16. Racconto Concorso "Il Bene e Il Male"

Da Angivisal84
40 giorni nel desertodi Camilla Demontis

Le preghiere non sarebbero servite a nulla, il fuoco aveva il potere di cancellare ogni cosa. Il bene e il male avrebbero avuto lo stesso colore e non ci sarebbe stato spazio per le urla di terrore e dolore, nessuno spazio per la pietà. Il fuoco vinceva su tutto, come avrebbe vinto lei con i suoi capelli rossi come il fuoco e l’animo nero come il nulla.

***Un ticchettio ritmato e un frusciare di vesti ne preannunciarono l’arrivo. Attraversò l’intera navata della piccola chiesa e dopo aver rivolto un lieve sorriso e un inchino al Cristo crocifisso, prese posto nel compartimento del confessionale riservato ai penitenti. <<Mi perdoni Padre, perché ho peccato>>Da oltre la grata il Padre confessore sospirò e disse:<<Dimmi cosa affligge la tua anima, figliola>>Una risata argentina riempì l’intera Chiesa e le parole che ne susseguirono, la imbrattarono senza più rimedio.<<Mi dica, Padre quanto è grande la bontà di Nostro Signore?>><<è immensa, come lo è la sua pietà>><<Già, la sua pietà e mi dica>> accostò le labbra rosse alla grata e bisbigliò <<perché non ha mostrato nessuna pietà per i suoi fedeli?!>>L’anziano prete esitò:<<Perché a noi è stato concesso il libero arbitrio, figliola e ogni nostra azione porta le sue conseguenze. Dio ascolta le preghiere di tutti e agisce seguendo schemi a noi ignoti>><<Le voglio raccontare una storia, Padre. Una storia fatta di preghiere mai ascoltate, di tentazioni, giudizi, punizioni e di un’onnipotenza che non è quella del Nostro Signore ma è la mia>>1974 Il vento frusciò impetuoso tra le fronde ingiallite degli alberi, ai loro piedi si stendevano infiniti tappetti di foglie secche e marce e la notte calò sul mondo, come la pioggia sulle strade.Una giovane donna avvolta da un lungo cappotto sfidò la pioggia, con un fagotto inzuppato tra le braccia. Arrestò la sua disperata corsa solo quando si ritrovò dinanzi ad un grande edificio dai mattoni grigi, poggiò sui freddi gradini dell’ingresso il fagotto e dopo aver bussato con foga al portone fuggì via, accompagnata dal vento.

