12 Luoghi da cartolina da cui non puoi mandare una cartolina

Da Angelozinna

Negli ultimi anni ho conosciuto molti luoghi già visti e visitati, ho percorso tratte turistiche e seguito consigli altrui, ma altre volte, spesso per caso, sono giunto a destinazioni che sulle mappe sarebbe difficile puntarle con il dito. Sono spiagge, montagne, villaggi o strade, incrociati per sbaglio o per curiosità, situati in aree poco accessibili o semplicemente date per scontate da chi è di passaggio. Sono luoghi, questi, documentabili soltanto con uno scatto. Perché da qui, per fortuna, una cartolina non si può spedire.

Triund, Himchal Pradesh, India

Raggiungere la base di Triund, nell’area di Dharamsala, richiede circa una giornata di cammino, andata e ritorno. Dharamsala, ed in particolare McLeod Ganj, sono famose per essere la casa del Dalai Lama e per questo sono raggiunte da migliaia di visitatori ogni anno. Non sono altrettanti quelli che però intraprendono la salita fino a questo punto che si affaccia sulle prime montagne dell’Himalaya. Il trekking, nonostante sia pubblicizzato da alcune agenzie a McLeod Ganj, è facilmente fattibile per conto proprio, non c’è bisogno di una guida. I 9km di salita si stendono su un sentiero roccioso che si snoda tra monti e vallate, sorprendendo con viste ogni volta diverse dietro ad ogni curva. La catena montusa però si nasconde dietro il punto più alto ed è impossibile sapere cosa ci aspetta prima di arrivare in cima. E questi picchi sono certo una sorpresa per la quale vale la pena sudare.

Blue Pools, West Coast, Nuova Zelanda

Queste piscine azzurre non raccolgono più di una breve menzione sulle guide di questa regione. Eppure in una giornata di sole i colori riflessi da queste acque fanno pensare ad un ambiente artificile. Non lo è. Le Blue Pools di solito non uno dei ‘must do’ sugli itinerari dell’Isola Sud, ma è difficile farseli scappare. Scendendo lungo la costa ovest si raggiungono i ghiacciai, il Franz Josef e il Fox, e poi si continua a guidare verso i fiordi. Lungo la strada, un piccolo cartello verde indica le Blue Pools. Si parcheggia e una breve passeggiata porta al ponte che su queste insenature si affaccia. Oppure si scende e ci si tuffa.

L’isola di Lembata, Indonesia

L’isola di Lembata è un puntino sulla cartina. Staccata da un breve tratto di mare dalla più grande e conosciuta Flores. Senza pazienza Lembata non si raggiunge, da occidente è necessario percorrere ogni singola curva della Flores Highway, una strada che già vale un viaggio, arrivare a Larantuka e poi prendere il traghetto per Lawoleba. Da Lawoleba il posto da raggiungere è il villaggio dei cacciatori di balene di Lamalera, ma questa non è un’impresa facile. Una camionetta impiega quattro ore per percorrere sessanta chilometri di strada che è difficile chiamare tale. Un buca dopo l’altra, si arriva a questo minuscolo centro, in cui una comunità ospitale orbita intorno ad una piccola spiaggia. Un luogo surreale.

Koh Kradan, Mare delle Andamane, Thailandia

Chi pensa che ormai non sia rimasto alcun luogo incontaminato in Thailandia non è arrivato a Koh Kradan. Parte delle isole Trang, Kradan significa letteralmente piana, ed è una striscia di terra lunga e stretta su cui il maltempo sembra non fermarsi mai. Quest’isola è per l’85% parco nazionale, qui non vi sono strade o ristoranti, ma soltanto qualche resort di lusso e qualcuno un po’ meno di lusso. Raggiungerla non è semplice né economico in quanto non vi sono mezzi pubblici e i visitatori sono pochi. Da Trang è necessario raggiungere il porto per Koh Muk, a circa mezz’ora di distanza dalla città, e poi nolleggiare una longboat intera per farsi portare sull’isola. Un viaggio che merita sopratto fuori stagione, quando le probabilità di trovare un’altra anima sulle spiaggie di Kradan sono poche o nulle. Per quanto ancora, non è però dato sapere.

Devil’s Marbles, Red Centre, Australia

Le biglie del Diavolo si presentano sull’unica strada che taglia l’Outback australiano. Percorrendo questa lunga e dritta striscia d’asfalto in direzione Uluru – Kata Tjuta, ci si trova di fronte ad un’interruzione nei confronti del piatto deserto che contraddistingue la regione. Le Devil’s Marbles portano con sé una leggenda importante nella mitologia aborigena, ed è difficile immaginare come quest sfere di roccia si sia formate in questa aridità.

