confronto fra istituzioni e mercato”, ha concluso Dario Di Santo.

"Quello che però ci auguriamo come FIRE è che la bozza di recepimento della direttiva sull’efficienza energetica sia modificata e resa più consistente. L’efficienza energetica è un asset strategico per il nostro paese, sia per alleviare il costo dell’energia per imprese e famiglie, sia per supportare la crescita della filiera attiva nell’offerta di tecnologie e servizi, potenziale fonte di occupazione e di competitività per l’Italia. Non è sugli sconti agli energivori che bisogna puntare, ma su una visione e una strategia di investimento in grado di fare rientrare i costi sostenuti attraverso gli oneri in bolletta”.

La seconda giornata si è svolta con un taglio prettamente tecnico/operativo.

Daniela Colalillo del GSE ha trattato il tema relativo alle regole applicative per il rilascio dei TEE. Una chiara delucidazione ad ampio spettro delle stesse sarà trattata in una guida, che sta per essere pubblicata sul sito del Gestore con lo scopo di guidare gli operatori nel presentare i progetti e quindi velocizzare l’ottenimento dei TEE. Lo strumento contiene nello specifico la descrizione del procedimento amministrativo, la definizione degli attori coinvolti, le tempistiche previste dalla normativa, la presentazione dei progetti ed in generale un quadro completo di tutte le regole a disposizione e le modalità per poterle sfruttare al meglio e semplificare il procedimento di presentazione ed ottenimento dei certificati bianchi.

Per supportare gli operatori e le aziende sono disponibili altre guide operative: quelle dell’ENEA indirizzate ai progetti settoriali – che intendono fornire, sulla base di anni di esperienze, risposte su molti casi e problematiche relative agli interventi nei settori – e quella realizzata dalla FIRE dedicata ai decisori aziendali e ai non addetti ai lavori.

Alcuni problemi pratici legati al meccanismo, portati in aula da Walter Grattieri del RSE, riguardano il ricorso eccessivo alle PPPM  in presenza di schede già approvate, la scarsa attenzione alle condizioni di ammissibilità ed il cumulo degli incentivi.

Ha chiuso il convegno una sessione dedicata al question time sui TEE a cui hanno risposto Enrico Bonacci del MSE, Domenico Rotiroti del GSE, Nino Di Franco dell’ENEA e Walter Grattieri del RSE. In particolare si è parlato di cumulabilità, certificazione (prevista dalla bozza del nuovo decreto), nuove linee guida, soggetti che possono accedere ai certificati bianchi e vari aspetti puntuali.

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Intervista

  • A poche ore dalla terza Conferenza annuale sui Certificati Bianchi, Orizzontenergia intervista l'Ing. Dario Di Santo, Direttore FIRE - Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia

Area divulgativa

  • Certificati Bianchi: come funziona il meccanismo dei TEE?

Fonte: FIRE


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