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12 anni fa scompariva Alberto Sordi, icona della Commedia all’italiana

Creato il 24 febbraio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il 24 febbraio del 2003 muore Alberto Sordi, facendo perdere all’Italia non solo un grandissimo attore, ma soprattutto un pezzo della propria Storia. L’attore nasce a Roma nel 1920 e da giovane si iscrive all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, dove però viene espulso a causa della sua dizione con pesanti influssi dialettali. Successivamente quando ritorna dalla Seconda guerra mondiale riesce a vincere un concorso indetto dalla Metro Goldwyn Mayer per il doppiaggio italiano del famoso personaggio Ollio interpretato da Oliver Hardy. La sua carriera da doppiatore continua fino al 1951 dando voce ad attori famosi come Anthony Quinn e Mastroianni, ma possiamo sentire la sua voce anche in film epocali come “Ladri di biciclette” di De Sica, o nello sdolcinato “La vita è meravigliosa” di Capra. Nel frattempo esordisce in teatro, ma è grazie alla sua meravigliosa voce che ottiene un discreto successo con alcune macchiette in radio, creando personaggi rimasti nel cuore della gente e portandolo alla ribalta. Proprio grazie alla sua popolarità radiofonica che viene scelto da Federico Fellini per recitare in due suoi film, prima nello “Sceicco Bianco” del 1952 ma che si rivelò un flop, e poi ne “I Vitelloni” del 1953. Il successo comunque arriva con il film di StenoUn americano a Roma”, che grazie ad alcune celeberrime battute (come quella dei “provocanti” maccheroni) ottiene i favori sia del grande pubblico che della critica, sancendo un enorme successo al botteghino. È l’avvento di un nuovo genere, la cosiddetta Commedia all’italiana, dove Sordi presenta tantissimi personaggi che rispecchiano l’italiano medio, ritratti con sarcasmo e raffinata satira, accompagnati da una recitazione essenziale e mai troppo marcata, ma assolutamente efficace.
Bravissimo nei ruoli del prepotente di turno che vessa i più deboli ma che si inchina ai più potenti, cercando di rimediare qualche piccolo favore. Elencare i numerosissimi personaggi sarebbe impossibile e troppo lungo, ma ricordarne qualcuno è doveroso. Nella storia del Cinema sono entrati di diritto personaggi come l’egoista insegnante Impallato del film “Bravissimo” di D’Amico, oppure il soldato fifone Oreste Jacovacci nel capolavoro di Mario MonicelliLa Grande Guerra“, fino ad un altro capolavoro di Monicelli “Un borghese piccolo piccolo” dove l’attore interpreta Giovanni Vivaldi, un uomo semplice e modesto con una vita normale ed una morale chiusa. Qui Sordi da prova di essere un grande attore e soprattutto completo, capace di scindere magnificamente il comico dal dramma, splendido interprete del tipico cinema tragicomico del Maestro Monicelli. Il duo sforna altri grandissimi film, consapevoli del tramonto della Commedia all’italiana alla fine degli anni ’70, girano il film in costume “Il Marchese del Grillo” del 1981, dove Monicelli lascia libero l’Albertone Nazionale fiducioso di ottenere delle interpretazioni e delle caratterizzazioni di maschere popolari comiche, brillanti e sempre divertenti. Infatti Sordi ripaga la fiducia del regista tirando fuori un personaggio rimasto nella Storia, anche se il film è in parte ostracizzato dalla critica .

il-marchese-del-grillo

Il marchese Onofrio del Grillo (uno splendido Alberto Sordi) è un ritratto disarmante di una nobiltà praticamente decaduta ma abilmente capace di restare sulla cresta dell’onda. Qui il marchese è lo sberleffo fatto persona, irride allo stesso momento la nobiltà piena di ipocrisie e ingiustizie e allo stesso tempo beffa con estremo cinismo le classi più umili, consapevole che non possono difendersi. In una Roma agli inizi del XIX secolo il marchese è una guardia nobile del Papa, ma il Vaticano è minacciato dalle campagne napoleoniche che incutono a tutti un certo timore. Tutti, tranne il marchese del Grillo che vive le sue giornate all’insegna dell’ozio (pretende silenzio nel palazzo fin tanto non si alza dal letto in tarda mattinata) e della goliardia. Vuole dimostrare come la nobiltà sia tiranna, egemone della giustizia civile (eloquente è il danno all’ebanista ebreo Piperno) e padrona delle vite dei poveri. Decide per divertimento di scambiare la propria vita con un povero carbonaio, reo solo di assomigliarli incredibilmente, portandolo al suo palazzo, vestendolo da aristocratico e facendolo cenare con la sua nobile famiglia. Quanto le truppe napoleoniche arrivano a Roma, il marchese Onofrio finge di essere ferito negli scontri pur di non prendersi la colpa di non aver difeso il Papa. Magnifico affresco storico da parte di Monicelli, capace di costruire attorno al personaggio di Sordi l’intera struttura narrativa, piena di satira e provocazioni dissacranti, con la partecipazione di attori caratteristi importanti come Paolo Stoppa nei panni del Papa, o Flavio Bucci in quelli del prete brigante Don Bastiano.

Alberto Sordi resterà un icona del Cinema italiano, per il suo talento nel raffigurare pezzi di società e per la naturalezza con la quale entrava nel personaggio. È entrato di diritto nell’olimpo dei “mostri” sacri della Commedia all’italiana, che con una schiera di magnifici attori come Tognazzi, Gassman, Manfredi, Mastroianni rimarranno eterni, inarrivabili.


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