14. Cupole

Creato il 15 maggio 2011 da Fabry2010

da qui

Qubbat al-Ṣakhrā’, Kippat ha-Sel‘a, la Cupola della Roccia domina il panorama di case, alberi, archi, grattacieli. Da qualunque parte si guardi la città, l’occhio è colpito dall’oro che manda bagliori tutt’intorno. Il mondo è giallo: un limone, una banana, un canarino; un pompelmo, un pulcino, un peperone; contro il nero della notte si battono la luna, le stelle e la cupola accesa come le luci a spina dei bambini, per chi ha paura del buio o della vita. Le fedi sono una fiamma ondeggiante davanti alla faccia della morte: il male e il bene si guardano negli occhi per capire a chi tocchi l’ultima parola. Anche Ismail e Yousef si fissano per cercare l’uno nell’altro una risposta a una domanda che li assilla. Il primo ha i tratti dell’antico romano, ironia della sorte per chi sarebbe stato, allora, un lestes, uno zelota, e vorrebbe godersi la fine dei poteri tirannici e oppressivi. Ha l’aria scettica di chi ne ha viste tante, ma dentro sente un fuoco che brucia, perfino gli intestini (deve mangiare in bianco e prende pillole che, dice, portano l’artrite). Yousef ha l’espressione del beduino del deserto, le ciglia aggrottate e un ciuffo di capelli neri che cade sulla fronte; le guance hanno il colore del deserto, tra le pieghe dei muscoli e la barba sembra di scorgere le grotte dei monaci, i ciuffi d’erba spuntati fra le pietre.
- Hai sentito parlare di Yehochoua?
- Il sognatore con la faccia da poeta?
- Ha una parola capace di smuovere le folle.
- Non mi fido degli uomini con gli occhi azzurri.
Ismail piega le labbra verso il basso:
- Non ti fidi di me?
- Scemo, noi ci conosciamo da trent’anni.
- Potresti conoscere anche lui.
- Sa sparare?
- Sa parlare.
- Le parole sono wadi secchi.
- Le parole infiammano il cuore degli uomini che non sanno più di averlo.
- Non è l’amore che va via: è la rabbia che manca.
- Guarda la cupola: è una parola di fuoco accesa nella notte.
- Non fare il poeta, devi già farti perdonare gli occhi azzurri.
Qubbat al-Ṣakhrā’, Kippat ha-Sel‘a: l’oro, adesso, è un roveto ardente, un’arma pronta a esplodere di vita.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :