Un piacere cinico e per questo intensissimo.
Una Gasthaus bavarese, teatro idele per questo piacere
Ho preparato tutto da tempo, meticolosamente, ho effettuato diversi sopraluoghi sulla scena, ho provato in prima persona svariate soluzioni, sono pronto alla recita e ferocemente determinato al mio successo.
I miei ospiti da Milano sono giunti per fare da inconsapevoli comparse alla mia rappresentazione. Li ho convinti subito e facilmente a pranzare in uno delle tipiche Gasthaus locali, sono caduti nella mia trappola docili, convinti di provare una nuova emozionante esperienza, e così sarà… ma soprattutto per me.
Il momento è arrivato, entriamo nel locale, la scenografia è smaccatamente bavarese, così come serve per impressionarli. Ci accomodiamo attorno ad una tavola riccamente decorata con ogni possibile ammennicolo a tema. Si dia inizio alle danze! I miei ingenui commensali aprono timorosi i menù alieni, dai pittoreschi quanto indecifrabili caratteri gotici, tocca a me, posso entrare sul palco, comincia la recita, maledizione, indietro non si torna.
Comincio in tutta calma a tradurre la carta del giorno, non importa essere fedeli, posso barare a mio piacimento, non mi scopriranno mai. I cibi che non conosco vengono così vilmente descritti che nessuno si azzarderebbe ad provare simili intrugli… “per carità! ma come fanno a mangiare così!“. I miei spettatori vengono subdolamente indirizzati verso universi pienamente esplorati… Sauerbraten, Schnitzel, Knödel, Ente… non sono forse questi i piatti tipici?
La cameriera arriva, grassoccia e rosea, fasciata nel suo Dirndl che ne esalta le forme rubiconde, è lei la mia spalla necessaria e deve collaborare, altrimenti saranno guai, per me e per lei. Ordinare le bevande serve solo ad aprire le schermaglie, ma è solo un prologo che aiuta a fare salire la tensione, mi disimpegno sovrano ma la sfida è ancora troppo poco stimolante per un asso del mio calibro, sulle bevanda non è possibile sbagliare.
Adesso il gioco si fa duro, bisogna ordinare il cibo, tu non devi tradirmi, oh cameriera rosea e grassocia, non fare domande inutili, non opporti al mio strapotere linguistico, aspetto da troppo questo momento, attenta a te… gli occhi del pubblico sono puntati sul primattore, il riflettore si accende, è il mio momento, divo o comparsa si decide adesso e per varrà per l’eternità.
Tutto fila liscio, lei è stata brava, un piccolo momento di tensione si è subito stemperato, saranno i Rotblaukraut ad accompagnare l’anatra, poi ritira i menù e si avvia verso la cucina. È tutto finito.
Mi volto a ricevere il mio applauso, gli occhi dei miei spettatori brillano di ammirazione, le loro bocche sorridono di approvazione, uno mi dice: “ma allora ti sei davvero integrato!“. Non rispondo, non serve, un ghigno di sufficienza mi taglia la faccia, mi appoggio allo schienale della mia sedia, ed il mondo scompare, sono libero e volo, il mio petto si gonfia e decollo tronfio di boria, sono un uccello che si alza più in alto del sole, sono una boa e galleggio felice sull’oceano della mia vanità.
MERAVIGLIOSO!