11M dieci anni dopo.

Da Chechimadrid

11M 2004. 11M 2014.
Oggi sono passati 10 anni dal più grande attentato terroristico della storia d’europa che cambió per sempre e radicalmente la vita di centinaia di persone, provocando una ferita sociale che mai si potrá rimarginare a Madrid, in Spagna e in nessun luogo.
L’11 Marzo di 10 anni fa una serie di attacchi terroristici organizzati dalla cellula di yihadistas colpirono 4 treni della rete di Cercanias (una sorta di treno metropolitano) nella stazione di Atocha.
10 esplosioni quasi simultanee in 4 treni, nell’ora di punta: tra le 07:36 e le 07:40.
191 morti. 1858 feriti.

L’11 marzo 2004, subito dopo l’attentato, la destra (che a tavolino era già vincitrice delle elezioni) attribuì il gesto alla banda terrorista dell’ETA, nonostante gli esponenti politici di questa frangia indipendentista avessero sempre dichiarato la più completa estraneità ai fatti: ma né il governo, né i partiti politici né i mezzi di comunicazione ammisero ufficialmente l’estraneità dell’ETA.
Solo quando il Al Quds Al Arabi di Londra ricevette una lettera che dichiarava la colpevolezza di Al Qaeda davanti agli attentati non si poté più nascondere la verità.
Gli spagnoli, feriti nel cuore pulsante della nazione e traditi dalla classe politica che per ore fece di tutto per nascondere la verità, spostarono massimamente il voto a sinistra, quindi a Zapatero.

Proprio di fronte alla stazione di Atocha (sede degli attentati) si erege un cilindrone di vetro alto 11 metri, cicatrice di questo grande dolore.

All’interno di questo monumento(ci si può entrare da un corridoio che si trova sotto la stazione) una complessa struttura “intrapola” i bigliettini che tutti i cittadini scrissero nei giorni immediatamente successivi all’attentato, in ricordo delle vittime.

Oggi, a 10 anni dall’attentato e con un lacerante dolore e repulsione verso qualsiasi forma di violenza e terrorismo, Madrid merita amore più che mai.
E silenzio.


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