Eppure lo sapevo, sapevo che sarebbe finita così. 'Era già tutto previsto' canta Cocciante, sì, è andata proprio come doveva andare, tutto previsto. Lei diceva di essere in crisi con il marito, io avevo una compagna di cui ero stanco, ci siamo visti, ci siamo compresi subito ed abbiamo donato all'altro ciò di cui avevamo bisogno: un po' di fumo, una panacea, un po' di illusioni da adolescenti. Un mese di 'frequentazione', così abbiamo voluto definire questo inutile periodo della nostra vita da ultraquarantenni allo sbando. Io, separato dall'unica donna che mi abbia realmente amato, e che probabilmente mi ama ancora, rifugiato in un rapporto che protegge e che soffoca, mi innamoro dell'unica donna che riesce a farmi sentire inferiore, che mi appare fragile, ma riesce a comandarmi più di ogni altra. Incontro lei, Bianca, la libertà. Bianca è come me, forse più bella e più colta di me, ma ha la mia ironia, il mio modo di vivere. Ama la vita, l'amore, sorride e ride spesso, mi lascia libero di dire e di fare ciò che voglio, mi asseconda. Del resto né io né lei abbiamo niente da perdere. Un giorno litighiamo ed io le dico: 'non voglio perderti, non voglio perdere quest'amicizia!' - 'non mi perdi perché non ti appartengo' - mi risponde lei. Perfetta vero? Ha dato la risposta che attendevo. Eravamo perfetti! Perfetti nel ridere insieme, nel prenderci in giro, nell'evitare determinati termini, espressioni da innamorati. Bisognava sempre stare lì a puntualizzare: questa nostra 'frequentazione' non è niente, non sarà niente, al massimo potrà aiutarci ad affrontare meglio i rapporti veri della nostra vita, quelli in cui ci abbiamo messo testa e cuore, tutt'al più questa può essere interpretata come una 'terapia' per entrambi. Un'amicizia? No, forse anche questa ci è sempre sembrata una parola grossa. Poi accade che la donna di cui sono (o credo di essere) innamorato, mi guarda con occhi diversi, riprende a mandarmi dei segnali, dei messaggi d'intesa, mi sciolgo e non conta più niente: lei c'è e mi vuole, la terapia ha funzionato! Bianca si fa sentire, ma la mia testa è altrove, l'ascolto, ridiamo assieme, ma non posso non pensare a lei, alla mia amata. Va tutto bene, sto riconquistando la donna che amo, ho una nuova 'amica', ma sì, forse posso cominciare a chiamarla così, e sto trovando il modo per lasciare la mia compagna. Ma succede qualcosa di inaspettato, non previsto in questa frequentazione: Bianca parlando, pochi giorni fa, mi dice 'amore mio', a me, proprio a me. Che cazzo ha capito questa? Penso che stia cambiando le carte in tavola, che voglia farmi credere che tra noi c'è o potrebbe esserci qualcosa di 'vero'. No, devo aver sbagliato qualcosa. No, mi ha colto impreparato. Vabbè, le passerà, ignoro. Intanto io ho riconquistato l'unica donna che mi fa impazzire, l'ho riavuta, questo è ciò che conta. Bianca si fa risentire, come ogni giorno, ma questa volta è strana, me ne accorgo perfino io. Mi dice che ha capito che la terapia è finita, che il mio sguardo non è più lo stesso e che si fa da parte. Da parte? Ma chi l'aveva mai messa al centro? Ma questa che vuole? Cosa cerca da me? Questa volta non le rispondo proprio, tanto le passa, penso. E invece sono due settimane che non la vedo e non la sento e mi manca cazzo, mi manca da morire.