1979Una cascata di riccioli rossi come un fiume di sangue, le coprì il viso mentre calde e pesanti lacrime vennero giù copiose.Rosenrot, rannicchiata nel suo lettino singhiozzò avvolta dalla rabbia e dal dolore. La vita era stata crudele con lei sin dalla sua nascita, negandole ogni sorta di pietà. Era una neonata di pochi giorni e non aveva nulla quando la Signorina Burton la trovò nei gradini dell’orfanotrofio Michael Shane, 5 anni prima, se non il suo nome scritto in un bigliettino inzuppato.Quel giorno, due coniugi si rifiutarono per l’ennesima volta di adottarla e il suono nauseante delle voci degli altri orfani, che la inseguiva ovunque andasse, divenne ancor più forte e penetrante quando la Signorina Burton la riportò in camera sua.Lucifero, Re dell’inferno ha avuto una figlia, si chiama Rosenrot e non avrà mai una famiglia!I capelli rossi, un marchio indelebile che la vita le donò; la figlia del diavolo, un nome che le cucirono addosso con tanta cura sino a trasformarlo nel suo destino, dalla quale né lei né nessun altro si sarebbe potuto sottrarre.
1988Mark la guardò dritta negli occhi color nocciola e con tono nauseato disse:<<Farai bene a star zitta, pensa che vergogna se si venisse a sapere che ho fatto sesso con te>> Rosenrot si scostò i capelli dal viso e i suoi riccioli rossi ondeggiarono come lingue di fuoco. Si sentì scivolare sulla pelle il veleno appena sputatole addosso, chiuse gli occhi per il dolore che le provocò. Il cuore troppo agitato, pompò quel nuovo sangue infetto che le bruciò le vene al suo passaggio. <<Tu non sai quale onore hai avuto>><<Ah si?! Essermi scopato de “il diavolo la figlia che non avrà mai famiglia”?>>cantilenò per poi scoppiarle a ridere in faccia<<beh, io invece ti dico: Che Dio abbia pietà della mia anima per questo>>e scansandosela di dosso con uno strattone, cominciò a rivestirsi.Rosenrot si sentì accarezzare il viso dalle lacrime e accettò l'abbandono di Dio, che senza pietà la cedette al suo rivale più grande. Fu in quel momento che comprese e dopo aver volto lo sguardo verso l’alto, con uno scatto tirò Mark per le caviglie che preso alla sprovvista, cadde e battendo con forza la testa sul pavimento perse i sensi.Quando si risvegliò la testa gli doleva e la nausea gli premette sulla gola. Rosenrot gli schiacciò lo stomaco con le ginocchia, finché Mark non iniziò a vomitare. Con gli arti legati non poté muoversi e senza staccare i suoi occhi terrorizzati da quelli di lei, ascoltò la sua voce melensa.<<Io sono pronta! E' un gioco, una sfida, due contro due. Bene e male, tentazioni e rese>>ridacchiò. Il sangue le ribollì e bruciò in ogni centimetro del suo corpo. Abbandonata al dolore e al potere che ne derivò, seppe cosa fare e col braccio guidato dal male lasciò che la chiave inglese stretta nel pugno, si abbattesse sulle ginocchia di Mark che con la bocca colma di vomito non urlò.Ogni osso frantumato riempì Rosenrot di un’ eccitazione tale da indurla a non fermarsi. <<Allora?!>>sbottò<<dov’è il tuo alleato? Il mio è proprio qui e sta guidando la mia mano>>I lamenti di Mark accarezzarono le sue orecchie con la stessa armonia e bellezza di un concerto di violini. Con un calciò lo voltò, permettendogli di sputare il vomito e gli urlò:<<Pregalo affinché abbia pietà di te!>><<Ti prego, non uccidermi>>blaterò Mark tra le lacrime.<<Non è me che devi pregare, io gioco per l’altra squadra>>bisbigliò facendogli l’occhiolino<<non posso avere pietà, non so cosa sia, chiedila a lui>><<Ti prego Dio mio, salvami>strillò<<ti prego!>>Rosenrot tremò al pensiero della venuta di Dio, che avrebbe liberato Mark dalla sua mano di fuoco, ma attese invano e alzato lo sguardo sorrise colpendolo senza sosta sul cranio, che si aprì e schizzò sangue ovunque.Si alzò e passandosi la mano sul viso per pulirlo dal sangue, sussurrò:<<uno a zero per noi>>poi coprì il corpo con delle coperte e gli diede fuoco.Lasciò che l’acqua bollente le bruciasse la pelle, lavandole via ogni traccia di quel delitto. Solo il ribollire del sangue infetto nelle vene le avrebbe ricordato per sempre che nessuna preghiera sarebbe mai bastata e che i giorni della tentazione erano appena cominciati.
1992In seguito all'incendio, Rosenrot venne affidata alle monache benedettine dove giunta all’età di 18 anni fece voto di povertà, obbedienza e castità e dopo aver preso il velo nero, le venne negata per sempre la libertà. Rosenrot morì e rinacque come Suor Lucille.Ma non scordò mai la sua missione.Il Bene o il Male, solo uno dei due avrebbe vinto.
