11/06 Stamattina sveglia tardi e ancora con dolori lancinanti alle anche: questi letti sono una macchina di tortura! Meglio dormire sul pavimento! Ho trascorso il giorno fotografando quello che non avevo fotografato e sono rientrato all'ostello visibilmente affaticato. Adesso sto scrivendo da un po' e mi sono ripreso stando seduto su una poltrona a dir poco comoda dopo una settimana su quel letto a castello maledetto. La lunchroom dell'ostello e' gremita e i ragazzi fanno un gran bordello e divertente stare in mezzo a loro e sapere di essere uno dei piu' vecchietti. Molti di loro si avvicinano e mi chiedono che cosa abbia di tanto importante da scrivere. Allora brevemente gli spiego che sto tenendo una specie di diario di viaggio che vorrebbe essere tante cose nelle intenzioni, ma non so cosa sara' alla fine! Di solito mi chiedono di leggergli qualcosa, ma evidentemente in imbarazzo gli dico che e' tutto in italiano e loro: “Translate me, please!” Allora prendo qualche frase senza un grande valore decontestualizzato dal resto del testo e gliela traduco ad alta voce. Loro mi guardano e mi dicono: “It's really interesting, mate! Great! I'm glad to talk with you, g'day, catch you later!” e si allontanano togliendomi dall'evidente imbarazzo.
Sono pronto per la partenza e felice di ripartire. Ho voglia di qualcosa di nuovo e di qualcosa di piu' caldo soprattutto! Alle 20:00 ho il bus. La fermata non e' molto lontana dall'ostello e sono solo le 18:10. Ma restero', sicuramente qui su questa poltrona a scrivere: non ho voglia di girare! Davanti a me, nel frattempo, si sta esibendo in una partita a biliardo un giocatore in gonnella: lei e' in jeans e canottiera, estremamente mascolina; lui ha un vestitino a fiori aragosta e verde con delle "strasse" nel mezzo e delle bretelline che gli lasciano scoperta la schiena e rendono prominente il suo inesistente decolte': cool!