13 ottobre 1992 a Yaxchilan, Chiapas

Da Kengarags

Il giorno dopo i cinquecento anni dell’approdo di Colombo

di Pina Piccolo

La foresta

Nella luminescenza del Giorno Dopo

Sopravvissuta

Alle sciocchezze

Delle civiltà

Sa rigenerarsi

Dallo scompiglio

Che dilaga a piano terra

La foresta sì che ha visto specie

Prima splendere e poi spegnersi

Tronfi organismi rinsecchiti

Per combustione d’arroganza.

Certo, di questo anche lei ha sofferto

Le sue lacrime afflitte

Scambiate per rugiada,

I sospiri di disapprovazione

Presi per vento.

Ma alla terra non cessavano

Di abbarbicarsi le sue profonde radici,

Le pietre del tempio

Corrose dal muschio

Si sfaldavano in sabbia

Trasportata dalle formiche.

Perfino i veleni

A galla sul torrente

Sapeva purificare

Sbattendoli

Miglio dopo miglio

Sulle pietre.

La natura cerca

Di lavare ogni pecca.

E adesso, strattonandoti ai margini

Cerchiamo di divellerti gli arti

Mentre il clima impazzito

Ti secca le sorgenti

Furfantelli

Giochiamo a dio

Tirandoti per lagonnella.

Senza più aspettare

Né scopritori né salvatori

Te ne stai aggrappata al suolo

E ti pieghi

Inchinandoti al vento,

Continuando col tuo fiato

Ainfondere vita

A un pianeta incerto.

(1992)