1999Le luci soffuse del pub nascosero l’arrivo del ragazzo dai capelli biondi, finché non si decise ad allungare una mano sulla spalla della ragazza seduta al bancone, che voltandosi, scosse i lunghi riccioli fiammeggianti.Era giunto il momento di continuare la partita. In un batter d’occhio si ritrovarono da lui, avvinghiati l’un l’altra. Rosenrot lo spinse sul letto e si lasciò scivolare giù il finissimo vestitino di seta blu, mostrando la pelle nuda e perlacea illuminata dalla luna.<<Avvicinati>> gli sussurrò.Sentì il braccio pesante ed estraneo al suo corpo e il cuore tuonò per la brama di vittoria. Gli tese una mano e lui l’accettò; lo attirò a se mentre la mano contratta si strinse saldamente alla bottiglia di Jhonny Walker posata sul comodino e il braccio, guidato dal male, disegnò un arco nell’aria prima di abbattersi con violenza sulla testa del ragazzo. Il rumore del vetro frantumato fu dolce come una pioggia notturna e pregustando le prossime mosse, Rosenrot si sedette nuda di fianco a lui e aspettò che si risvegliasse. Il terrore nei suoi occhi le ripagò ogni secondo d’attesa. Batté le mani come una bimba e avvicinando il viso a quello del ragazzo, cantilenò:<<Ventitreesimo giorno della Tentazione! Bene e male si contendono le anime degli uomini>>gli sfiorò le labbra con un dito<<mi dispiace informarti che per ora siete in netto svantaggio>>Afferrò con le dita rigide una scheggia di vetro dal pavimento e inumidendosi le labbra, iniziò a conficcargliela ovunque.Il ragazzo ritrovò la voce e ad ogni incisione sputò lunghe grida straziate.Lei strinse i denti e mugugnò d’eccitazione, era giunto il momento.<<Ora tocca a te! Invocalo, prega Dio affinché ti salvi>>Riverso su un fianco annaspò e con gli occhi colmi di lacrime rivolti al cielo, sussurrò:<<Signore, non lasciare che mi uccida>>Soddisfatta, mosse il capo in segno d’assenso e dopo essersi passata un attizzatoio da una mano all’altra, lo scagliò su di lui, impossessandosi così dell'ennesima anima.Lasciò la casetta avvolta dalle fiamme per poter nascondere i riccioli rossi sotto al velo nero di Suor Lucille ma rimanendo Rosenrot nel cuore, la figlia del Diavolo, colei che avrebbe fatto crollare Dio.
***La voce del prete si ridusse a poco a poco che il racconto procedeva, sino ad arrivare a essere un sussurro quasi impercettibile all’orecchio umano ma Rosenrot, afferrò ogni singola parola e succhiò via da esse tutta la paura che vi avevano impressa, trasformandola in pura adrenalina.<<Il nostro Signore che è Dio, avrà pietà della sua anima, figliola. Ma dovrà fermarsi e pentirsi>>il prete singhiozzò e lentamente si mosse<<Lui ha misericordia di tutte le sue creature>>Rosenrot scosse il capo.<<Non di lei!>>sibilò a denti stretti<<è convinto che cedere alle sue tentazioni sia come ammetterne la potenza, ma non è così! Per ogni persona che ha lasciato morire, per ogni anima lasciata dannata ha segnato un punto a suo sfavore>><<Dai retta a me, è ancora in tempo per la redenzione>>I tacchi si mossero sulla base di legno del confessionale e le dita contratte scostarono la tenda di velluto bordeaux.I suoi occhi incontrarono quelli del Padre confessore che trovandosela dinanzi, arretrò ormai in gabbia.<<I giorni della Tentazione non sono ancora finiti. Matteo 4, versetto 1. Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo per quaranta giorni e quaranta notti>>Le mani del prete si strinsero attorno al crocifisso appeso al collo e recitò:<<Matteo 4, versetto 6. Il diavolo gli disse: Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani (…) e Gesù gli rispose: Sta scritto anche: Non tentare il Dio tuo.>>detto ciò, si alzò e attese.Rosenrot rise a squarciagola e bloccandogli le braccia col ginocchio, cominciò a soffocarlo.<<Non tentare il tuo Dio, già e intanto ti lascerà morire come un cane qui nel suo tempio, dinanzi a tutti i Santi e angeli che mangeranno popcorn gustandosi lo spettacolo>>Inaspettatamente il prete le diete una spinta e perdendo l’equilibrio ruzzolarono entrambi sul pavimento della chiesetta. Profondamente indignata, Rosenrot afferrò un candelabro e lo scagliò contro il prete ormai stremato per la lotta. La ragazza sospirò e attese che il male la guidasse, ma ciò non accadde.<<Non abbandonarmi anche tu! Solo uno e il Male trionferà sul mondo>>pianse disperatamente.Con la mente annebbiata dalla rabbia, cominciò a prendere a calci il corpo privo di sensi del prete quando un rumore alle sue spalle la fece trasalire. Si voltò lentamente e vide due bambine identiche tra loro, fissarla a bocca aperta. Con uno scatto repentino corsero via e Rosenrot, impietrita rimase a fissarle prima di vederle scomparire oltre il portone. Sapeva di dover agire in fretta ma voltandosi, non trovò altro che una pozza di sangue lì dove qualche attimo prima giaceva il corpo del prete.Aveva fallito. A piedi nudi attraversò di nuovo la navata ma prima di varcare la soglia del portone, si voltò verso l’enorme crocifisso appeso all’abside e disse:<<è solo un punto, non gongolare come se avessi vinto!>>e col sole che le accarezzava il viso, riflettendo sui suoi capelli come se bruciassero, corse, corse al riparo sotto i suoi abiti da monaca, nell’attesa del momento giusto per concludere la partita più arcana di tutti i tempi.

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