Ieri ero tranquilla a pranzo dai miei genitori. Era una di quelle domeniche in cui non accade nulla, in cui ti togli il pigiama, ti metti le cose più fuori moda che hai (jeans a zampa di elefante che ti stanno malissimo, scarpe da ginnastica a pezzi e maglione delle scuole superiori), ti trasporti tranquilla da casa tua a casa dei tuoi, ti rimpinzi di roba unta e poi torni alla tua vita, ovvero al pigiama, al computer e al libro.
Non sarebbe accaduto nulla, se non fossi passata dal bagno a lavarmi le mani e non avessi messo il naso nell’armadietto di mia mamma. Così, per avere la certezza che tutto fosse ancora al suo posto: che la Cera di Cupra non fosse stata sostituita da una crema più attuale, la lacca Splend’Or fosse sempre là a creare il suo piccolo buco nell’ozono e il borotalco fosse ancora Felce Azzurra. Fu lì che notai che mia mamma aveva deciso ancora una volta di far fuori la roba vecchia: “Basta! O porti via i tuoi diari di quando andavi a scuola, o li butto io!”.
Questa volta era toccato ai saponcini, i bagnoschiuma e gli shampoo arraffati negli hotel in trent’anni di viaggi e di crociere.
Ovunque c’erano bagnoschiuma dall’aria sinistra, shampoo che avevano sedimentato come il miele millefiori e saponi giallastri.
“Non vorrai mica farmi lavare le mani con quello, spero!”, le ho detto allarmata, guardando con orrore il sapone dell’hotel di Rio de Janeiro. Ci erano andati nel 1990.
“Se vuoi lavartele qui, quello è il sapone. Mica ti farà cadere le mani! Devo farli fuori, basta, non so più dove metterli!”.
Ammettiamolo: siamo tutti un po’ affetti da Cleptomania del Viaggiatore: quella tendenza a portarsi a casa tutto ciò che si può raccattare in viaggio, nascondendolo in valigia con aria furtiva e lo sguardo soddisfatto di chi ha fatto l’affare dell’anno. Salvo poi accumulare la refurtiva in un armadio, per poi buttarla vent’anni dopo. Intatta.
Ma quali sono questi oggetti che spesso vengono arraffati in viaggio? Vediamoli.
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1. Saponcini, shampoo e bagnoschiuma
Sono di qualità scadente, ti lasciano i capelli morbidi come una scopa di saggina e profumano di sapone per bucato. Eppure è più forte di noi: prima di lasciare la stanza, proprio all’ultimo momento, quando si fa l’ultimo giro di ricognizione per vedere se abbiamo dimenticato qualcosa (di solito, almeno un paio di mutande sotto le coperte), entriamo nel bagno, guardiamo quei campioncini sul lavabo, li arraffiamo e li mettiamo velocemente in borsa. Consapevoli che non li useremo mai perché disgustosi, ma soddisfatti: “Ho pagato la stanza? Sì? E allora sono miei!”.
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2. Cuffia per la doccia
Perché, mi chiedo, continuiamo a portarcela a casa, quando siamo perfettamente consapevoli che la doccia con la cuffia in testa non la faremo mai? Mistero.
[Per la cronaca, mia mamma ha un totale di cinque cuffie per la doccia, sottratte ad altrettante navi da crociera]
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3. Ciabatte
Nessuna donna al mondo si sognerebbe mai di indossare, a casa sua, quegli orrori di spugna bianca di quattro numeri in più del proprio piede, rasoterra, e con un’apertura frontale da cui le dita spuntano con la sensualità di una zampa di gallina. Eppure… “Ho pagato la stanza? Sì?” etc etc…
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4. Set da cucito
Non lo userete mai a casa, vero? Ah, lo arraffate perché vi potrebbe servire in viaggio? E allora perché lo portate via anche se è l’ultimo giorno del tour e state per andare a fare il check-in all’aeroporto?
5. Asciugamani vari
La prima volta che mi fermai a dormire a casa di Hamed, notai nel suo (minuscolo) bagno un numero imprecisato di asciugamani bianchi, anonimi, di varia misura. Alla mia esclamazione “Mi ricordano tanto quelli dell’hotel di Nizwa!”, rispose: “Ah sì? Si vede che in Oman, gli asciugamani, li fanno tutti uguali! Infatti, sono uguali ai tuoi”.
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6. Dentifricio e spazzolino
A meno che non abbiate problemi alle gengive, dubito che utilizzerete mai quello spazzolino Made in China dalle setole ruvide quanto un’alga in ammollo. E tantomeno quel dentifricio mignon che sa di calce.
7. Bustine di tè, caffè e biscottini
Per risparmiare uno o due euro, l’ultimo giorno svuotiamo con nonchalance il vassoio di bustine di tè e caffè nello zaino. Un giorno, a Londra, sorpresi un mio ex mentre tentava di portarsi via il piccolo bollitore per il tè. Lo trovai che trafficava sulla scrivania, perché non aveva capito che l’avevano cementificato alla presa.
[L’ho poi lasciato una volta tornati in Italia]
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8. Penne, taccuini, carta da lettere e busta
Vorrei che qualcuno mi dicesse se ha mai utilizzato la penna, il taccuino o la carta da lettere elegantemente sottratti alla camera dell’hotel. Grazie.
9. Box di fazzoletti
E’ difficile resistere alla scatola dei Kleenex: durante uno dei miei tour in Oman, un signore la mattina arrivava sempre con le tasche dei pantaloni imbottite di veline. Se si escludono le signore che partono dall’Italia con dieci pacchetti di fazzoletti di carta in valigia, chi di noi non ha mai svuotato almeno una volta la scatola di fazzoletti dell’hotel?
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10. Rivista della compagnia aerea
La leggiamo attentamente in volo, da cima a fondo. Anche quando non capiamo dove inizi la parte in inglese e dove finisca quella in turco. E dopo, come se non avessimo letto che dobbiamo lasciarla ai passeggeri del prossimo volo, la imboschiamo nel bagaglio a mano quando la hostess ci gira le spalle per servire il caffè.
Per poi abbandonarla sul comodino del primo albergo in cui soggiorniamo.
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11. Copertina e cuscino dell’aereo
Da qualche parte, nascosto in un armadio, devo ancora avere un cuscino della Kenya Airways. Mai usato. E un paio di copertine luride sottratte alle spalle delle hostess (vedi sopra). Queste ultime (le coperte, non le hostess), di solito, vengono riciclate come poggiaschiena per il gatto.
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12. Menu dell’aereo.
E’ un ottimo segnalibro, no?
13. Salvietta rinfrescante
“Questa la prendo, sicuramente mi servirà durante il viaggio!”.
Da mia mamma ho trovato una decina di salviette al limone gentilmente offerte dalle compagnie aeree. Rinsecchite.
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14. Dolcetto
“Non ho più fame, lo prendo e lo mangio dopo!”.
E fu così che ce lo ritrovammo in fondo allo zaino, alla fine della vacanza, schiacciato, ammuffito e colante, insieme a due monete, un elastico e un pezzo di Mars.
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15. Cuffie audio dell’aereo
Guardate quel signore che, con aria circospetta, ha imboscato le cuffie dell’aereo pensando che nessuno lo vedesse (non mi conosceva), e che ha fatto finta di guardare fuori dal finestrino quando lo steward è passato a raccoglierle a fine volo. Ecco, di lui vorrei vedere la faccia una volta arrivato a casa, quando proverà a infilare quelle cuffie a doppia entrata nello stereo di casa sua.
E tu, hai mai arraffato qualcosa in viaggio? Se sì, vediamo se hai il coraggio di ammetterlo