16 foto da Bruxelles sulle quale Matteo Renzi ieri avrebbe dovuto fare una riflessione su come si amministra una città difficille

Creato il 24 aprile 2015 da Romafaschifo
Bruxelles è una città difficile. Vastissima. Poche metropolitane. Tante istituzioni nazionali e, soprattutto, europee. Traffico sempre indiavolato e un tocco di decadenza che la fa, per certi versi, avvicinare a Roma. Con queste foto noteremo però che, almeno qui, nonostante tutti i problemi che questa città ha avuto e può avere, un minimo di decenza è assolutamente garantita.

Basta guardare la prima foto: alla stazione ad aiutarti c'è l'addetto delle ferrovie. Non torme di nomadi che vogliono darti una mano a portare la valigia.Il concetto di "camion bar" è un pelo differente dal nostro. No?
La città non ha paura dei tavolini all'aperto. Le strade ne sono disseminate e questo crea qualità urbana e dà un servizio di qualità ai turisti ed ai cittadini. Il suolo pubblico è fatto per essere goduto non per essere trasformato in parcheggio, in spazio per i cartelloni pubblicitari più o meno abusivi o in area di vendita merci per bancarelle di mutande. Questo a Bruxelles l'hanno capito.


A Bruxelles non hanno avuto Maurizio Lupi che si è opposto al "senso unico tranne bici" e dunque tutti i sensi unici sono "tranne bici". In bici si può andare contro mano e i percorsi sono incoraggiati con tanto di distanze chilometriche, itinerari e indicazioni sulle stazioni della metropolitana che si incontrano sul percorso. Bruxelles è molto, ma molto più scoscesa di Roma. Sappiatelo.
Le corsie preferenziali sono protette per davvero. Per emergenza questi lingotti in pietra sono valicabili, beninteso, ma per il resto funzionano eccome. 
Pensate alla curva che il tram fa a San Lorenzo quando i binari del 3 girano da Via dei Reti a Piazzale del Verano: ci si ferma sempre un'auto e la circolazione tramviaria della città va in infarto. Basterebbe disegnare il marciapiede affinché questo non accade. Così come hanno fatto in questo quartiere semi-centrale della città.
Laddove noi lasciamo lo spazio per la doppia fila qui si disegna uno spazio per una ciclabile. Il traffico a Bruxelles è indiavolato ma si guardano bene dal peggiorarlo ulteriormente con la sosta selvaggia. E chi usa la bici ha la garanzia di fare prima. Su quello spazio si può scegliere cosa fare: noi abbiamo deciso che è uno spazio di sosta che così genera congestione, pericolo, inquinamento. Loro hanno deciso che è un corridoio per le bici. Cosa è meglio?
Guardate questa piazza del centro. Guardate come sono definiti i percorsi per le auto e come sono ritagliati quelli per i pedoni. Ora pensate, chessò, a Piazza in Piscinula, a Pizza della Malva. Fate il raffronto.
Gli armadi urbani delle società di servizi sono presi, esternamente, in carico da una società pubblica che vi raccoglie la pubblicità solo per il circuito degli eventi culturali. Così hai: incasso di soldi dalla pubblicità, zero degrado su queste strutture che solitamente da noi sono scarabocchiate o incartate di manifesti illegali e infine comunicazione su eventi che non hanno spazio in altri circuiti pubblicitari più costosi.
Se dici che ci devono essere dei posti riservati ad un'utenza debole non basta dirlo, non basta disegnare a terra delle striscioline giallognole: devi crederci e realizzarlo. E fare una bella chiazza di colore è un modo per crederci.
Oltre alle corsie preferenziali protette dai lingotti di petra, ecco gli elementi che proteggono i marciapiedi. Semplici e indistruttibili. Se dici che non si deve parcheggiare sul marciapiede non basta enunciarlo in una legge: devi crederci e realizzarlo. 
Non c'è la preoccupazione di fare strisce che si cancellino in 10 giorni in modo da dover rifare l'appalto da assegnare ad amici e parenti. Si realizzano in maniera indelebile...
Ai semafori niente venditori, pulitori di fari, nettatori di lunotti. Piuttosto stanti giovani ragazzi che fanno i giocolieri.
E infine un po' di relax. L'atmosfera nei parchi è questa e questo è l'arredo urbano. Niente di trascendentale. Solo un po' di dignità e di decenza. E' difficile?

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