Quando sto fuori due o tre giorni per lavoro sento la mancanza di mio figlio. Mi mancano le sue coccole, gli sguardi dei suoi occhietti furbi, mi manca una mia carezza sulla testa, tra i suoi capelli. Poi esco dal casello dell’autostrada. Ancora 5 km prima di poterlo abbracciare. Anche oggi è andata così. Il mio cuore ha ripreso essere felice, quando, sulla porta, mi è corso incontro e si è buttato tra le mie braccia. Non c’è altro al mondo di gratificante, di importante, di necessario.
Stefano, un mio conoscente, fratello di due miei vecchi compagni di liceo, stasera ha perso un figlio. 14 anni.
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