Il Villaggio dei Lanten, Luang Namtha, Laos del Nord

La piccola popolazione dei Lanten ha raggiunto le colline del Laos dalla Cina meno di un secolo fa. Oggi vivono vicino al confine, a poca distanza dal più trafficato centro di Luang Namtha. Non è certo un’attrazione turistica di per sé, ma si raggiunge effettuando un trekking nel Nam Ha National Park in questa regione. La comunità vive ancora alla maniera tradizionale, passando da queste parti si può ancora notare il processo da cui ogni necessità passa, dalla produzione dei vestiti, alla preparazione del cibo.

L’Isola di Atauro, Timor Est

Un tempo una prigione naturale utilizzata dai colonizzatori portoghesi, oggi una destinazione pacifica circondata da acque trasparenti e coralli vivissimi. Atauro Island appare al largo di Dili, la capitale del Timor Est e si raggiunge in alcune ore di traghetto. La nave pubblica parte soltanto il Sabato mattina per tornare il pomeriggio, per fermarsi più a lungo quindi è necessario organizzare trasporto privato. Sull’isola si trovano un paio di villaggi e mercati locali, ma poco si avvicina alla civiltà. Noci di cocco, banane e altri frutti del posto sono gli articoli più venduti, probabilmente anche gli unici necessari in un ambiente del genere.

Red Rocks, Wellington, Nuova Zelanda

Un piccolo segreto poco distante dalla capitale è il percorso che da Island Bay, poco distante da Wellington, arriva alle Red Rocks, le formazioni rocciose che si distinguono dal resto del paesaggio per il loro colore. Quest’area è situata esattamente tra due placche tettoniche, e il loro movimento ha creato alcune delle formazioni  che qui si possono incrociare. Ciò che non è stato formato dai terremoti però sono le numerose foche che qui vivono. Le colline che cadono a picco nell’oceano fanno da sfondo a questo paesaggio che sia d’estate che d’inverno vale una giornata.

Kalaw, Birmania

Definire questo luogo  come Kalaw in realtà è errato. Il problema è che i posti che si attraversano durante il trekking che da Kalaw arriva a Inle Lake un nome non ce l’hanno e per questo, anche volendo, sarebbero difficili da ritrovare. Forse è un bene. Camminando dalla piccola cittadina dello Shan fino al popolare lago Inle si attraversano foreste, risaie, villaggi e monasteri. L’alba è quando ci si alza per coprire i sessanta chilometri che uniscono i due punti, e questo è senza dubbio il momento più fotogenico della giornata, con la foschia che sosta tra le colline non ancora verdi. Essendo la Birmania nuova a questo tipo di turismo, i luoghi attraversati rimangono ancora intatti, anche se le cose stanno cambiando rapidamente ed è necessario approfittarne al più presto.

Isola di Sapi, Sabah, Borneo

Spedire una cartolina di Sapi probabilmente è possibile da Kota Kinabalu, ma non da Sapi. Questa isola infatti dista poche decine di minuti dalla capitale della regione di Sabah e fa parte del Tank Abdul Rhaman National Park, un parco molto popolare tra i turisti domestici, ma non per questo da evitare. Il parco infatti include quattro isole tra cui Sapi, e se la spiaggia principale rimane frequentata durante la maggior parte dell’anno, basta incamminarsi su qualsiasi dei percorsi interni per raggiungere strisce di sabbia abbandonate a sé stesse.

Nongriat, India Nord Orientale

Il nord-est dell’India è già per conto suo un luogo poco visitato. Ma per arrivare al villaggio di Nongriat ci vuole più che la voglia di uscire dai confini turistici. Dall’Assam bisogna scendere in Maghalaya, fino a Cherrapunji, poi biosgna camminare fino a Tyrna, e qui inizia il bello. Per Nongriat non ci sono strade. Neanche sentieri. Ci sono 3.400 scalini che scendono a picco nella vallata dove questa comunità da una trentina di case è posizionata. Questa è l’unica via d’accesso e d’uscita, ma se le ginocchia reggono vale certamente il viaggio. Qui non solo vive l’etnia dei Khasi, ma si trovano anche i particolarissimi root bridges, ponti che attraversano i fiumi, costruiti con le radici degli alberi secolari che qui crescono. Con un trekking di qualche ora si raggiungono le Rainbow Falls, che prendono il nome dall’arcobaleno permanente che si forma alla sua base. Esiste una Rest House a Nongriat, con inclusa doccia sotto la cascata.

Cape Hillsborough National Park, Australia

Bisogna guidare per quasi 900km dopo Bribane per raggiungere questo sperduto National Park del Queensland centrale. Se di notte il paesaggio è lunare, al tramonto la spiaggia si infiamma, ma non è solo per il mare che si arriva da queste parti. Una fitta foresta tropicale copre l’intero parco, con eucalipti che ospitano ogni varietà di volatile. Qui si campeggia, non c’è altro modo di fermarsi per la notte, ma di compagnia saranno certo i numerosi canguri che hanno fatto di questa penisola la loro casa.

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