In realta' la risposta non e' semplice.
Faccio degli esempi rappresentativi della differenza tra questi due mondi, nel bene e nel male.
1 - il bus
Negli ultimi anni qui non ho mai preso il bus (quindi la mia esperienza e' limitata), ma proprio prima di partire per la vacanza italiana, mentre guidavo, ho visto una fila di ragazzi, tutti fermi, lungo il marciapiede... la fila continuava oltre l'angolo, dove ho visto c'era la fermata del bus... erano quindi in fila, in ordine di arrivo, per salire sull'autobus.
In italia sono andata alla fermata dell'autobus, ovviamente le persone aspettavano "in ordine sparso" (e questo mi sembra normale), quando e' arrivato l'autobus si sono aperte tutte le porte e siccome era pieno-pieno nessuno ha rispettato il salire dalle porte laterali, scendere dalle porte centrali, ma ognuno ha fatto come poteva (e questo mi sembra normale, vista la situazione).
Alla fermata successiva delle persone dietro di me dovevano scendere, quindi io e altre due signore siamo scese per agevolare (??) l'uscita dei passeggeri, ma le persone che aspettavano a quella fermata ne hanno approfittato per salire prima di noi (e questo non mi sembra affatto normale.... ma purtroppo e' qualcosa che accade spesso).
Durante il tragitto mi sono ritrovata vicino a un gruppetto di tre generazioni diverse (potevano essere nonna, mamma e figlio, ma non erano imparentati) e tutti e tre si lamentavano di questa situazione... per poi concludere, tutti e tre, con qualcosa del tipo "ma anche io faccio cosi, devo fare cosi, altrimenti non riuscirei mai a salire sull'autobus".
Non dico che questo e' rappresentativo dell'Italia, ma almeno di Roma si.
2 - il biglietto e il timbro
In una delle nostre visite ad un museo qui a San Diego mi e' successo un episodio insolito.
All'ingresso abbiamo dato i biglietti all'apposito omino, il quale ci ha strappato il tagliando e ci ha restituito il resto del biglietto. Poco piu' avanti c'era una signora che metteva dei timbri sulle mani... c'era della fila per questo timbro, D era ansioso di entrare, io non sapevo a cosa servisse esattamente, allora siamo andati direttamente dentro il museo, senza timbro.
Ad ora di pranzo non avevamo ancora finito, ma D aveva fame, per mangiare bisognava per forza uscire fuori, allora (sempre restando dentro il museo) ho chiesto alla signora del timbro se era possibile uscire per pranzare e poi rientrando mostrando il biglietto, lei mi ha risposto "si, lo puoi fare mostrando il timbro".
Le ho quindi detto che non avevamo il timbro perche' eravamo entrati di fretta, ma saremmo stati ben contenti di farcelo metterein quel momento, visto che non c'era fila. Ma lei si e' irrigidita, ha risposto che non era possibile, lei era autorizzata a mettere il timbro solo alle persone che stavano entrando, non a quelle che stavano gia' dentro.... io le ho risposto che capivo il suo punto di vista, ma non vedevo qual'era il problema nel mettercelo dopo il timbro, eravamo cmq dentro il museo, ed avevamo il biglietto con la data del giorno. Ma niente, non ci fu niente da fare.
Non mi e' mai capitato l'equivalente in Italia, ma credo che nessuno si sarebbe fatto problemi a metterci quel timbro in quella situazione.
Quindi da una parte cosi
e dall'altra parte cosi
Immagini allegramente rubate dal web, giust per restare in tema.
Solo elaborando l'episodio mi sono resa conto che in realta' la signora del timbro aveva ragione.
Anche se e' una regola piccola e fessa, il suo compito e' farla rispettare....perche' se 10 o 100 persone non rispettano una regola piccola e fessa si genera il caos.
Dove si vive quindi meglio?
Io personalmente vivo meglio qui (fin quando abbiamo i soldi, perche' essere poveri negli USA deve essere qualcosa di atroce), ma manca "quel certo non so che"... "non e' proprio fame, ma piu' voglia di qualcosa di buono"....la signora del panificio (e lo stesso panificio!) che mentre serve la pizza al taglio (e la pizza al taglio!) a un cliente urla ad alta voce che sono pronti i bigne' con la crema "approfittatene signore belle!"...
Non so se ho reso l'idea.